Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
Un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dall’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC, nell’ambito del progetto iNSPiRe, ha raccolto, verificato e integrato una serie di dati sugli edifici esistenti in 27 paesi europei, responsabili del 40 per centro del consumo di energia. Si tratta di un database prezioso e molto utile per definire le politiche energetiche sia a livello nazionale che europeo. Il database elaborato dai ricercatori considera in prevalenza gli edifici costruiti tra il secondo dopoguerra e gli anni ottanta. “In quegli anni l’assenza di regole per l’efficienza energetica ha comportato che oggi questi complessi siano responsabili del 40 per cento dell’energia totale consumata a livello europeo. Migliorarli è quindi fondamentale in un’ottica di riduzione delle emissioni inquinanti e di rispetto degli obiettivi sul clima dettati da Bruxelles per il 2020” spiega Roberto Fedrizzi, responsabile del progetto iNSPiRe e coordinatore del gruppo di ricerca sui sistemi termici all’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC. “Il database può diventare uno strumento importante per definire politiche energetiche sia a livello nazionale che europeo, partendo da un’analisi concreta della situazione attuale” conclude Fedrizzi. In particolare i ricercatori hanno analizzato i dati su riscaldamento, raffrescamento e fornitura di acqua calda e calcolato il consumo medio per metro quadro in ognuno dei 27 stati europei. Emerge un dato interessante: nonostante climi diversi infatti, i consumi per il riscaldamento non variano in modo considerevole tra stati del nord Europa e dell’area mediterranea. Questo dato, secondo i ricercatori, dipende dal fatto che nei paesi nordici sono state scelte soluzioni costruttive migliori per isolare dal freddo. Gli edifici residenziali europei consumano in media 140 chilowattora per metro quadro all’anno per il riscaldamento. Per la fornitura di acqua calda ne servono invece in media 25 e altri 20 per il raffrescamento estivo. Nel calcolo sono state considerate le differenze tra uffici, abitazioni unifamiliari e condomini, valutando anche le caratteristiche di elementi costruttivi come il tetto, le pareti e i serramenti. Oltre a tracciare un quadro approfondito dei consumi, i dati ottenuti permettono di esaminare la spesa media delle famiglie e di calcolare la convenienza di una ristrutturazione. In Italia per esempio, dove i consumi si allineano alla media europea, il costo medio per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria in un appartamento di 70 metri quadri si aggira intorno a 1400 euro l’anno. Secondo i calcoli dei ricercatori questa spesa potrebbe essere ridotta dal 50 al 70 per cento con interventi sull’involucro, sulle finestre e sugli impianti termici. La seconda fase del progetto iNSPiRe che durerà ancora due anni è dedicata a ottimizzare gli interventi di riqualificazione efficiente: il gruppo di lavoro individuerà e testerà soluzioni pratiche di risanamento che combinano tecnologie passive, come l’isolamento e la sostituzione di finestre, e attive come l’installazione di sistemi termici e di ventilazione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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