Pompe di calore: le vendite a livello globale continuano a crescere a doppia cifra

Secondo l’ultima analisi dell’IAE, continuando ai tassi di crescita attuali le pompe di calore entro il 2030 raddoppieranno la propria quota di riscaldamento negli edifici

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Pompe di calore: le vendite a livello globale continuano a raddoppiare

Secondo l’ultima analisi dell’International Energy Agency, le vendite globali di pompe di calore sono aumentate dell’11% nel 2022, segnando il secondo anno di crescita a due cifre di questa tecnologia centrale nella transizione verso un riscaldamento sicuro e sostenibile. Un aumento sostenuto dagli incentivi, considerando gli alti prezzi del gas naturale e gli sforzi di tutti i paesi per ridurre le emissioni di gas serra.

Complessivamente le pompe di calore coprono oggi circa il 10% del fabbisogno di riscaldamento degli edifici, il che significa circa 100 milioni di famiglie, ovvero una casa su 10. Ma sono molti di più i nuclei che le utilizzano solo in raffrescamento, impiegandole in riscaldamento solo per brevi periodi in inverno, in aggiunta al sistema principale.

Si tratta di una crescita importante ma nell’analisi di IEA si legge che, per rispettare gli obiettivi in materia di energia e clima, le pompe di calore entro il 2030 dovranno soddisfare quasi il 20% del fabbisogno globale di riscaldamento, obiettivo raggiungibile se le installazioni continueranno a crescere al ritmo di questi ultimi 2 anni. Ma l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 chiede una maggiore ambizione, con una crescita delle vendite del 15% all’anno in questo decennio.

Il che significa che oltre alle nuove costruzioni e agli interventi nelle case monofamiliari esistenti bisognerà intervenire con priorità nei condomini già esistenti e negli spazi commerciali che necessitano di interventi di riqualificazione

In Europa anno record

Con un +40% di vendite rispetto all’anno precedente, pari a quasi 3 milioni di impianti, in Europa la vendita di pompe di calore ha toccato un nuovo record, in particolare i sistemi aria-acqua compatibili con gli impianti di riscaldamento radiante a pavimento hanno raggiunto una crescita del 50%. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha alimentato questo trend, con conseguenti significativi aumenti dei prezzi del gas naturale e dell’elettricità, che hanno spinto i consumatori a cercare alternative più efficienti e green. Anche la Commissione europea lo scorso anno ha proposto di raddoppiare la diffusione delle pompe di calore per ridurre la nostra dipendenza dal gas naturale russo. Praticamente in tutti i paesi del Vecchio Continente si è registrata una crescita ma Italia, Francia e Germania lo scorso anno hanno rappresentato quasi la metà di tutte le vendite in Europa. Nei Paesi nordici, dove le pompe di calore sono una soluzione di riscaldamento consolidata, è stato venduto un numero di unità per famiglia quasi cinque volte superiore a quello del resto d’Europa.

Negli Stati Uniti, gli acquisti di pompe di calore hanno superato quelli delle caldaie a gas. In Cina, che continua a essere il più grande mercato mondiale, le vendite, in un contesto di rallentamento generale dell’economia, sono rimaste stabili.

Crescita annuale delle vendite di pompe di calore negli edifici a livello mondiale e in alcuni mercati selezionati, 2021 e 2022.
Crescita annuale delle vendite di pompe di calore negli edifici a livello mondiale e in alcuni mercati selezionati, 2021 e 2022. Fonte IEA

Incentivi, fattore chiave a sostegno della diffusione delle pompe di calore

Nell’analisi IEA spiega che gli incentivi, che in molti casi nel 2022 sono stati rafforzati, hanno aiutato le vendite di pompe di calore in più di 30 Paesi del mondo che rappresentano più del 70% della domanda globale di riscaldamento degli edifici. Nei paesi dove gli incentivi non sono presenti il divario economico per esempio rispetto all’acquisto di una caldaia a gas non rendono le pompe di calore davvero interessanti, soprattutto per le famiglie a basso reddito.

Ci sono inoltre altri limiti dovuti alla burocrazia spesso complessa per le nuove installazioni, alla difficoltà nella catena di approvvigionamento o in alcuni casi di reperire installatori preparati.

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