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Nel piccolo paese mantovano è stata realizzata la prima Passivhaus Plus di livello europeo. Una ristrutturazione di due edifici che ha seguito i principi della progettazione energeticamente sostenibile, con un’attenzione insistente sull’uso dei materiali. Il merito dell’architetto Michael Tribus di Bolzano a cura di Pietro Mezzi A Pegognaga, nel mantovano, succedono cose originali. Nel piccolo comune della Bassa, che conta poco più di settemila abitanti, c’è un sindaco che è capace di guardare avanti e tra i suoi obiettivi prioritari figura quello di dotare l’intero comune di fibra ottica per dare un futuro all’economia locale. C’è un’amministrazione comunale che, cosa rara, parla di smart land. Ci sono casi, come quello di cui ci occupiamo, che rappresentano dei gioielli dal punto di vista della progettazione energeticamente sostenibile. Il progetto che l’architetto bolzanino Michael Tribus – uno specialista di progettazione di case passive, che ha al suo attivo più di 50 realizzazioni Passivhaus – ha realizzato per un privato a Pegognaga è un gioiello dal punto di vista energetico: è infatti la prima ristrutturazione Passivhaus Plus a livello europeo. Il lavoro è consistito nella riqualificazione di un edificio residenziale con l’obiettivo di variarne la destinazione d’uso, da abitazione a studio professionale, e nella realizzazione di un’unità immobiliare certificabile Passivhaus in grado di raggiungere elevate prestazioni energetiche. L’intervento di riqualificazione L’abitazione ristrutturata fa parte di una costruzione bifamiliare realizzata nel 2002. Dal punto di vista morfologico la porzione dell’edificio, prima dell’intervento di ristrutturazione, era costituita da un corpo a due piani a destinazione residenziale, a cui si affiancava un corpo a un piano adibito ad autorimessa. Entrambe le parti sono state interessate dagli interventi edilizi e dalla variazione di destinazione d’uso. La porzione di edificio a un piano dopo la ristrutturazione (foto Michael Tribus Architecture) Il progetto ha confermato l’articolazione dei volumi, ma ha previsto la modifica della tipologia di copertura del corpo più basso: il tetto a due falde è stato infatti sostituito da una terrazza di pertinenza esclusiva degli uffici posti al piano superiore. Nel corpo a due piani, il progetto ha invece mantenuto invariata la tipologia e la pendenza delle falde, ma ha previsto l’eliminazione degli sporti di gronda per evitare nuovi ponti termici. Pur essendo relativamente recente, l’edificio, prima dell’intervento di ristrutturazione, presentava seri problemi dal punto di vista energetico: all’elevata dispersione termica dell’involucro si univa infatti la presenza diffusa di ponti termici di notevole entità. Alle classiche soluzioni in grado di garantire standard qualitativi elevati quali la realizzazione di un cappotto in lana di roccia da 26 cm completato con la stesura di calce naturale e l’utilizzo di infissi a triplo vetro, se ne sono aggiunte altre, finalizzate a risolvere le criticità facilmente riscontrabili in un intervento sull’esistente: dal rispetto della normativa in materia di distanze ai rapporti tra l’edificio e quelli limitrofi alla ricerca della soluzione migliore dal punto di vista energetico ed estetico architettonico. Com’è noto, la qualità fisico-costruttiva di una coibentazione termica esterna è determinata principalmente dalla permeabilità al vapore del materiale isolante: solo un sistema permeabile al vapore garantisce una costruzione in grado di regolare correttamente i livelli di umidità. Il sistema cappotto è stato scelto perché, oltre a garantire l’indeformabilità strutturale, possiede un’eccellente capacità di diffusione del vapore, caratteristica indispensabile per garantire il raggiungimento dell’obiettivo di un comfort abitativo ottimale, in particolare nei mesi estivi. L’adesivo rasante biocompatibile a base di calce naturale, per conferire un’elevata traspirabilità al supporto sul quale è stato applicato, è stato impiegato sia a completamento del sistema cappotto esterno sia come rasante per l’intonacatura delle pareti interne e dei soffitti, evitando così la formazione di condense e batteri, regolando l’umidità