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Pubblicato un Rapporto che valuta il potenziale impatto occupazionale ed economico nell’UE legato alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2030 Eurofound, Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ha recentemente pubblicato lo Studio “Energy Scenario: Employment implications of the Paris Climate Agreement” che stima il potenziale impatto occupazionale ed economico nell’UE, legato al rispetto dell’accordo di Parigi e alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2030, con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a meno di 2°, possibilmente a 1,5°C e la conseguente riduzione delle emissioni di carbonio. In particolare l’analisi, che si basa su un modello macroeconomico globale gestito da Cambridge Econometrics e dall’European Jobs Monitor di Eurofound, evidenzia che il successo della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, potrebbe tradursi in una crescita dell’1,1% del PIL e dello 0,5% dell’occupazione nell’UE entro il 2030, rispetto a uno scenario “business as usual”. L’impatto positivo sul numero di occupati è dovuto soprattutto agli investimenti necessari per realizzare tale transizione, insieme all’impatto della riduzione della spesa per l’importazione di combustibili fossili. Si perderebbero posti di lavoro nell’estrazione e nella lavorazione dei combustibili fossili, ma se ne guadagnerebbero di più nel settori dell’edilizia e in quelli legati al mondo delle energie rinnovabili ed efficienza energetica, insieme alle relative catene di approvvigionamento. Lo spostamento verso la produzione di beni strumentali, quali attrezzature, macchinari ed edifici, comporterà un notevole aumento della domanda di manodopera proveniente dalle attività connesse. A livello nazionale, lo studio prevede che beneficeranno del maggiore incremento del PIL Lettonia (6%), Malta e Belgio. Per quanto riguarda l’occupazione i maggiori benefici si avranno in Belgio, Germania e Spagna. L’unico paese in cui si prevede un calo netto dell’occupazione è la Polonia, a causa del settore del carbone che impiega moltissime persone. A livello mondiale, anche la Cina dovrebbe beneficiare di una transizione a basse emissioni di carbonio, mentre gli Stati Uniti registrerebbero un calo del PIL del 3,4% e un calo dell’occupazione dell’1,6%. Commentando i risultati del rapporto, il ricercatore di Eurofound Donald Storrie ha dichiarato: “I cambiamenti climatici dovrebbero avere implicazioni molto gravi per le condizioni di vita e di lavoro su scala globale; sono le persone socialmente ed economicamente più fragili ad essere particolarmente vulnerabili. La presente relazione illustra i notevoli vantaggi economici e occupazionali che l’Europa può trarre dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalla piena attuazione dell’accordo di Parigi”. I risultati di questa relazione, così come altri risultati chiave del progetto, saranno discussi in occasione della manifestazione “Il futuro dell’industria manifatturiera in Europa” che si terrà a Bruxelles l’11 aprile. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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