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A cura di: Raffaella Capritti Indice degli argomenti: Edifici a emissioni zero entro il 2050 Ristrutturazione graduale degli edifici con le peggiori prestazioni Energia solare e mobilità sostenibile L’Ecofin – Consiglio dell’Unione Europea – oggi ha formalmente adottato la direttiva Case Green sul rendimento energetico degli edifici, proposta nel 2021 come parte del pacchetto Fit for 55, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e la povertà energetica nell’UE, per raggiungere la neutralità climatica al 2050, coerentemente con il Green Deal. Il testo è stato approvato nonostante il voto contrario di Italia e Ungheria e l’astensione di Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia. La direttiva sarà ora pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE per entrare in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella propria legislazione nazionale. La Commissione riesaminerà la direttiva entro il 2028, alla luce dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti durante la sua attuazione. Edifici a emissioni zero entro il 2050 e standard minimi di prestazione Attualmente gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’UE. Secondo le nuove norme, entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero (dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica) ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dell’UE dovrà raggiungere la neutralità carbonica. La direttiva rivista introduce standard minimi di prestazione energetica. Per quanto riguarda il patrimonio edilizio non residenziale, le norme prevedono un miglioramento graduale, attraverso standard minimi di prestazione energetica, che porterà a ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Gli Stati membri potranno esentare da questi obblighi alcune categorie di edifici residenziali e non residenziali, tra cui gli edifici storici o le case vacanza. Ristrutturazione graduale degli edifici con le peggiori prestazioni I singoli paesi potranno definire in autonomia la propria traiettoria nazionale da adottare per la riduzione di consumi ed emissioni, considerando gli obiettivi intermedi da raggiungere di riduzione del 16% entro il 2030 del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali e del 20-22% entro il 2035, consentendo una flessibilità sufficiente che consideri le peculiarità nazionali. Gli obblighi sono dunque fissati a livello nazionale e non di singoli edifici o di singoli proprietari. I paesi devono aggiornare entro il 30 giugno 2024 il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), definendo le strategie, gli investimenti e le politiche da attuare, considerando la situazione del patrimonio edilizio e le classi di reddito dei residenti. Le misure nazionali dovranno garantire che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione del 43% di edifici residenziali con le peggiori prestazioni, non solo, dunque, attraverso la costruzione di nuovi edifici. Secondo Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea Cgil, per il nostro paese questo significa “che entro il 2030 le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Cioè il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico. In Italia, stiamo parlando di riqualificare in pochi anni oltre 500mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari. Senza contare le nuove costruzioni”. Gli Stati membri dovranno garantire misure di sostegno tecnico e finanziario, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili. Eliminazione graduale dell’uso di combustibili fossili negli edifici La direttiva aumenterà l’indipendenza energetica dell’Europa, in linea con il piano REPowerEU, riducendo l’uso di combustibili fossili importati. Gli Stati membri adotteranno misure per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili per il riscaldamento e il raffreddamento, con l’obiettivo di eliminare completamente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040, e non più dal 2035 come previsto dalla precedente versione della Direttiva. Gli Stati membri dovranno inoltre eliminare i sussidi per le caldaie alimentate da combustibile fossile a partire dal 2025. Saranno ancora possibili incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore. Sono previste delle esclusioni da queste regole per gli edifici agricoli e quelli afferenti al patrimonio culturale. Inoltre i Paesi dell’UE potranno decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto. Energia solare e mobilità sostenibile Le nuove norme garantiranno la diffusione di impianti solari adeguati negli edifici di nuova costruzione, negli edifici pubblici non residenziali esistenti. L’installazione dell’energia solare dovrà avvenire gradualmente, a partire dal 2027, nel caso siano oggetto di una ristrutturazione che richiede un permesso. Sono dunque esclusi gli edifici residenziali, che prima invece erano contemplati. Tali disposizioni entreranno in vigore in momenti diversi a seconda della tipologia e delle dimensioni dell’edificio. L’installazione progressiva degli impianti fotovoltaici sarà obbligatoria solo se tecnicamente ed economicamente fattibile. Si prevede inoltre la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile, tra cui punti di ricarica per le auto elettriche all’interno o accanto agli edifici, pre-cablaggi o canalizzazioni per ospitare infrastrutture future e parcheggi per le biciclette. Fabrizio Capaccioli, Presidente del Green Building Council Italia, sottolinea che, considerando i costi stimati “si parla di 275 miliardi di euro per l’operazione, una spesa che oscillerà tra i 20 e i 55 mila euro a famiglia”, è necessario che l’Italia parta velocemente con un piano concreto considerando “le peculiarità del nostro territorio, come il rispetto dei requisiti di resilienza e quindi di risposta sismica dell’edificio che, purtroppo, questa direttiva non prende in considerazione”. 