ambientale e il tenore di anidride carbonica degli ambienti. Per le operazioni di finitura sono stati impiegati materiali biocompatibili di origine minerale (soluzione di silicati di potassio e farine carbonatiche per la tinteggiatura esterna e grassello di calce per la tinteggiatura interna) in grado di conferire un’elevata traspirabilità e, al tempo stesso, di garantire la perfetta resa estetica finale. La qualità dell’intervento e la particolare attenzione posta nella sua realizzazione sono state certificate dal risultato ottenuto nel BlowerDoor test realizzato a lavori ultimati (è un test che misura l’ermeticità di un edificio dopo aver imposto una determinata differenza di pressione tra interno ed esterno; il metodo permette di scoprire le perdite d’aria dell’involucro edilizio e di valutare il flusso di ricambio dell’aria; nda): a fronte di un volume totale di 466,5 metri cubi è stato infatti raggiunto un valore n50 pari a 0,55 1/h. Un’attenzione particolare è stata posta nella scelta del sistema di climatizazione, che doveva garantire il corretto ricambio d’aria e la climatizzazione dell’edificio collocato in un ambito di clima mediterraneo, quindi con un’elevata presenza di umidità e di carici termici, soprattutto in estate. La scelta di un’unità di ventilazione meccanica con recupero passivo e attivo, ha consentito l’integrazione sinergica dello scambiatore a flussi in controcorrente e di una micro pompa di calore per il trattamento del 100% dell’aria di rinnovo. Un sistema geotermico a sonde orizzontali integrate sotto l’edificio ha diminuito il carico gravante sull’unità di ventilazione, riducendo a sua volta i cicli di sbrinamento e migliorando la capacità di riscaldamento invernale e di raffreddamento-deumidificazione estiva dell’aria immessa. Con l’introduzione in edilizia di nuovi materiali coibenti e con il perfezionamento dei sistemi costruttivi, si è rafforzata, negli ultimi anni, la concreta possibilità di progettare e costruire edifici altamente efficienti caratterizzati da basse permeabilità all’aria; in questo modo, le concentrazioni di sostanze chimiche presenti all’interno degli involucri costruiti rischiano di raggiungere livelli più alti rispetto all’esterno. Per limitare le concentrazioni di sostanze chimiche negli habitat interni dell’edificio di Pegognaga, alle imprese e ai professionisti coinvolti nella ristrutturazione è stato chiesto di attenersi a un protocollo certificato diretto a garantire un elevato standard qualitativo dell’aria e della salubrità degli ambienti interni,che ha interessato l’intero processo di ristrutturazione. Il protocollo certificato Bio-Safe, adottato a Pegognaga, si sviluppa con la scelta di opportuni materiali biocompatibili, la selezione e il dimensionamento degli impianti di ventilazione e la stesura di opportuni protocolli di cantiere; alla fine del processo edilizio viene eseguita ad hoc un’analisi della qualità dell’aria e rilasciato il sigillo di qualità costruttiva. A cantiere ultimato, entro le prime tre settimane dalla fine lavori, il protocollo Bio-Safe ha previsto un’analisi diretta della qualità dell’aria con metodo standard (Uni-En 14412). Durante il campionamento sono state rilevate una temperatura media di 20,6°C, una concentrazione media di CO2 pari a 411 ppm e un’umidità relativa media del 58,6%. Sono stati analizzati 42 composti volatili (suddivisi nei gruppi composti organici e Aldeidi), che sono stati selezionati sulla base dei valori tossicologici minimi emersi dal confronto tra diverse liste di rischio per la salute umana. Scheda Progetto Realizzazione Ristrutturazione edificio esistente in Passivhaus Plus Progettazione Passivhaus Studio Michael Tribus Architecture Direttore lavori e progettazione strutturale Vanni Furgieri Progettazione termoidraulica Ivan Ongari Consulenza tecnica impianti Stefano Faganello, Exrg Consulenza coibentazione esterna Nico Forti, Terzer Consulenza materiali bioedili Giorgio Mischiatti, Tcs Consulente salubrità ambienti Leopoldo Busa Progettazione impiantistica elettrica Dario Allegretti Inizio progettazione settembre 2015 Inizio lavori giugno 2016 Fine lavori settembre 2017 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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