Il mercato elettrico tra flessibilità e sostenibilità

Il mercato elettrico sta vivendo un’evoluzione spinta, caratterizzata dall’apertura del mercato dei servizi di dispacciamento. Se ne è parlato in un convegno a Milano, ecco le sfide e le opportunità

A cura di Ivan Celeste

Il mercato elettrico tra flessibilità e sostenibilità

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L’energia è interessata da un profondo cambiamento. Dalla produzione alla distribuzione e allo stoccaggio, ci sono molte novità in gioco, specie per l’elettricità: consumatori sempre più prosumer, comunità energetiche, reti intelligenti e soprattutto un sempre maggiore ricorso alla tecnologia, al mondo digitale.

Si sta definendo così un mercato elettrico improntato alla flessibilità ed è un processo internazionale, in cui l’Italia fa ed è chiamata a fare la propria parte. Come si stia muovendo e quali opportunità e complessità significhi tutto questo nuovo paradigma energetico è stato illustrato nei giorni scorsi a a Milano, in occasione del convegno dell’Energy & Strategy Group della School of management – Politecnico di Milano intitolato “La nuova configurazione del mercato elettrico italiano: opportunità e barriere nella gestione della flessibilità”. 

L’apertura del mercato per il servizio di dispacciamento

In questo processo di rinnovamento, l’Europa ha un ruolo importante. «Con il Clean Energy Package del 2016 sono state introdotte misure, recepite da ogni Paese in base alle proprie caratteristiche, che toccano temi quali l’efficienza energetica, le rinnovabili e anche i mercati dell’energia elettrica.

Nasce così il tema della flessibilità e la possibilità di incrementare o ridurre produzione e consumo negli impianti e nelle unità di impiego dell’energia», ha illustrato Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy & Strategy Group. Lo stesso ha rilevato inoltre come il nostro Paese, con una serie di provvedimenti ha affrontato il tema e a questo proposito è centrale la delibera 300/2017/R/eel. Proprio questa delibera e le successive hanno aperto il mercato per il servizio di dispacciamento (MSD) alla domanda elettrica e alle unità di produzione anche da fonti rinnovabili e anche ai sistemi di accumulo. Non solo: ha istituito l’avvio di progetti pilota in vista della costituzione del TIDE, il Testo integrato dispacciamento elettrico, in coerenza con il balancing code europeo. 

Unità di produzione e piattaforme al centro del mercato

Al centro di questi progetti pilota c’è la partecipazione delle unità di produzione, le UVA (unità virtuali abilitate), di consumo (UVAC) e di produzione (UVAP) e, anche le UVAM, ovvero quelle miste. Non solo: lo scorso maggio sono state avviate le consultazioni per le UVAR, ovvero le unità virtuali abilitate per la ricarica, in cui le auto elettriche entrano in gioco mediante il Vehicle-to-Grid, che permette all’auto di trasformarsi in un’autentica batteria per l’accumulo su ruote. Prossimamente saranno aperte le consultazioni sulle UVAS, relative allo stoccaggio.

Questa ampiezza ed eterogeneità di risorse coinvolte, ha rilevato Chiesa: “ha implicato per il soggetto aggregatore, il BSP – Balancing Service Provider di dotarsi di un’infrastruttura tecnologica in grado di gestire in modo efficace ed efficiente la modulazione delle unità aggregate, nel caso in cui Terna si trovi nella situazione di usufruire dei servizi di flessibilità”.

A questo riguardo un ruolo cruciale lo ricoprono le piattaforme di gestione che permettono di integrare funzionalità e algoritmi sempre più complessi e di conseguenza i modelli di business degli addetti ai lavori sono in costante evoluzione e non è ancora chiara ed emergente la direzione del mercato. Anche a questo proposito le piattaforme saranno importanti per integrare tutti i servizi necessari all’interno della filiera dell’aggregazione che comprende monitoraggio, ottimizzazione mono e multi asset, forecasting, dispatching management e trading. 

Mercato dell’energia e prospettive, il punto di vista di Terna

Detto questo, è stata la volta di Terna a illustrare lo stato dell’arte e le opportunità che questa transizione possa offrire.

Luca Marchisio, head of Strategy dell’operatore di reti, si è detto favorevole all’apertura del mercato e alle nuove risorse che possano complementare quelle esistenti e nel fornire servizi di flessibilità. Si parte da un presupposto, offerto da alcuni elementi di scenario, il primo dei quali è la necessità di passare a un modello energetico più green.

È sufficiente pensare all’aumento di fabbisogno energetico globale, i cui consumi dal 1990 al 2015 sono passati da 8mila a 13mila Mega Tep, o alla produzione record di emissioni CO2 nel 2018. I cambiamenti climatici in atto sono un monito costante cui il mondo dell’energia deve fare la propria parte per cambiare la rotta. Anche l’Italia lo intende fare, per questo si è posta obiettivi in termini di produzione energetica da rinnovabili molto ambiziosi. Ma per centrarli occorre uno sforzo enorme.

Non sarà facile arrivare al 2030 e contare su una quota significativa di fotovoltaico ed eolico, le due maggiori voci. Parimenti occorre però che il sistema elettrico garantisca un certo equilibrio. Il bilanciamento tra domanda e offerta è cruciale, come la stabilità, la sicurezza, l’affidabilità. Per raggiungere gli obiettivi occorrono soluzioni affidabili e l’impiego della tecnologia per garantire anche un monitoraggio costante e puntuale. Con la progressiva decarbonizzazione del parco di produzione, in futuro serviranno anche nuove risorse di flessibilità per garantire l’adeguatezza e la sicurezza di un sistema elettrico sempre più ampio e complesso di quello attuale.

Da qui l’avvio da parte di Terna dei progetti pilota di Terna tra cui le UVAM. Allo scorso giugno, segnala lo stesso operatore, risultano qualificate più di 120 UVAM con una potenza di circa 830 MW. L’obiettivo di Terna è assegnare entro la fine dell’anno in corso 1000 MW di capacità tramite procedure per l’approvvigionamento a termine (aste). “Attualmente, a seguito dell’asta annuale, infrannuale e delle prime aste mensili, risultano assegnatari di capacità già 25 diversi BSP (Balancing Service Provider), responsabili delle prestazioni dei servizi negoziati sul mercato dei servizi.”

Tra l’altro, l’Italia partita da una posizione assolutamente marginale, lo scorso anno «è stato il paese europeo che ha compiuto i progressi più importanti in Europa per l’abilitazione delle risorse distribuite al mercato dei servizi», ha evidenziato Marchisio, portando a testimonianza lo studio di smartEn dedicato.

Questo fa ben sperare anche nella prossima evoluzione del sistema elettrico, sempre più aperto a integrare nuove soluzioni e tecnologie che potranno rendere sempre più sostenibili produzione e domanda, ma il mondo stesso in cui viviamo.

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