Energy Efficiency Report 2023: Italia bene ma non benissimo

Secondo l’Energy Efficiency Report 2023, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, l’aumento del prezzo dell’energia spinge le soluzioni di efficientamento, ma l’Italia avanza tre volte più lentamente rispetto alla media europea

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Energy Efficiency Report 2023: Italia bene ma non benissimo

L’Energy Efficiency Report 2023, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, traccia un quadro della situazione relativa all’efficientamento energetico, rilevando luci ma anche ombre.

Energy Efficiency Report 2023: che cosa dicono i dati

I costi energetici lievitati fino a 10 volte rispetto al periodo pre-Covid hanno dato un nuovo impulso, nel 2022, all’adozione di soluzioni di efficientamento dei consumi.

A confronto con il 2021, già in crescita sul 2020, si registra un +19% di investimenti in ambito civile, grazie in particolare alle caldaie a condensazione e al fotovoltaico, favorite dai vari bonus edilizi, che vanno nella virtuosa direzione di produrre energia pulita, ma non di razionalizzarla.

Nell’industria l’aumento è di quasi il 14%, in linea con il triennio 2016-2019, anche in questo caso per impianti di cogenerazione e fotovoltaico e una quota più modesta, ma in crescita, per soluzioni digitali come sistemi di sensoristica e piattaforme di gestione dei dati, indispensabili per monitorare e ridurre i consumi. È in questa direzione che si deve andare, lavorando anche molto sulla formazione, vero fattore abilitante: oggi sono poche, infatti, le realtà, soprattutto fra le Pmi, che dispongono delle competenze necessarie non solo per internalizzare l’adozione di tali soluzioni, ma anche per comprenderne appieno i vantaggi.

L’Italia, anche grazie al clima mite, ma con lo svantaggio di un quadro normativo meno efficace, si caratterizza per un buon livello globale di efficientamento energetico, al 14° posto tra i 27 Paesi appartenenti alla Ue e con un valore medio in termini di Energy Intensity Index (rapporto consumi/PIL) inferiore di circa l’11% a quello europeo nel 2021; eppure, considerando il periodo 2013-2021, il miglioramento è tre volte più lento, tanto da farci raggiungere da Germania, Spagna e Francia.

Il medesimo aumento dei costi energetici a cui si deve la ripresa degli investimenti, infatti, ha limitato la capacità di spesa di imprese e famiglie, che hanno preferito orientarsi verso tecnologie di produzione di energia da fonte rinnovabile,  a partire dai pannelli fotovoltaici, il cui ritorno sull’investimento è più immediato e che vengono visti come sostituitivi di interventi di efficientamento, rispetto a soluzioni digitali e intelligenti che rappresentano la vera chiave di volta per monitorare i consumi e ridurli.

Sebbene la maggior parte delle famiglie sia sensibile al tema della riduzione dei consumi, secondo una ricerca condotta da E&S su 2.500 cittadini, solo il 38%, negli ultimi 5 anni, ha installato soluzioni di efficienza energetica come caldaie a condensazione e illuminazione Led, pompe di calore o tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. I principali ostacoli all’adozione di queste innovazioni tecnologiche sono le difficoltà di accesso al capitale e la burocrazia.

Sempre stando al sondaggio, la percentuale però è destinata a salire al 59% nei prossimi 5 anni, trainata principalmente dai benefici economici derivati dalla riduzione dei consumi. In particolare, gli impianti fotovoltaici verranno più che raddoppiati e i sistemi di accumulo e di solare termico più che triplicati, mentre calerà il tasso di adozione dei sistemi di illuminazione efficiente e delle caldaie a condensazione: la bilancia infatti penderà sempre più verso le tecnologie rinnovabili, vissute da famiglie e imprese come un prodotto sostitutivo delle soluzioni di efficienza energetica.

Lo stesso trend si riscontra nel settore industriale dove barriere economiche e burocratiche costituiscono i principali elementi che frenano gli investimenti, soprattutto nell’ambito delle soluzioni hardware. Nel 2022, in ambito industriale, la scena è stata dominata da interventi sul processo produttivo e sull’illuminazione efficiente, che insieme hanno superato il 50% del totale, mentre nel 2023 l’84% delle aziende dichiara che installerà nei propri siti produttivi un impianto fotovoltaico.

Si deve dunque andare verso un’offerta commerciale che integri tecnologie rinnovabili e di efficienza. Inoltre, sarà sempre più necessario per i clienti industriali e civili ridurre al minimo i rischi operativi e finanziari, in coerenza con il crescente interesse verso una pluralità di approcci e tipologie contrattuali “as a service”, o in base all’effettivo risparmio energetico conseguito, differenti dal tradizionale “chiavi in mano”.

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