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A cura di: Fabiana Valentini Indice degli argomenti: Cosa accade alla CARG? Il Progetto di Cartografia Geologica e i suoi obiettivi per lo sviluppo sostenibile L’Italia è un Paese in cui il rischio idrogeologico è un’emergenza da non sottovalutare. Circa il 94% dei Comuni italiani è a rischio frane o alluvioni, con circa 8 milioni di persone che abitano in zone pericolose per via di questi fenomeni. Questi dati arrivano dal rapporto ISPRA “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio” in cui si dà evidenza che nel 2021 si è assistito ad un incremento del 4% per quanto riguarda le frane e del 19% per le alluvioni. La frana di Ischia è solo l’ultimo doloroso esempio della fragilità del territorio. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale vede tra i suoi obiettivi primari quello di tutelare l’ambiente il monitoraggio, il controllo e la diffusione di materiale informativo di carattere scientifico. Uno dei progetti ISPRA legati al dissesto idrogeologico rischia la chiusura: parliamo della CARG (Carta Geologica d’Italia), un importante strumento pensato per mettere in sicurezza i territori e procedere ad una pianificazione urbanistica idonea. A lanciare l’allarma sulla mancanza di finanziamenti è proprio l’ISPRA: in un recente comunicato stampa, l’istituto di ricerca mette nero su bianco l’importanza della Carta Geologica poiché per “difendersi dagli eventi naturali occorre conoscere i pericoli”. C’è da dire che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto intervenendo al “question time” di Montecitorio nei giorni scorsi, ha assicurato che i finanziamenti saranno trovati: “il ministero garantirà il reperimento di risorse, per dotare il Paese di una cartografia aggiornata e condivisa con le Regioni e gli istituti di ricerca. Consentire la corretta prosecuzione di quanto è stato fatto negli ultimi anni, ovvero il completamento della cartografia, è un’azione rilevante per favorire la programmazione degli interventi contro il dissesto, nonché per la progettazione di infrastrutture sicure e la salvaguardia dell’ambiente”. Cosa accade alla CARG? Nei fogli della CARG – realizzati dall’ISPRA in collaborazione con le Regioni, Provincie autonome, Università e CNR – è possibile trovare dati fondamentali relativi alle risorse idriche, energetiche, minerarie oltre a poter visionare quali sono le aree più sicure per lo stoccaggio di scorie radioattive. img @ISPRA La compilazione della Carta Geologica d’Italia al momento è parziale e il suo completamento è a rischio per mancanza di fondi. Mancano all’appello ancora 300 fogli geologici, oltre a quasi tutti i fogli geotematici per poter completare il progetto. L’istituto di ricerca ha posto i riflettori sulla delicata situazione durante l’incontro “La memoria del territorio a garanzia del futuro: il progetto CARG” ponendo l’accento sull’importanza dell’iniziativa per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità al centro della COP27. La CARG “non è una semplice carta colorata, ma un’importante infrastruttura di ricerca strategica per la Nazione, che oggi rappresenta lo strumento più completo per leggere il passato e il presente del nostro territorio”. Il Progetto di Cartografia Geologica e i suoi obiettivi per lo sviluppo sostenibile Il lavoro di ISPRA per la realizzazione della Carta Geologica italiana su scala 1:50.000 prende l’avvio alla fine degli anni ’80, un’iniziativa inserita nell’ambito del Programma annuale di interventi urgenti di salvaguardia ambientale (L.67/88), poi nella Programmazione triennale per la tutela dell’ambiente (L. 305/89). Analizzare e comprendere il territorio è un tassello chiave per lo sviluppo sostenibile del Paese. Come dichiarato da ISPRA “La conoscenza dell’assetto geologico di superficie e del territorio nazionale, garantita dalla Carta Geologica alla scala 1:50.000 e dai modelli geologici 3D di sottosuolo ad essa associati, è in grado di assicurare un supporto fondamentale alle politiche nazionali ed europee verso la transizione energetica”. La Carta Geologica italiana permette di individuare e gestire le risorse naturali, comprenderne i processi del passato e in atto per garantire lo sviluppo di una società più resiliente ai cambiamenti climatici. La Banca Dati CARG è uno strumento conoscitivo di grande valore per la pianificazione territoriale e la mitigazione dei rischi. La mission del progetto è di garantire la “conoscenza del nostro Paese attraverso la produzione di dati di elevata qualità su tutto il territorio, nonché assicurare una costante azione di promozione e diffusione delle carte geologiche e modelli geologici 3D per le attività di pianificazione ambientale, urbanistica e di carattere infrastrutturale”. La conoscenza approfondita del territorio è funzionale ad una pianificazione mirata per la gestione e prevenzione dei rischi naturali che colpiscono il Paese. La prima fase di finanziamenti ha interessato il periodo 1988-2004, anni nei quali lo Stato ha stanziato più di 81 milioni di euro e circa 30 milioni dalle Regioni. La seconda tranche di finanziamenti, chiamata “nuova fase” ha preso il via con l’approvazione della Legge di Bilancio 160/2019 con uno stanziamento di 15 milioni di euro per il periodo 2020-2022 e con l’approvazione della Legge di Bilancio 178/2020 e il relativo stanziamento di ulteriori 10 milioni di euro per le annualità 2021-2022. ISPRA informa che fino al 2000 i finanziamenti hanno permesso di realizzare e informatizzare 281 fogli geologici arrivando al completamento del 45% della copertura totale. Sono stati inoltre realizzati 30 fogli geotematici e 6 fogli di geologia della piattaforma continentale adriatica alla scala 1:250.000. I finanziamenti al progetto sono tornati attivi solo dopo 20 anni: i ricercatori hanno potuto realizzare altri 67 fogli geologici e 6 fogli geotematici. I nuovi finanziamenti hanno permesso di assumere del personale specialistico del Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia di ulteriori professionisti tra cui geologi, rilevatori, boiostratigrafi, geomorfologi, cartografi e informatici. La mancanza di risorse economiche determinerà la fine del progetto con una conoscenza parziale del suolo e del sottosuolo nazionale. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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