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Il decreto legislativo n. 28 del 2011, che incentiva l’uso delle energie rinnovabili, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche. Ciò significa che agli operatori diplomati alla scuola dell’obbligo e che hanno acquisito esperienza in anni di lavoro si nega sia il riconoscimento della qualificazione professionale imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento. Per questo motivo dal 1° agosto 80.000 imprese di installazione impianti, con circa 200.000 addetti, operanti nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia) rischiano di non poter più lavorare. Confartigianato, Cna e Casartigiani che si stanno battendo da tempo contro le disposizioni del decreto legislativo, hanno organizzato a Roma la mobilitazione della categoria e sollecitano l’intervento del Governo e del Parlamento per modificare una disposizione assurda che finisce per creare una nuova categoria di ‘esodati’. “Chiediamo – sottolinea Giovanni Barzaghi, Presidente di Confartigianato Impianti – di cambiare il decreto legislativo 28/2011 che nega agli impiantisti il diritto di lavorare.Soprattutto nell’attuale momento di crisi una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”. “Il Governo ed il Parlamento garantiscano a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nel settore delle energie rinnovabili”. E’ la richiesta di Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale di CNA Installazione Impianti, per dare soluzione al problema. “Riteniamo evidente – prosegue il Presidente degli impiantisti della CNA – la lesione del principio comunitario di tutela della concorrenza che una tale disciplina comporta in riferimento al problema dell’esclusione dei Responsabili Tecnici dalla possibilità di continuare ad operare nel settore delle rinnovabili. Una simile artificiosa, drastica riduzione del numero dei concorrenti nel mercato non potrà che determinare il sorgere o il consolidarsi di posizioni dominanti. E’ una situazione kafkiana dai dubbi profili costituzionali, che certamente lede il principio di libera concorrenza tra imprese e che faremo di tutto per modificare”. “L’assurdità – evidenzia Piero Valenzano, responsabile di Casartigiani Installazione Impianti – è che, qualora non venisse fatta chiarezza sull’applicazione della norma, si potrebbe configurare il caso di un Responsabile Tecnico di una impresa che installa da anni pannelli solari o fotovoltaici, pienamente qualificato in base ai criteri oggi definiti, al quale verrebbe impedito, per la sopravvenienza della norma, di continuare a svolgere il lavoro che svolgeva prima dell’entrata in vigore dei nuovi requisiti”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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