Raggiungere l’obiettivo di 1,5°C e le emissioni zero si può

Pubblicato un nuovo rapporto dell’IEA che traccia il percorso verso le emissioni nette 0 entro il 2050: aumentare rapidamente l’energia rinnovabile e ridurre l’uso dei combustibili fossili può creare milioni di posti di lavoro e garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi

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Raggiungere l'obiettivo di 1,5°C e le emissioni 0 si può

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Pubblicato dall’IEA – International Energy Agency il Rapporto “Net Zero by 2050. A Roadmap for the Global Energy Sector” che propone la tabella di marcia che i paesi dovrebbero seguire per garantire il rispetto dell’Accordo di Parigi e la neutralità climatica al 2050. E’ una strada “stretta” che richiede enormi sforzi da parte di tutti lungo tutta la catena della produzione e utilizzo di energia.

La cattiva notizia è che secondo il Rapporto gli impegni climatici fissati fino a oggi dai governi – anche se pienamente raggiunti – lascerebbero ancora circa 22 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 in tutto il mondo nel 2050 e non riuscirebbero a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C. La continuazione di questo trend è coerente con un aumento della temperatura nel 2100 di circa 2,1 °C. Inoltre le emissioni globali sono scese nel 2020 a causa della crisi del Covid-19, ma ora hanno ripreso a salire velocemente.

La tabella di marcia verso le emissioni zero

Nonostante la situazione complessa, lo Studio propone un percorso preciso che, se rispettato, permetterebbe di passare a un sistema energetico net zero entro il 2050, garantendo forniture energetiche stabili ed economiche, fornendo un accesso universale all’energia e consentendo una significativa crescita economica, con milioni di posti di lavoro.

Fatih Birol, il direttore esecutivo della IEA spiega che “La nostra Roadmap mostra le azioni prioritarie necessarie per cogliere l’opportunità di emissioni nette zero entro il 2050 – limitata ma ancora raggiungibile. Si tratta forse della più grande sfida che l’umanità abbia mai affrontato. Sono necessarie azioni politiche forti e credibili da parte dei governi, sostenute da una maggiore cooperazione internazionale”.

Il rapporto esamina anche le incertezze chiave, come il ruolo della bioenergia e la cattura del carbonio.

La Roadmap definisce oltre 400 tappe da rispettare verso le emissioni zero. Tra queste, a partire da oggi, nessun investimento in nuovi progetti di fornitura di combustibili fossili o per nuove centrali a carbone. Entro il 2035 si devono eliminare le vendite di nuove autovetture con motore a combustione interna.

Nel breve termine è necessario incrementare in maniera massiccia l’uso di tutte le tecnologie energetiche pulite ed efficienti insieme a investimenti in innovazione. Per rispettare questo percorso è necessario che entro il 2030 le aggiunte annuali di solare fotovoltaico raggiungano i 630 gigawatt (equivalente all’installazione ogni giorno del parco solare attualmente più grande del mondo) e quelle di energia eolica i 390 gigawatt, ovvero più di 4 volte il record stabilito nel 2020.

IEA: crescita record di fotovoltaico ed eolico entro il 2030

E’ inoltre necessario aumentare i progetti di efficienza energetica, con una percentuale del 4% all’anno fino al 2030, circa tre volte la media degli ultimi due decenni.

Gli investimenti energetici annuali dovrebbero arrivare a 5 trilioni di dollari entro il 2030 portando a una completa trasformazione del mondo energetico entro il 2050. Nel percorso a emissioni nette zero presentato nel rapporto, l’economia mondiale nel 2030 è circa il 40% più grande di oggi e ci saranno 2 miliardi di persone in più, ma useremo l’8% in meno di energia. Quasi il 90% della produzione di elettricità proverrà da fonti rinnovabili, con l’eolico e il solare fotovoltaico che insieme rappresentano quasi il 70%. Una buona percentuale del rimanente sarà coperta dal nucleare, i combustibili fossili copriranno un quinto della fornitura totale di energia. La contrazione della produzione di petrolio e gas naturale avrà implicazioni di vasta portata per tutti i paesi e le aziende che producono questi combustibili.

Investire in nuove tecnologie

La maggior parte delle riduzioni globali delle emissioni di CO2 entro il 2030 provengono da tecnologie oggi disponibili. Ma nel 2050, quasi la metà delle riduzioni provengono da tecnologie che sono attualmente solo in fase di studio o prototipo. I Governi devono dunque aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, mettendo le  tecnologie energetiche pulite al centro della politica energetica e climatica. I progressi nelle aree delle batterie, degli elettrolizzatori per l’idrogeno e della cattura e stoccaggio diretto dell’aria possono avere un impatto particolarmente significativo.

