Riqualificazione efficiente per la ripresa del settore delle costruzioni

Nomisma: interventi di riqualificazione per il 55% degli edifici, efficientamento energetico per il 28,2%, solo il 15% nelle classi energetiche più efficienti

In occasione della presentazione del nuovo format di Saie – Smart House, dedicato all’edilizia della casa e SIE – Salone dell’innovazione impiantistica per gli edifici, organizzato da BolognaFiere, Senaf/Tecniche Nuove, Luca Dondi – Direttore Generale di Nomisma ha tracciato un quadro del patrimonio immobiliare italiano.
Come hanno sottolineato Duccio Campagnoli – Presidente di BolognaFiere e Giuseppe Nardella – Presidente di Tecniche Nuove e Senaf, le due manifestazioni, che si terranno a BolognaFiere dal 14 al 17 ottobre 2015, rappresentano lo strumento utile all’integrazione espositiva del sistema edificio-impianto, dedicato a tutti gli attori della filiera delle costruzioni. “SAIE Smart House e SIE – ha commentato Duccio Campagnoli – offriranno  una occasione straordinaria di promozione e diffusione di tutte le innovazioni integrate tra edilizia, impiantistica e domotica”.
La prima edizione a Bologna di SIE – il Salone dell’Innovazione Impiantistica per gli Edifici – sarà dedicata a tutte le filiere produttive dell’impiantistica civile: termoidraulica, climatizzazione, energie rinnovabili e domotica. Insieme a SAIE Smart House proporrà dunque un nuovo approccio di manifestazione, necessario per il rilancio dell’edilizia, che aiuti a progettare e realizzare l’integrazione di un “Sistema edificio-impianto”.

Luca Dondi – Direttore Generale di Nomisma, ha presentato i dati elaborati dall’Istituto in occasione della conferenza stampa di SAIE e SIE, da cui emerge che, nonostante una situazione critica del comparto immobiliare, esiste uno spiraglio e un’opportunità per uscire dalla crisi nel settore della riqualificazione efficiente.
Dal 2006 al 2013 le compravendite di abitazioni sono passate da 870.000 a 403.000, gli investimenti in nuove costruzioni residenziali sono scesi dai 40,6 a 19,8 miliardi; i permessi di costruire nuovi fabbricati residenziali sono calati da 278,6 mila del 2005 a 53,4 mila del 2013, e nel 2014 si sono ulteriormente ridotti.

A pesare sul tracollo del comparto sono stati vari fattori, la situazione economica del Paese, l’instabilità e la percezione di rischiosità, l’atteggiamento delle banche, l’eccesso di offerta che si è venuto a creare e la rigidità dei prezzi. Due elementi hanno lasciato in particolare il segno: l’eccesso di offerta e la percezione di rischiosità negli investitori e negli intermediari.
 “Alla luce di questi nuovi scenari, è necessario cambiare prospettiva, il mercato immobiliare ed edilizio non sarà più lo stesso – ha commentato Luca Dondi – Se prima della crisi era l’offerta a guidare la domanda, ora saranno i bisogni a sostenerlo. Il mercato sarà infatti caratterizzato da un approccio selettivo, con interventi mirati e soprattutto di qualità, che non si limiterà alla progettazione di un edificio ad alte prestazioni energetiche e di comfort, ma anche alla rigenerazione del contesto che lo ospita, il quale dovrà essere sempre più connesso e ricco di servizi.”
Le stime di compravendite di immobili, infatti, saliranno nel 2015 a quota 470.324 (+16,7% rispetto al 2013) e supereranno le 517.200 nel 2017.
Considerando che il patrimonio immobiliare italiano è particolarmente energivoro e obsoleto, accanto agli investimenti in nuove costruzioni, i tanti comparti e le filiere di una moderna edilizia sono sempre più chiamati ad operazioni di manutenzione straordinaria e riqualificazione energetica. Basti pensare che solo il 15% circa degli immobili rientra nelle classi energetiche più efficienti (A, B e C) e ben l’83,6% ha più di vent’anni. Nel nostro Paese, infatti, il 55,4% delle unità abitative è stato costruito prima del 1971 e richiede una seria strategia di intervento, mentre il 28,2%, oltre un quarto, risale al ventennio tra il 1972 e il 1991 e necessita di investimenti in efficientamento.

