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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti Rinnovabili, efficienza energetica e investimenti attenti al clima: il quadro in EuropaGli investimenti delle imprese su energia e clima: l’Italia a confronto con i Paesi UE Sul fronte energia e clima, quanto investono le imprese europee per migliorare la loro efficienza e resilienza? Costi energetici al rialzo, da una parte, e crisi climatica dall’altro, pongono da tempo sotto pressione le aziende, che però stanno reagendo. Lo si nota dai risultati del report pubblicato in questi giorni dalla Banca Europea per gli Investimenti. L’82% delle imprese UE ha espresso preoccupazione per i prezzi energetici. Circa il 60% delle aziende considera i costi relativi un ostacolo importante, rispetto al 31% negli Stati Uniti. La sicurezza dell’approvvigionamento energetico europeo rimane incerta. Le possibilità offerte dovrebbero passare da un maggiore ricorso all’efficienza energetica e dalla generazione da fonti rinnovabili, oltre che da una volontà di decarbonizzazione come richiede da tempo l’UE. Invece, non è così. O, meglio, è meno di quanto si richiede. Circa il 40% delle imprese europee investe sull’efficienza energetica, con differenze marcate tra Paese e Paese. “La quota è aumentata rispetto al 2021, ma è ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia”, segnala la BEI. La maggiore sensibilità la dimostrano le imprese energivore: il 54% di esse investe in efficienza energetica contro il 38% delle altre aziende. In generale, si nota il divario tra grandi e piccole-medie imprese: se il 51% delle grandi imprese ha stanziato soldi per intervenire sul loro efficientamento energetico, solo il 31% delle Pmi lo fa. Le differenze si notano tra singoli Stati. In tema di transizione energetica e climatica i Paesi del Nord Europa sono decisamente più virtuosi della media. Il Sud Europa è l’area con la quota più alta di aziende che affermano che i costi dell’energia ostacolano gli investimenti (88%). Tra questi Paesi c’è l’Italia che non esce molto bene nel confronto europeo. Rinnovabili, efficienza energetica e investimenti attenti al clima: il quadro in Europa I problemi attuali riguardanti energia e clima stimolano l’azione delle imprese, grandi e piccole. Forse ci si attenderebbe uno sforzo maggiore. Si considerino, a questo proposito, gli investimenti delle imprese sulla produzione da fonti rinnovabili. La media UE si ferma al 37%. In merito all’attenzione agli aspetti climatici, il report BEI rileva che l’88% delle imprese dell’UE ha intrapreso almeno un’azione per mitigare l’impatto del cambiamento climatico, per lo più sotto forma di misure riguardanti il riciclo e l’efficienza energetica. Le aziende sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la transizione. Non solo: devono anche adattarsi a un ambiente economico in rapida evoluzione. Quindi, devono – o dovrebbero – mostrarsi più capaci di adattarsi al cambiamento in atto, climatico e non solo. In questo senso, le aziende europee stanno mostrando resilienza. Nell’ultimo anno la quota di imprese UE che investe nel clima è aumentata di 10 punti percentuali, raggiungendo in media il 53%. L’aumento è stato particolarmente pronunciato nelle Pmi (+11%). “Le aziende sono alla ricerca di strumenti per mitigare l’impatto degli aumenti dei prezzi dell’energia e della maggiore volatilità, ponendo le tecnologie per il risparmio energetico in cima alla loro agenda. Per il 2022 si nota che l’aumento della quota di imprese impegnate in azioni per il clima (compresa l’efficienza energetica) ha subito un’accelerazione rispetto al 2021.” Le aziende UE si rendono conto che il cambiamento climatico non è più una realtà lontana. Circa il 57% delle imprese dell’UE ha subito perdite economiche e interruzioni di approvvigionamento a causa di condizioni meteorologiche estreme. “Tuttavia, il 67% delle imprese dell’UE non investe in alcuna misura di adattamento”, segnala BEI. Gli investimenti delle imprese su energia e clima: l’Italia a confronto con i Paesi UE Veniamo alla situazione che si registra in alcuni dei Paesi, Italia innanzitutto. Le aziende del nostro Paese mostrano un’attenzione sugli investimenti in materia di energia e clima inferiore alla media UE. Partiamo dalla quota di aziende che hanno già fissato obiettivi climatici. Solo il 36% delle imprese lo ha fatto, un dato inferiore alla media europea (41%). La performance italiana è uguale a quella della Germania: stiamo parlando dei Paesi al vertice nel settore manifatturiero. Le imprese della Francia si mostrano più attente (42%), ancor di più quelle della Spagna (53%), che fa meglio della Danimarca (46%), ma non di Finlandia e Svezia (rispettivamente con 54% e 67%). Quante aziende stanno investendo in interventi e azioni per il clima? Anche in questo caso l’Italia (36%) è sotto la media UE (53%): le imprese tedesche mostrano ben altra attenzione (65%), ma anche quelle francesi riescono a far meglio (39%), come pure quelle di Spagna (53%), Svezia (56%), Danimarca (63%) e Finlandia (77%). Il nostro Paese fa poco meglio (39%) se si considerano le intenzioni di investimento per il clima, contro una media europea del 51%. Gli altri Paesi qui considerati hanno fatto tutti meglio. Se si considera l’impegno economico delle imprese in tema di efficienza energetica, in Italia il 40% delle imprese ha investito (contro una media UE del 57%); va peggio se si considerano le Pmi (34%). Peggio delle nostre aziende ci sono quelle francesi (34%); gli investimenti in Spagna sono inferiori alla media europea, ma comunque superiori a quelli italiani (50%). I Paesi del Nord Europa sono tutti sopra la media, con la Germania decisamente virtuosa: il 72% delle imprese tedesche hanno investito. Sulla generazione energetica da rinnovabili, l’Italia – attraverso le sue imprese – è anche questa volta sotto la media UE, anche se di poco (35%). Il valore è decisamente più basso (26%) se si considerano le sole Pmi. Fa comunque meglio di Francia (17%) e Danimarca (33%), ma non di Spagna (38%), Germania (39%), Finlandia e Svezia (entrambe al 42%). In merito agli investimenti delle aziende italiane su interventi per la minimizzazione e il riciclo dei rifiuti: il 47% delle imprese nazionali ha investito, contro la media UE del 64%. Anche le aziende tedesce e spagnole hanno stanziato meno dell’UE, ma esprimono un valore percentuale decisamente più alto di quello italiano (61%). La Francia è in perfetta media, i tre Paesi nordici esprimono quote superiori (Danimarca 72%, Svezia 77% Finlandia 89%). Chiudiamo con la voce riguardante la quota di investimenti delle aziende su sistemi di trasporto sostenibili. L’Italia, con il 21% è tra i peggiori di tutta l’Unione Europea (media 43%). Solo in Bulgaria e in Repubblica Ceca hanno fatto peggio (20%). Tra i Paesi considerati qui, tutti fanno meglio, dalla Spagna (30%) alla Svezia (65%). Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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