Un percorso così ambizioso non può prescindere dalla condivisione e partecipazione dei cittadini.

Fornire elettricità a circa 785 milioni di persone che non vi hanno accesso e soluzioni pulite per cucinare a 2,6 miliardi di persone che ne sono prive è parte integrante del percorso netto zero della Roadmap. Si prevede un costo di circa 40 miliardi di dollari all’anno, pari a circa l’1% dell’investimento medio annuo del settore energetico, con enormi benefici per la salute, grazie alla riduzione dell’inquinamento dell’aria interna, e un calo di morti premature di 2,5 milioni all’anno. “La transizione deve essere equa e inclusiva – ha continuato Fatih Birol – non lasciando nessuno indietro. Dobbiamo garantire che le economie in via di sviluppo ricevano i finanziamenti e il know-how tecnologico di cui hanno bisogno per costruire i loro sistemi energetici per soddisfare le esigenze delle loro popolazioni ed economie in modo sostenibile”.

Quello tracciato dall’IEA è un percorso globale ma naturalmente ogni paese dovrà pianificare la propria strategia: “le economie avanzate raggiungono lo zero netto prima delle economie in via di sviluppo. L’AIE è pronta a sostenere i governi nella preparazione delle loro tabelle di marcia nazionali e regionali, a fornire assistenza e a promuovere la cooperazione internazionale per accelerare la transizione energetica in tutto il mondo”.


1/4/21

Vertice Net Zero verso la neutralità climatica

I principali leader internazionali dell’energia e del clima di 40 paesi hanno partecipato al vertice Net Zero dell’IEA-COP26, occasione importante per tracciare la strada per ridurre le emissioni globali di gas serra e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di ParigiNet Zero Summit, la strada per raggiungere gli obiettivi di parigi

Si è svolto ieri online il vertice Net Zero, co-ospitato dal direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol e dal presidente della COP26 Alok Sharma, che ha riunito gruppi della società civile, aziende private, istituzioni governative e rappresentanti dei ministeri dell’energia e del clima di più di 40 paesi, tra cui Australia, Brasile, Cina, Colombia, Unione europea, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Sud Africa, Regno Unito. Si è trattato di un’importante occasione di confronto per definire le politiche da attuare per accelerare la transizione energetica, ridurre le emissioni globali di gas serra e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi in vista della COP26 di novembre.

Il vertice ha riunito i paesi che rappresentano più dell’80% del PIL, della popolazione e delle emissioni a livello globale. Tra i partecipanti più significativi c’erano Zhang Jianhua, ministro cinese dell’energia; Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione europea; Raj Kumar Singh, ministro indiano dell’energia, John Kerry, inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima; Amani Abou-Zeid, commissario dell’Unione africana per le infrastrutture e l’energia; Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Alok Sharma, presidente della COP26 ha sottolineato che “il Summit dimostra chiaramente la volontà dei governi, della società civile e delle imprese di lavorare insieme in ogni settore per far sì che si possa raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°. Lavorando insieme, possiamo accelerare il progresso, creare posti di lavoro, e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future”.

“Il nostro Vertice Net Zero ha confermato che la stragrande maggioranza del mondo è d’accordo sulla gravità della crisi climatica e sull’urgenza di azioni immediate arrivare a emissioni zero. Ma ha anche sottolineato la necessità di una maggiore collaborazione internazionale per guidare la transizione verso l’energia pulita”, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. “Nessun paese può farlo da solo, le economie devono lavorare insieme”.

Durante il vertice l’IEA ha presentato i 7 principi chiave, sostenuti dalla maggior parte dei Governi, che possono guidare la strada verso le emissioni zero e che interessano aree essenziali. A partire dalla necessità di pianificare interventi di ripresa sostenibili post Covid-19, dall’importanza che vengano stabilite tabelle di marcia attuabili per la riduzione delle emissioni per il decennio in corso e dallo sviluppo di meccanismi coordinati a livello globale capaci di accelerare l’innovazione e la decarbonizzazione nei settori dell’economia che producono emissioni. Si parla anche dell’importanza della collaborazione e della condivisione delle innovazioni tecnologiche, del sostegno alle popolazioni più fragili per garantire un accesso sicuro e sostenibile all’energia, del monitoraggio degli investimenti nel settore energetico, della garanzia di transizioni incentrate sulle persone, dell’integrazione della sicurezza energetica e dell’accessibilità economica nei piani dei singoli paesi.

L’IEA il 18 maggio pubblicherà la prima tabella di marcia per il settore energetico che stabilirà un percorso per i governi, le aziende, gli investitori e i cittadini verso le emissioni nette zero entro il 2050, in linea con un aumento della temperatura di 1,5 gradi.

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