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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti Toggle La riqualificazione energetica in ItaliaRiqualificazione energetica e politica: ecco cosa emerge nello specifico Si conferma forte il legame tra riqualificazione energetica e politica: l’influenza delle politiche europee sul settore è molto elevata. Se si pensa che la riqualificazione del patrimonio edilizio è un settore che, solo in Italia, muove circa 223,4 miliardi di euro annui, pari al 77% del totale dell’industria delle costruzioni, si comprende il peso specifico. A ciò si aggiunge il fatto che tali investimenti rappresentano l’11,3% del PIL Italiano e generano oltre 400mila posti di lavoro (fonte: Il valore dell’abitare, CRESME, Symbola). A partire da qui, si tenderebbe a pensare che questo valore si rifletta nella politica. Non è così: come rileva Cecilia Hugony, coordinatrice di Renovate Italy, «nei programmi della maggior parte dei partiti il tema della riqualificazione edilizia non compare; se compare, è solo per squalificate l’ultima revisione dell’EPBD e per affermare la necessità di avere fondi europei per le riqualificazioni (energetiche)». Stando così le cose, Renovate Italy ha deciso di chiedere direttamente ai candidati il loro punto di vista in modo più completo, ponendo diverse domande tramite un questionario inviato ai primi 20 candidati di ogni partito tra le cinque circoscrizioni. Seppure siano arrivate risposte da una parte dei sondati (il 50% dei candidati dei partiti oggi all’opposizione e meno del 15% dai partiti di maggioranza), il risultato è sorprendente: come sottolinea ancora Hugony, «chi ha risposto è perfettamente d’accordo con tutto: con l’impatto che questa attività ha sulla qualità della vita, sull’occupazione, sull’inquinamento atmosferico, sulla necessità di politiche europee che diano indirizzi e obiettivi chiari e comuni per tutti, sull’importanza di norme che rendono obbligatorio l’efficientamento energetico». La riqualificazione energetica in Italia Sulla riqualificazione energetica, l’Italia ha da anni norme ambiziose che obbligano a fare efficientamento energetico, quando si ristruttura, e un sistema di incentivi che permette di avere un’ottima base dati sugli interventi che conduciamo sui nostri edifici – sia pubblici che privati. A questa tradizione virtuosa, non corrisponde un interesse espresso dai programmi. Quindi, pare che tra riqualificazione energetica e politica non vi sia un nesso apparente. Sul tema, l’organizzazione Renovate Italy – che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito in Italia – ha voluto comprendere l’opinione dei singoli esponenti politici. Mediante un questionario con svariate domande, ha chiesto loro cosa ne pensassero su due aspetti, in particolare: quali valori associano maggiormente alla riqualificazione edilizia – tra crescita economica, occupazione, salute, ambiente, identità culturale, povertà energetica; cosa devono prevedere delle politiche di supporto a queste attività. Il questionario è stato inviato, come detto, ai primi 20 candidati di ogni partito tra le cinque circoscrizioni, contattati via mail e via social network. L’invito è stato ripetuto ogni tre giorni per tre settimane, fino a quando non è arrivata una risposta. In totale, sono stati contattati 193 candidati, 53 dei quali hanno risposto. A chiusura del periodo di raccolta dati, si è proceduto alla raccolta delle risposte. La sorpresa è stata notare, come già accennato, che c’è – tutto sommato – una convergenza forte su diversi aspetti attinenti alla riqualificazione. «Quindi, nonostante i proclami di partito, molti candidati hanno chiaro che il tema è importante e che su questo sarà necessario lavorare in Europa e in Italia», rileva Hugony. Riqualificazione energetica e politica: ecco cosa emerge nello specifico Dalle risposte emerge una sensibilità trasversale diffusa sul tema della riqualificazione energetica, soprattutto sulla consapevolezza dei benefici conseguenti per quanto, tra forze di opposizione e forze al Governo, vi siano convinzioni diverse su quali siano questi vantaggi nel concreto. Lo studio di Renovate Italy ha mostrato anche alcune significative differenze: per ogni domanda, vi sono infatti almeno due partiti che non si dichiarano “completamente d’accordo” nelle affermazioni su cui fornire un parere. Si nota che gli schieramenti politici non sono granitici e che a volte forze politiche appartenenti a schieramenti opposti condividono il medesimo punto di vista. Per esempio: il fatto che abitare in case riqualificate migliori la salute e consenta di vivere meglio, è fortemente percepito da tutti i partiti attualmente all’opposizione, ma anche da Forza Italia. Fratelli d’Italia e Lega hanno invece una visione differente (la Lega addirittura è più in disaccordo che in accordo). Oppure, si nota che il nesso tra la riqualificazione e l’aumento dell’occupazione è fortemente sentito da Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Fratelli d’Italia. Sul medesimo punto Azione, Stati Uniti d’Europa, Forza Italia e la Lega sono invece “parzialmente d’accordo”. Tutti i candidati, eccetto due (uno di Alleanza Verdi Sinistra e uno del Movimento 5 Stelle), ritengono che il percorso di supporto e promozione della riqualificazione energetica degli edifici condotto dalle istituzioni UE fino ad oggi debba continuare. Un elevato livello di accordo si registra anche relativamente all’applicazione, in Italia, del principio “energy efficiency first”, ovvero alla domanda se le attuali norme nazionali che obbligano a trasformare ogni intervento di rinnovo edilizio in un intervento di riduzione dei consumi energetici siano buone pratiche esportabili in Europa. Ben 50 su 53 candidati sono d’accordo con questo principio, anche se per motivazioni diverse. Inoltre, l’analisi chiedeva ai candidati dove si sarebbe dovuto indirizzare principalmente il piano di incentivazione europeo per l’efficienza energetica. Da quanto risultato ed espresso da Renovate Italy, si evidenzia che: «ben 19 candidati su 53, trasversalmente a tutti i partiti (100% Lega, 75% FdI, 66% FI, 60% PD, 30% Azione) ritengono che pur trattandosi di un piano europeo, l’indirizzo debba essere stabilito in autonomia da ogni Paese membro; 13 candidati invece, tutti appartenenti a partiti dell’opposizione, ritengono che tali incentivi comunitari debbano essere orientati alla prima casa; 12, anche questi tutti di partiti dell’opposizione, considerano prioritario destinare i fondi alle riqualificazioni che portano l’edificio ad essere a consumo zero; infine, 7 candidati di tutti i partiti, con eccezione di Lega e PD, darebbero priorità alla riqualificazione di edifici pubblici». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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