Verso un’industria manifatturiera net-zero in Europa

Pubblicato uno Studio che offre una panoramica sul panorama manifatturiero delle tecnologie net-zero nell’Unione Europea. L’industria europea è a una svolta. La transizione verso la neutralità climatica offre importanti opportunità ma richiede una strategia chiara e investimenti mirati per affrontare la competizione globale e sfruttare al massimo il potenziale delle tecnologie pulite.  L’obiettivo generale è valutare la capacità produttiva dell’UE in settori strategici per la transizione energetica e fornire raccomandazioni per supportare l’implementazione del Net Zero Industry Act (NZIA).

Verso un'industria manifatturiera net-zero in Europa

Un nuovo studio indipendente – The net-zero manufacturing industry landscape across Member States– commissionato dalla Direzione Generale Energia della Commissione Europea, offre un quadro dettagliato sulla capacità manifatturiera delle tecnologie net-zero nei 27 Stati membri.

L’obiettivo principale dello studio è stato quello di valutare lo stato attuale e gli sviluppi recenti nei settori manifatturieri delle tecnologie net-zero negli Stati membri dell’UE, fornendo supporto al lavoro della Commissione per l’attuazione del Net Zero Industry Act (NZIA).

Lo studio mira a colmare il divario informativo sul settore e a identificare le strategie per potenziare la competitività europea in tecnologie chiave come fotovoltaico, batterie, pompe di calore e cattura del carbonio.

Con oltre il 70% degli Stati membri già impegnati in programmi di incentivazione, il report evidenzia best practice, ostacoli e opportunità per espandere la capacità produttiva in un mercato globale sempre più competitivo. Come afferma il report: “Questo studio rappresenta una base solida per orientare le decisioni politiche e industriali verso una crescita sostenibile e inclusiva”.

La mappa delle capacità manifatturiere nei Paesi UE

Lo studio fornisce un’analisi approfondita della capacità manifatturiera per le principali tecnologie net-zero, evidenziando differenze significative tra i Paesi membri. Ad esempio, la Germania guida la produzione europea di componenti per fotovoltaico e turbine eoliche, mentre l’Italia emerge come hub per il biogas e i sistemi solari termici.

Tuttavia, è evidente che il dominio della Cina nella produzione di batterie e componenti fotovoltaici rappresenti una grande sfida per l’Europa.

Fotovoltaico ed eolico

Per quanto riguarda l’energia fotovoltaica, l’Europa ha una capacità produttiva di 14-22 GW per i moduli, ma è ancora fortemente dipendente dalle importazioni di celle e wafer dalla Cina.
Nonostante il Vecchio Continente preveda di raddoppiare la propria capacità sulla base dei progetti annunciati, la Cina continuerà probabilmente a dominare il mercato globale. La Germania rimane il principale produttore dell’UE, seguita da Italia, Francia, Austria e Spagna.

La capacità manifatturiera europea dell’energia eolica crescerà moderatamente, circa il 10%, un dato ben distante dall’espansione cinese, prevista tra il 60% e l’80% della capacità globale nel medio termine, il che rappresenta un rischio per il vantaggio competitivo europeo. In Europa, la produzione è concentrata in Germania e Danimarca, che ospitano i principali produttori di turbine eoliche, e in Spagna, leader nella produzione di torri (circa il 50% del totale UE). Francia, Portogallo, Italia e Polonia contribuiscono con quote più ridotte.

Pompe di calore

La produzione in Europa è prevista in forte crescita. Germania, Svezia e Danimarca guidano il settore, con una crescente domanda interna che sostiene la produzione. Lo Studio segnala però che il ritmo di crescita delle pompe di calore è incerto, influenzato da fattori economici come tassi d’interesse elevati, inflazione e difficoltà nell’installazione. Secondo l’IEA, questi fattori stanno limitando la crescita di nuova capacità, con un rallentamento particolarmente acuto nell’UE, negli Stati Uniti e in Giappone.

Batterie

Un settore in rapida evoluzione, trainato dall’aumento della produzione industriale e dall’apertura di gigafabbriche. Partendo da una base di 150-260 GWh nel 2023, l’Europa dovrebbe aggiungere 150-250 GWh tra il 2024 e il 2025, con proiezioni che superano ulteriori 500-1000 GWh. Si prevede una riduzione della dipendenza dalla Cina grazie all’espansione delle capacità in UE e USA, con una quota di mercato globale combinata che crescerà dal 5% al 15% entro il 2030. Tuttavia, il rallentamento delle vendite di veicoli elettrici (EV) potrebbe influenzare queste prospettive. Germania, Polonia e Ungheria detengono le maggiori quote di capacità produttiva, ma anche Francia e Svezia si distinguono per una produzione significativa. Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Grecia stanno emergendo come importanti hub produttivi.

Un’area promettente è quella degli elettrolizzatori, con una capacità produttiva prevista in crescita da 5,4 GW a 25 GW entro il 2030, grazie agli investimenti in idrogeno verde. Più della metà della produzione è concentrata in Germania, con Danimarca, Belgio, Portogallo, Italia, Spagna e Francia che forniscono capacità aggiuntiva. Tuttavia, il rapporto sottolinea che molti progetti rimangono in fase di pianificazione.

Infine, il Rapporto segnala la crescita significativa del settore delle Infrastrutture di rete, guidata dalla modernizzazione e dall’integrazione delle energie rinnovabili. L’Italia è leader nella produzione di cavi, seguita da Svezia e Germania, con contributi rilevanti di Francia, Polonia, Danimarca, Belgio e Croazia.

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