Greenpeace al G8: un milione di lavoratori verdi per superare la crisi

Alla vigilia del G8 a L’Aquila, Greenpeace lancia in anteprima i risultati del suo nuovo rapporto “Powering G8 Job Creations“: come creare posti di lavoro proteggendo il clima.
Lo studio dimostra che se i paesi del G8 saranno capacio di investire in energie pulite e nella creazione di “lavori verdi” saranno creati entro il 2020 oltre un milione di nuovi posti di lavoro nelle rinnovabili, 460mila più di quanti ne sarebbero stati creati continuando a investire in energie convenzionali, e saranno ridotte le emissioni di CO2 dal settore dell’energia del 50% entro il 2030.
Un chiaro messaggio ai governi del G8 affinchè affrontino i cambiamenti climatici creando occupazione e investendo in energie pulite.
L’anteprima del rapporto presenta le previsioni occupazionali per i paesi del G8 e dimostra che, attraverso la ‘Rivoluzione Energetica’, proprio in questi otto paesi si raggiungerebbero nel 2030 oltre un milione e 800mila posti di lavoro nelle rinnovabili, ottenendo contemporaneamente una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 nel settore dell’energia.
I governi dei Paesi industrializzati, per primi quelli del G8, devono prendere impegni precisi e ambiziosi per affrontare i cambiamenti climatici al prossimo summit di Copenhagen a dicembre.
“La crisi climatica e quella economica vanno affrontate insieme – spiega Andrea Lepore, della campagna clima di Greenpeace – Investire in energie rinnovabili e in efficienza è la soluzione per salvare il clima, creare occupazione e rilanciare l’economia”.
Anche l’Italia ha tutto da guadagnare dall’investire in energie pulite ed efficienza. Un recente studio dell’Università Bocconi dimostra che, investendo nelle rinnovabili e raggiungendo gli obiettivi europei previsti dal pacchetto Clima e Energia, l’Italia può creare fino a 250.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020, nel solo settore elettrico. Per gli usi termici il potenziale è  ancora maggiore. Mentre altri 60.000 nuovi posti di lavoro, secondo il Politecnico di Milano, potranno essere creati attraverso l’investimento in efficienza energetica.
“L’Italia abbandoni il carbone e dimentichi le false soluzioni come il nucleare – conclude Lepore – La crisi economica deve trasformarsi per l’Italia in un’opportunità per creare nuova occupazione e andare con decisione verso una rivoluzione delle energie”.

I punti chiave della “Rivoluzione Energetica”
La Rivoluzione energetica per i paesi del G8 prevede per il 2030 un obiettivo di riduzione delle emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990 e per il 2050 un obiettivo almeno dell’80%. In base alle attuali emissioni di CO2 da parte dei Paesi del G8 – Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Russia e Francia – la riduzione totale di CO2 nel settore della produzione di energia dovrebbe essere almeno del 50% entro il 2030.
In base allo scenario della Rivoluzione Energetica:
• Le emissioni di CO2 raggiungerebbero il picco nel 2015 per poi iniziare a ridursi
• La riduzione delle emissioni va raggiunta attraverso le tecnologie esistenti, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Carbone e nucleare verrebbero gradualmente eliminati.
• Verrebbero creati oltre un milione di nuovi posti di lavoro nelle rinnovabili al 2020.
• Entro il 2030 prevede una riduzione del 18% nella domanda di elettricità.
• Nel 2020, lo scenario per i paesi del G8 prevede una capacità di produzione di elettricità da fonti rinnovabili per 978 GW, tale da produrre il 32% dell’elettricità totale, rispetto al 20% che si avrebbe secondo l’attuale andamento tendenziale
• Entro il 2030, la capacità installata da fonti rinnovabili crescerà fino a 1.500 GW, raggiungendo il 50% del totale dell’elettricità generata.
• Il valore totale dell’industria delle energie rinnovabili si triplicherebbe da circa 100 miliardi di dollari (70 miliardi di euro) del 2007, a 347 miliardi di euro nel 2020. A partire dal 2030 oltre 420 miliardi di dollari potrebbero essere investiti in energia da fonti rinnovabili.

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