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A cura di: Tommaso Tetro Un Piano che arriva a 18 miliardi di investimenti e che guarda con decisione al cuore della transizione ecologica del Paese, mettendo al centro rinnovabili, elettrificazione, mobilità sostenibile, rifiuti, recupero di materia, biogas, e idrogeno. E’ così che A2A diventa “davvero” una Life company nelle considerazioni dell’amministratore delegato Renato Mazzoncini che, non nascondendo i buoni risultati del primo anno del Piano industriale 2021-2030 (di cui il consiglio di amministrazione ha approvato l’aggiornamento), parla di risultati “oltre le aspettative”. Nuovo Piano a 18 miliardi Il nuovo Piano industriale a 10 anni prevede un incremento degli investimenti per un totale di 18 miliardi; in aumento di 2 miliardi rispetto alla versione precedente. Due gli elementi chiave: transizione energetica (triplicare la quota e portare a quattro le fonti di origine, idroelettrico, solare, eolico e biogas) ed economia circolare (nel 2021 sono stati sottratti alla discarica, rispetto al 2020, ulteriori 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti, recuperati come materia o energia). Crescita con ‘elettrone e rifiuti’ Due “pilastri” messi in evidenza anche da Mazzoncini che – rilevando “una forte capacità di crescita dimostrata da tutte le business unit del gruppo” – li chiama “elettrone e rifiuti”, e che vede in A2a una “conferma come leader nazionale sulla decarbonizzazione”. Dei 18 miliardi, infatti, 7 saranno destinati all’economia circolare e 11 alla transizione energetica. Ma la Life company non si ferma qui: il 70% degli investimenti è allineato alla tassonomia Ue, e il 90% degli investimenti è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Emissioni zero entro il 2040 In questa chiave viene indicato il raggiungimento, con due anni di anticipo, dei target di capacità installata da fonti rinnovabili. Oltre all’obiettivo di azzerare le emissioni entro il 2040, quindi – come racconta Mazzoncini – “10 anni prima”. Bollette no-problem, da rinnovabili risparmi per i clienti Sulla presentazione del Piano non poteva non far capolino anche la questione caro-bollette. E l’ad di A2a, in merito all’impennata dei prezzi, offre una previsione: gli “scenari dell’energia ci dicono” che si “ritornerà a livelli ante-crisi nel 2024-2025”. Anche se la società grazie alle rinnovabili ha fatto risparmiare ai suoi clienti 450 milioni sulla luce e 300 sul gas, visto che il prezzo di vendita era precedente alla crisi (cioè l’energia idroelettrica e quella solare è stata venduta prima che le dinamiche dei prezzi salissero). “Solo sulla parte elettrica – spiega Mazzoncini – A2a ha generato un risparmio per grandissima parte dei suoi clienti, famiglie e imprese, di 450 milioni di euro rispetto al caro-bollette”; mentre sul gas, per i clienti A2A, è stato generato un risparmio di 300 milioni. E, in particolare, per le imprese invece c’è anche una proposta di “contratti a lungo termine” per cercare di “stabilizzare i prezzi”. I conti economici Guardando ai conti, a livello finanziario, l’Ebitda raggiungerà a fine Piano i 2,9 miliardi (più che raddoppiato rispetto alla media degli ultimi anni) con un utile netto in crescita del 9% all’anno in media. I dividendi minimi sono attesi in crescita del 3% medio annuo. La Life company oltre le aspettative “Siamo andati oltre le aspettative. Siamo davvero una ‘Life company’ – afferma Mazzoncini – bisogna crescere perché nei prossimi 10 anni in Italia abbiamo due obiettivi: crescere sulle rinnovabili e bloccare i conferimenti in discarica” dei rifiuti. Nel 2050 dovremmo trovarci “in un mondo decarbonizzato, con le fossili al 10% e l’elettrone che guadagna un sacco di spazio” con la crescita di biomasse, biometano e idrogeno. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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