Il primo impianto a biometano delle Marche dà energia a 3.000 case

L’impianto biogas della società En Ergon, controllata dal gruppo Astea, è stato inaugurato a Ostra, in provincia di Ancona: è il primo a biometano della Regione: trasformerà 32.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno in 3 milioni di metricubi di metano

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Il primo impianto a biometano delle Marche dà energia a 3.000 case

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È entrato in funzione il primo degli impianti a biometano della regione Marche. Altri cinque o sei sono in costruzione, così come in altre parti di Italia si sta puntando a implementare soluzioni di questo tipo in ottica di sostenibilità.

Il nuovo impianto di Ostra (Ancona) della società En Ergon, controllata dal gruppo Astea, riuscirà a trasformare  32.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno in 3 milioni di metricubi di metano. Questo sarà immesso nella rete di trasporto Snam e arriverà a riscaldare e fornire energia a 3000 abitazioni Questo impianto rappresenta un esempio virtuoso di riutilizzo della “forsu” (frazione di rifiuti organici dei residenti) anche se c’è ancora tanta strada da fare. Basti pensare che solo nella provincia di Ancona la frazione dei rifiuti organici ammonta a circa 50.000 tonnellate annue.

Un modello virtuoso di economia circolare

Questo impianto è stato progettato in ottica di sostenibilità ambientale. Permetterà il trattamento dei rifiuti di origine biologica e la gestione dell’umido proveniente dalla raccolta differenziata dei residenti. Produrrà sia biometano sia compost destinato a usi zootecnici, agricoli e florovivaistici.

Il primo impianto a biometano delle Marche dà energia a 3.000 caseLa struttura risponde ai bisogni del territorio in ottica di economia circolare: il rifiuto diventa energia verde a disposizione della stessa area che lo ha prodotto. Un modello che dovrebbe quindi essere replicato a livello nazionale, anche se non è semplice.

Le sfide per gli impianti di biometano in Italia

La scommessa del biometano, infatti, in Italia è ancora tutta da vincere perché gli iter della burocrazia per avviare un impianto di questo tipo sono piuttosto complessi. Basti pensare che per inaugurare quello di Ostra ci sono voluti circa otto anni, di cui tre quarti del tempo dedicati a iter burocratico e solo un quarto per la costruzione. Tempi che andrebbero accorciati per far fronte a una transizione ecologica che non può più aspettare.

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