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Infatti, di fronte a tale situazione ci si chiede: come faccio a rappresentare fedelmente tale situazione all’interno del software che utilizzo? E soprattutto, in quante zone termiche devo suddividere l’unità immobiliare? Doveroso, innanzitutto, un breve cenno alla normativa tecnica! La UNI/TS 11300-1 definisce la zona termica nel seguente modo: “Parte dell’ambiente climatizzato mantenuto a temperatura (ed eventualmente umidità) uniforme attraverso lo stesso impianto di climatizzazione. In linea generale ogni porzione di edificio, climatizzata ad una determinata temperatura con identiche modalità di regolazione, costituisce una zona termica. Nel caso di prescrizione legislativa è possibile la suddivisione in funzione della destinazione d’uso e per unità immobiliare. La zonizzazione non è richiesta se si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni: Le temperature interne di regolazione per il riscaldamento differiscono di non oltre 4 K Gli ambienti non sono raffrescati o comunque le temperature interne di regolazione per il raffrescamento differiscono di non oltre 4 K Gli ambienti sono serviti dallo stesso impianto di climatizzazione Se vi è un impianto di ventilazione meccanica, almeno l’80% dell’area climatizzata è servita dallo stesso impianto di ventilazione con tassi di ventilazione nei diversi ambienti che non differiscono di un fattore maggiore di 4 Se vi è il controllo dell’umidità, le umidità relative interne di regolazione differiscono di non oltre 20 punti percentuali. È possibile che la zonizzazione relativa al riscaldamento differisca da quella relativa al raffrescamento.” Pertanto, in base a quanto riportato dalla normativa, nel caso in cui siano presenti degli split all’interno di alcuni ambienti dell’unità immobiliare, occorrerebbe suddividere l’immobile in zone termiche differenti in modo da calcolare correttamente la prestazione energetica. Facciamo un esempio: Dividere in zone termiche un’unità immobiliare rende complessa anche quella che all’apparenza sembrerebbe essere la più semplice certificazione energetica in quanto sono molteplici i parametri da definire per ciascuna zona: geometria, componenti disperdenti, destinazione d’uso, apporti interni, condizioni termoigrometriche, tipologia di ventilazione, caratteristiche dei sottosistemi di emissioni, regolazione e distribuzione degli impianti di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Per risolvere tale problema in Blumatica Energy è presente una nuovissima funzionalità per gestire singoli “generatori” installati all’interno di singoli vani considerando un’unica zona termica. Ciò consente di snellire notevolmente il lavoro e rappresentare ancora più fedelmente la situazione impiantistica all’interno del software, evitando errori o risultati non coerenti con il comportamento reale dell’edificio. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questa funzionalità Punto di forza di Blumatica Energy è sempre stato la rivoluzionaria gestione degli impianti che consente di definire in maniera puntuale i generatori. In particolare, per ciascun generatore era possibile definire il servizio energetico soddisfatto (es. riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, combinato) e le zone termiche servite. Ad esempio, volendo riprendere la situazione impiantistica riportata nell’“Esempio 1”, in Blumatica Energy era necessario definire 3 zone termiche e, quindi, definire per ciascun generatore (i 2 split e la caldaia) il servizio energetico soddisfatto e le zone servite. Altra grande potenzialità del software è quella di definire, ad esempio, nel caso di servizio combinato (riscaldamento + ACS), se per ciascuna zona termica fossero soddisfatti o meno entrambi i servizi. Ad esempio, considerando la situazione rappresentata nell’immagine precedente, si potrebbe gestire con un semplice click il caso in cui la caldaia combinata soddisfi solo per la “Zona termica 3” solo il servizio di ACS e non quello di riscaldamento. Grazie alla nuova potentissima funzionalità, invece, il tecnico può scegliere come zona termica servita da ogni generatore anche il singolo “AMBIENTE”! Ciò significa che nella situazione considerata (Esempio 1), il tecnico può definire all’interno del software una sola zona termica evitando tutte le difficolta e perdite di tempo connesse alla creazione di 3 zone. Con le stesse modalità appena descritte è possibile sfruttare questa nuova funzionalità per qualsiasi tipologia di impianti/generatori presenti all’interno dell’edificio quali ad esempio termocamini, stufe, ecc. (in particolar modo nel caso in cui si stia redigendo una diagnosi energetica). Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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