La Conferenza Unificata delle Regioni del 20 dicembre ha espresso parere negativo al Governo sul decreto di incentivazione della produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo schema di decreto del governo sugli incentivi alle energie rinnovabili non è proprio piaciuto alle Regioni che, nella seduta del 20 dicembre, hanno espresso parere negativo, non solo su questioni di merito, spiega il presidente Stefano Bonaccini ma soprattutto “per la totale chiusura manifestata dai Ministeri competenti nei confronti delle richieste delle Regioni e delle Province autonome”. Le Regioni hanno bocciato il decreto in maniera compatta. Per quanto si tratti di un parere non vincolante, è chiaro che il Governo dovrà tenerne conto. Per il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, è inaccettabile che il provvedimento non preveda agevolazioni per l’energia geotermica. “Questo significa, se non verrà modificato, uno stallo negli investimenti con effetti negativi sul piano occupazionale e sui controlli ambientali che coinvolgeranno intere aree della Toscana”. Il Presidente Rossi ha spiegato di aver incontrato sottosegretario e ingegnere grillino Crippa spiegandogli l’importanza della geotermia nell’economia della Regione: “Nonostante abbia chiarito tutto ciò che la Regione fa per il controllo delle emissioni, per il recupero della CO2, per il ripristino paesaggistico, abbiamo ottenuto risposte generiche e una sostanziale indisponibilità ad ascoltare”. “Lo splendido risultato di questa azione del governo – continua Rossi – sarà il blocco di importanti investimenti, anche quelli che Enel mette in campo per il miglioramento ambientale, e la crisi per tante imprese dei territori della geotermia, con le inevitabili ricadute sul lavoro”. Pieno appoggio è stato espresso da tutte le Regioni alle proposte dell’Alto Adige, presentate dal vicepresidente e assessore all’ambiente Mario Tonina e dall’assessore della Provincia autonoma di Bolzano Richard Theiner, sul sostegno settore idroelettrico, ed in particolare al mini idroelettrico, penalizzati nella versione attuale del decreto FER1 “che modifica il sistema di incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili inserendo, tra l’altro, maggiori ostacoli per l’accesso al sistema di sostegno pubblico per il mini-idroelettrico, ovvero per le centraline di piccole dimensioni”. L’assessore Tonina ha sottolineato che il ministero dello Sviluppo Economico non ha accolto le richieste, relative ai mini impianti, di Trentino, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano, nonostante fossero state illustrate in modo puntuale e preciso. Nel dettaglio le Regioni chiedono: mantenimento dell’accesso diretto ai sistemi di incentivi per il mini-idroelettrico fino a 250 kW di potenza nominale media annua; tariffa omnicomprensiva per gli impianti fino a 500 kW di potenza nominale anziché fino a 100 kW come previsto nella prima versione del decreto; aumento delle tariffe per le aste ed i registri. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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