Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
A cura di: Tommaso Tautonico Progetto The sea stars Indice degli argomenti: Architettura resiliente: città galleggianti che resistono ai cambiamenti climatici Nuovi habitat naturali dove l’uomo vive in armonia con la natura L’organizzazione non governativa Fondazione Eddy Eguavoen nasce dalla volontà dello studio di architettura Voen Associates di rendere onore al suo fondatore, il compianto Edwin Ehi Eguavoen, famoso architetto nigeriano. Attraverso il concorso “Lagos: city of water” le due realtà mantengono vivo il ricordo dell’architetto promuovendo l’innovazione nei progetti architettonici nigeriani. Attualmente Voen Associates si è concentrata sulle comunità povere di Lagos e in particolare a Makoko. Conosciuta come la più grande baraccopoli galleggiante, Makoko è soggetta a molte minacce, sia da parte dell’uomo che dalla natura, per via dei cambiamenti climatici. Il concorso chiedeva ai partecipanti di utilizzare la creatività per progettare un edificio, o una qualsiasi struttura che immaginasse un futuro sull’acqua, basandosi sul tema degli alloggi a prezzi accessibili e città sostenibili. Architettura resiliente: città galleggianti che resistono ai cambiamenti climatici Tra i progetti vincitori c’è “Water no get enemy” di Lloyd Martin che immagina una forma di urbanistica che esalta il rapporto simbiotico tra uomo e acqua. Progetto “Water no get enemy” di Lloyd Martin A causa dell’impatto del cambiamento climatico, l’innalzamento del livello del mare, l’aumento delle precipitazioni e delle inondazioni stanno diventando una realtà quotidiana per la comunità di Lagos. Il progetto prevede l’adozione di un sistema costruttivo monoblocco, concetto simile a quello che ritroviamo nei parchi eolici offshore. La natura robusta della struttura fornisce una base sicura e solida affinché le comunità possano crescere, libere da inondazioni. Ogni cluster di comunità ha tutto il necessario per sopravvivere: bioraffinerie, campi da coltivare, spazi di comunità e servizi sportivi. I cluster crescono organicamente nel tempo, adattandosi alla domanda sempre crescente di alloggi. Ogni casa è concepita come un anello chiuso, in cui l’economia circolare e il suo metabolismo sono di primaria importanza. Anche il progetto “The sea stars” di Shola Ashogbon, Sanniramat Sodiq, Adedokun Jamiu e Daniel Olufemi (img in apertura) nasce con l’idea offrire una soluzione all’innalzamento dei livelli dell’acqua. “In risposta al previsto aumento del livello dell’acqua, abbiamo adottato il concetto di una stella marina per le sue qualità uniche di adattabilità”. Il progetto si basa su un prototipo di città a struttura modulare, caratterizzata da alloggi a prezzi accessibili, in grado di risolvere il deficit abitativo di Lagos. Ogni modulo contiene un padiglione centrale e cinque appartamenti che si diramano dal centro. Grazie all’uso di pareti mobili, ogni unità abitativa può essere facilmente convertita per scopi diversi e ogni componente interno è costituito da materiali sostenibili e locali. Nuovi habitat naturali dove l’uomo vive in armonia con la natura L’esplosione demografica e l’innalzamento del livello dell’acqua sono problemi che minano la quotidianità di Lagos. “Bio-Shelter floating city” è un progetto che mira a ripristinare l’instabile ecosistema per dare alle generazioni future l’opportunità di tornare a vivere in armonia con la natura. Progetto Bio-Shelter floating city L’approccio non è solo dedicato alla protezione e prevenzione contro l’innalzamento delle acque, ma vuole dimostrare la possibilità di creare nuovi habitat sull’acqua, attraverso una città galleggiante che combina il bio-mimetismo con l’architettura tradizionale del popolo yoruba. Il progetto, costituito da strutture galleggianti realizzate con materiali riciclato provenienti dalle botti, bambù e legno con aggiunte di etilene tetrafluoroetilene, etfe, per la copertura, prevede la realizzazione di moduli adibiti a diversi servizi di base: istruzione, salute, spazi comunitari e cibo. Il progetto “Circles of hope” di Masoud Abedimoghadam e Zahra Fattahi nasce con l’obiettivo di soddisfare le richieste e i problemi degli abitanti di Makok. Progetto Circles of hope Qui infatti mancano centri sanitari, scuole efficienti, spazi verdi e allevamenti ittici che possono soddisfare la richiesta di cibo. Creare comunità sostenibili è stato il punto di partenza del progetto: i residenti possono raccogliere frutta e alimenti biologici attraverso impianti di acquaponica, l’intera comunità è autonoma dal punto di vista energetico grazie ai pannelli solari, i rifiuti organici possono essere riciclati e utilizzati come fertilizzante e conservati in barili che fungono anche da struttura per il galleggiamento di ogni edificio. “Eko gbemi” di Samuel Etopidiok, Oliyide Abdulrahmanv e Chigozie Wokomaty è il progetto di struttura galleggiante che più di altri affronta i problemi riguardanti le inondazioni, le pessime strutture edilizie e la vita umana. Progetto Eko gbemi Grazie ad un uso flessibile dello spazio e dei materiali, principalmente legno, nel progetto sono inserite strutture scolastiche, residenziali, il municipio, l’ospedale, il centro sportivo e l’area agricola. Gli edifici galleggianti sono autosufficienti e adattabili ad altre comunità costiere in tutto il mondo. Il progetto si basa su caratteristiche come materiali subito disponibili, metodologia di costruzione flessibile e design adattabile e diverse tipologie di edifici. Con questo approccio, i progettisti si prefiggono di migliorare la qualità della vita della comunità. img by www.voenassociates.com Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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