Riforma delle tariffe elettriche: inascoltate le richieste delle rinnovabili

Le Associazioni ambientaliste unite contro la riforma dell’AEEGSI

Le associazioni Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, ITALIA Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF, in un comunicato congiunto esprimono forti criticità sulla riforma delle nuove tariffe elettriche dell’Autorita per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (delibera 582/2015 del 2 dicembre 2015) che, a partire dal 1° gennaio 2016 e con gradualità, interesserà i 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani.
La riforma, introdotta dal DL 102/2014 in attuazione della direttiva europea 27/2012, prevede che entro il 1 gennaio 2018 venga superata l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema – cioè con un costo unitario del kWh che cresce per scaglioni all’aumentare dei prelievi. In sostanza la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale oltre il 40% della nostra bolletta, saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo. L’AEEGSI sottolinea che l’obiettivo della riforma è “Sostenere la diffusione di consumi efficienti oggi penalizzati da costi eccessivi, semplificare e rendere più trasparente la bolletta, rendere quello che paghiamo più equo e realmente aderente ai costi dei servizi di rete”.

Le associazioni ambientaliste viceversa denunciano che si tratta di un provvedimento che sostiene le fossili a danno delle rinnovabili, penalizzante per gli utenti che hanno bassi consumi e annunciano ricorso al TAR Lazio e battaglia su tutti i fronti.
La delibera 582/2015 varata durante la COP21 di Parigi, appuntamento che unisce i capi di Stato nel cercare un accordo vincolante che riduca le emissioni e spinga verso un mondo più efficiente, “Istituisce in Italia il principio secondo il quale – si legge nel comunicato – chi più consuma meno paga; attraverso il bonus sociale, con un minimo contributo economico, si disincentiva l’efficienza energetica per le fasce di popolazione meno abbienti. Anziché spingerle a risparmiare energia si cerca di aumentarne i consumi”.
Inoltre la riforma sposta i costi di rete da coloro che consumano molto a coloro che risparmiano energia. Si tratta di una riforma a sostegno delle grandi lobby delle fossili: “Vengono riconosciuti ai grossisti e ai distributori di energia elettrica più soldi chiedendoli a chi risparmia sulla bolletta, con la scusa di incentivare pompe di calore e piastre a induzione, cosa che si potrebbe fare con altri metodi”.

Questa riforma aumenta i costi dell’energia elettrica, incoraggia il consumo di energia prevalentemente da fonti fossili prelevata dalla rete, pregiudica gli investimenti già effettuati per impianti di autoconsumo e per l’efficienza energetica, non è conforme né alla legge delega né alle direttive comunitarie, ma soprattutto non influenza per nulla il comportamento del consumatore, che non avrà alcun interesse nell’assumere comportamenti virtuosi
Nel comun icato si legge che costerà in media a ogni italiano circa 100 € all’anno, senza neppure la possibilità di risparmiare tramite comportamenti virtuosi. Pagheranno meno solo i grandi spreconi di energia, non importa se con nucleo familiare numeroso o meno, in quanto i costi saranno parametrati più alla potenza impegnata che all’energia consumata.

Le associazioni hanno presentato solo pochi giorni fa una proposta alternativa, di cui l’AEEGSI non ha tenuto minimamente conto, che permette di stabilizzare la tariffa D1, ovvero la tariffa che prevede l’ottenimento di benefici sui costi di rete solo se si mette in atto un comportamento virtuoso. Si potrebbe così incentivare un qualsiasi intervento per efficientare i consumi, spingendo a non sprecare ma a usare con raziocinio l’energia. Questa proposta ha preso quindi il nome di “Tariffa proporzionale”.

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