“Che il mercato della riqualificazione – ha evidenziato Luca Dondi -sia diventato il mercato principale, risulta evidente già dai dati degli ultimi anni. Quando le nuove realizzazioni crollavano, il mercato del recupero restituiva segnali di crescita. I 106,6 miliardi di investimenti in recupero del 2006 (di cui 38,7 di manutenzione straordinaria residenziale) sono divenuti oltre 115 miliardi nel 2013 (di cui 45 di manutenzione straordinaria residenziale)”.

Analisi confermata anche da Luca Turri – Vicepresidente di Federcostruzioni che, dopo aver analizzato la crisi che attraversa il settore, che ha visto dal 2008 al 2013 una contrazione produttiva delle filiere pari al 26%, ha sottolineato: “I settori tradizionali quali la costruzione di nuove abitazioni e gli investimenti in infrastrutture in termini di valore della produzione stanno lasciando il passo alla riqualificazione del patrimonio urbano e alla messa in sicurezza sismica ed idrogeologica del territorio, all’energy tecnology e all’energy saving, all’utilizzo di fonti rinnovabili, alla domotica, ai nuovi materiali. Federcostruzioni con le sue aziende e la sua struttura industriale di filiera rappresenta la capacità integrata e la preparazione del mondo italiano delle costruzioni per affrontare il nuovo ciclo economico e di investimento immobiliare”.

Per quanto riguarda la riqualificazione edilizia, Luca Dondi ha evidenziato che, partendo dal patrimonio residenziale, parliamo di oltre 11,8 milioni di edifici, realizzati per oltre il 60% oltre 40 anni fa, che costa oltre 45 miliardi di euro per consumi termici ed elettrici. “Se si intervenisse sulla parte più vetusta (2,4 milioni di stabili) servirebbero oltre 100 miliardi di euro e con meccanismi di incentivazione analoghi agli attuali si rientrerebbe dell’investimento in 7 anni”.
Oltre al patrimonio privato, non meno importanti sono le 964 mila unità destinate ad usi istituzionali (scuole, uffici e caserme) di proprietà  di amministrazioni centrali e locali. “Non a caso la direttiva comunitaria (2012/27) pone gli immobili pubblici in prima linea nelle esigenze di riqualificazione energetica. Entro il 2020 l’Italia deve contribuire all’obiettivo di riduzione del 20% del consumo energetico dell’UE, attenendosi a target nazionali vincolanti. Gli edifici sono responsabili per un’ampia quota del consumo di energia (40% nell’UE) e di emissioni di CO2 (circa il 38%)”.

Il Governo può e deve sostenere la ripresa con precise scelte di politica economica, a partire dall’ incentivazine fiscale che dovrebbe essere resa strutturale, o almeno prevista per un arco temporale che superi i rinnovi di anno in anno. “A spingere il valore della produzione del segmento – ha concluso Luca Dondi – hanno concorso le misure di agevolazione fiscale. La quota degli investimenti veicolati dai bonus è passata da poco più del 10% del 2008 a oltre il 40% del 2013. Dei quasi 20 miliardi di euro di investimenti veicolati nell’ultimo anno, tre quarti hanno riguardato il recupero edilizio e un quarto la riqualificazione energetica”.

Il Direttore scientifico del nuovo SAIE SMART HOUSE sarà Norbert Lantschner, che, nel corso della presentazione ha dichiarato “Recuperare ciò che abbiamo costruito sarà la grande impresa dei prossimi due, tre decenni. È la risposta adeguata e necessaria alla sfida energetica e ambientale che sta cambiando il nostro mondo. Il trend della riqualificazione è in atto ma deve essere rafforzato, accelerato e intensificato seguendo i principi del “deep building renovation”. Riqualificare involucri e impianti è intelligente, anzi quattro volte intelligente: protegge l’ambiente, le risorse della terra, il proprio portafoglio e migliora il benessere abitativo”.

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