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Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres lancia un altro forte campanello d’allarme sul riscaldamento globale legato al crescente numero di disastri naturali e pericoli dovuti al cambiamento climatico In occasione della presentazione del Rapporto sullo stato del clima globale da parte dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), il Segretario Generale dell’ONU António Guterres ha ribadito che la crescita continua di disastri legati al cambiamento climatico evidenzia che questo si sta muovendo più velocemente dei nostri sforzi per affrontarlo ed è necessario trovare rapidamente soluzioni sostenibili. Per questo motivo Guterres ha invitato i capi di Stato a partecipare al Climate Action Summit previsto per il 23 settembre e a presentare un piano preciso per il clima che necessariamente dovrà prevedere un impegno a rafforzare gli obiettivi nazionali contenuti nell’accordo di Parigi entro il 2020 (che chiede di limitare l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°), con l’obiettivo di “ridurre le emissioni di gas serra del 45% nel prossimo decennio e arrivare a zero emissioni nette a livello globale entro il 2050”. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha poi sottolineato i potenziali benefici di soluzioni climatiche sostenibili evidenziando che “un numero crescente di governi, città e imprese già capiscono che le soluzioni climatiche possono rafforzare le nostre economie, migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica e proteggere l’ambiente”. Le iniziative potrebbero coinvolgere una serie di settori, “come l’energia, l’agricoltura sostenibile, le foreste e gli oceani e la resilienza agli impatti climatici”, ha detto Guterres, sostenendo che le tecnologie rinnovabili “stanno già fornendo energia ad un costo inferiore rispetto all’economia basata sui combustibili fossili”. Nonostante questi progressi, è necessario adottare misure molto più radicali, ha continuato Guterres, ponendo fine alle sovvenzioni per i combustibili fossili e l’agricoltura ad alta emissione, e passando a energie rinnovabili, veicoli elettrici e pratiche climate-smart. “Ciò significa prezzi del carbonio che riflettono il costo reale delle emissioni, considerando anche il rischio climatico e quelli per la salute legati all’inquinamento atmosferico; significa anche accelerare la chiusura delle centrali a carbone”. La Presidente dell’Assemblea Generale, Maria Fernanda Espinosa, commentando i dati emersi dal Rapporto ha espresso molta preoccupazione per l’aumento delle emissioni di CO2 passate dall’1,6% nel 2017, a superare il 2,7% nel corso del 2018. L’accordo di Parigi a rischio? “Il tempo rimanente per raggiungere gli impegni previsti dall’accordo di Parigi si sta rapidamente esaurendo”, ha dichiarato Petteri Taalas, il segretario generale dell’OMM, ricordando le concentrazioni record di gas serra dello scorso anno, che hanno spinto le temperature globali verso livelli sempre più pericolosi, con prove evidenti come l’aumento del livello del mare e la perdita di ghiaccio marino sia nelle regioni polari settentrionali che meridionali. Secondo il WMO, i livelli di anidride carbonica erano pari a 357 parti per milione (ppm) nel 1994, e hanno raggiunto i 405,5 ppm nel 2017. Guterres ha ricordato che stiamo assistendo, sempre più spesso, all’impatto drammatico di condizioni meteorologiche estreme, l’ultimo in termini temporali il ciclone tropicale Idai che ha causato più 400 morti in Mozambico, Zimbabwe e Malawi. L’anno scorso si sono verificati 14 eventi meteorologici in cui la devastazione è costata più di un miliardo di dollari.Il numero medio di persone esposte alle ondate di calore è aumentato di circa 125 milioni dall’inizio del secolo, con conseguenze mortali. Come sta andando il 2019 Fino ad oggi per l’anno in corso si registra caldo record in Europa, freddo insolito in Nord America e forti ondate di caldo in Australia. L’estensione del ghiaccio nell’Artico e in Antartide è ancora una volta ben al di sotto della media. Da ora fino a maggio, l’OMM prevede anche temperature della superficie del mare superiori alla media, con conseguente aumento delle temperature terrestri, in particolare alle latitudini tropicali. “Tutti noi possiamo ridurre la nostra impronta di carbonio ogni giorno: in termini di cibo che consumiamo, vestiti che usiamo, trasporti che scegliamo e rifiuti che produciamo”, ha detto la signora Espinosa. “È chiaro che dobbiamo modificare i nostri modelli di consumo. Questo non è solo un mondo di penuria, ma anche di consumo eccessivo. Un grande paradosso è che ogni anno si sprecano 1.300 milioni di tonnellate di cibo, mentre quasi 2000 milioni di persone soffrono la fame o la malnutrizione. Scarica il Rapporto in inglese “WMO Statement on the State of the Global Climate in 2018“. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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