I ricercatori dell'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche (Ivalsa-Cnr) di San Michele all'Adige (Tn) – in collaborazione con il Centro europeo di impresa e innovazione, Habitech – Distretto tecnologico trentino per l'energia e l'ambiente – e diverse aziende e consorzi artigiani del Trentino, sono impegnati nella sperimentazione del 'Modulo abitativo Ivalsa' (Mai), un edificio in legno con elevati livelli di modularità, prefabbricazione e sostenibilità."Si tratta di una struttura composta da cinque moduli prefabbricati e trasportabili", spiega Paolo Simeone dell'Ivalsa-Cnr, ideatore del progetto insieme con Andrea Briani, "che vengono assemblati tra loro in modo da formare un unico edificio arredato, dotato di tutti i comfort e ad alto risparmio energetico". Ciascun modulo Mai è infatti dotato delle componenti di un edificio finito: dai pavimenti all'impiantistica, fino ai rivestimenti interni. "Una delle caratteristiche assolutamente innovative, rispetto alla tradizionale prefabbricazione in legno, è che una volta arrivati sul posto non bisogna fare altro che avvitare dei bulloni", prosegue Ario Ceccotti, direttore dell'Istituto Cnr e responsabile scientifico del progetto. "Con questo sistema, inoltre, è possibile costruire edifici di qualsiasi grandezza e forma architettonica".Mai è anche un esempio di sostenibilità ambientale. "Gli involucri esterni per le pareti sono stati progettati per ottenere valori di trasmittanza e sfasamento termici da 'casa passiva', evitando così l'utilizzo di impianti di riscaldamento convenzionale", dichiara Paolo Simeone. "In copertura un modulo ospita un sistema integrato di solare termico, mentre due moduli sono coperti da un tetto verde in grado di controllare lo scarico a terra delle acque piovane".Uno speciale rivestimento interno garantisce la resistenza al fuoco, mentre esternamente una facciata ventilata di tavole di legno e una guaina traspirante impermeabile proteggono gli strati di fibra di legno dalla pioggia diretta e dalle radiazioni ultraviolette. "Tutto il legno impiegato, prevalentemente di conifere, proviene da foreste certificate del Trentino e la struttura portante è realizzata con pannelli X-lam provenienti dalle prove effettuate nei quattro anni di studi sulla casa antisismica del progetto Sofie", prosegue il ricercatore. Un prodotto di ‘riciclo', ma senza rinunciare al design. "Gli arredi, pensati su misura e per ottimizzare gli spazi, sono realizzati con legno massiccio al naturale non trattato, o placcato con materiali compositi a base di fibre ottenute al 100% da carta riciclata e privi di resine derivate dal petrolio", conclude Simeone. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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