13/03/2024 Direttiva Case Green: il PE approva Il Parlamento europeo ha approvato il testo della Direttiva Case Green sulla prestazione energetica degli edifici, l’Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), confermando l’accordo raggiunto a dicembre tra Parlamento EU, Consiglio e Commissione. Indice degli argomenti: Riduzione delle emissioni, rinnovabili e incentivi Eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili Lo scorso 16 gennaio la commissione Industria, ricerca ed energia (Itre) del Parlamento europeo, ha dato il via libera alla Direttiva Case Green, confermando l’accordo raggiunto lo scorso dicembre dal Parlamento EU, Consiglio e Commissione sulla EPBD – Energy Performance of Buildings Directive. Ieri il Parlamento europeo, con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, ha approvato il testo e adottato la Direttiva Case Green, che ha l’obiettivo ridurre entro il 2030 il consumo energetico e le emissioni di gas serra degli edifici, responsabili in UE del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni e rendere il settore edilizio neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Riduzione delle emissioni, rinnovabili e incentivi Tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030; dal 2028 quelli di proprietà della Pubblica Amministrazione. Per gli edifici esistenti si richiede che diventino a emissioni zero entro il 2050. Lo standard introdotto per i nuovi edifici è quello Zero Emission Building (ZEB) – al posto dell’attuale nearly Zero – Emission Building (nZEB) – e la valutazione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) durante il ciclo di vita, introducendo un indice, misurato in kgCO2eq/m2 anno, che dovrà essere inserito nell’attestato di prestazione energetica di tutti gli edifici realizzati a partire dal 1° gennaio 2027. Gli Stati membri si assicureranno inoltre che il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali sia ridotto del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Almeno il 55% della riduzione energetica sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni. Sono stati dunque cancellati i parametri delle classi energetiche legate ai singoli edifici, che prevedevano per esempio l’obbligo per gli edifici residenziali di raggiungere la classe E entro il 2030 (2027 per quelli pubblici) ed ed entro il 2033 la D (2030 per quelli pubblici) e che erano stati accolti con molte polemiche soprattutto da Italia (in cui oltre il 53% degli edifici è stato edificato ante 1970) e Germania. Per quanto riguarda il patrimonio edilizio non residenziale, le norme prevedono un miglioramento graduale, attraverso standard minimi di prestazione energetica, che porterà a rinnovare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che i nuovi edifici siano in grado di ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sul tetto. I certificati di prestazione energetica (EPC) migliorati si baseranno su un modello comune dell’UE, che garantisca che i cittadini siano meglio informati e faciliti le decisioni di finanziamento in tutta l’UE. Nella normativa, spiega GBC Italia c’è, per la prima volta, un richiamo alla “necessità di affiancare agli obiettivi di sola efficienza energetica, maggiori requisiti di benessere e qualità degli ambienti abitati. Per combattere la povertà energetica e ridurre le bollette energetiche dovranno essere previste misure di incentivazione a supporto in particolare delle fasce di popolazione più vulnerabili, che dovranno essere tutelate anche dal rischio di sfratto dovuto a possibili aumenti degli affitti post intervento di ristrutturazione. Eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili Al fine di decarbonizzare il settore edilizio, i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici includeranno una tabella di marcia per eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. In ogni caso a partire dal 1° gennaio 2025 non sarà più incentivata l’installazione di caldaie a gas, ma solo quella per impianti ibridi che associano caldaia a gas + pompa di calore. Sostegno alla mobilità sostenibile L’accordo prevede disposizioni sul precablaggio, che diventerà la norma per gli edifici nuovi e ristrutturati, facilitando così l’accesso alle infrastrutture di ricarica; sul numero di punti di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici residenziali e non residenziali e sui parcheggi per le biciclette. I primi commenti In Italia, come sappiamo, il patrimonio immobiliare è obsoleto ed energivoro, ECCO, il think tank italiano per il clima, ricorda che il settore edilizio nel nostro paese rappresenta oggi quasi il 20% delle emissioni nazionali di gas serra legate all’energia. Dopo il picco del 2005 le emissioni sono calate solo del 12% e il trend non è sufficiente per garantire il rispetto degli obiettivi. La direttiva Case Green, dunque, rappresenta una grande opportunità, a livello di riduzione di consumi ed emissioni e un aiuto importante per tutta la filiera delle costruzioni, fondamentale per il PIL nazionale, a livello di occupazione e valore aggiunto. Secondo l’ANCE, un miliardo di euro di investimenti in costruzioni assicura un valore aggiunto di un miliardo e 100 milioni. Francesca Andreolli, Ricercatrice Senior energia e efficienza di ECCO sottolinea che “L’EPBD può supportare il Paese nella definizione degli obiettivi intermedi e delle azioni strategiche da intraprendere. Ma, perché gli incentivi garantiscano il necessario abbattimento delle emissioni, è necessario che siano legati in maniera più incisiva rispetto alla loro riduzione, per far sì che la spesa pubblica sia più efficace, ma anche più efficiente”. Fabrizio Capaccioli – Presidente GBC Italia, partendo dagli obiettivi complessi che pone la Direttiva, sottolinea la piena disponibilità dell’Associazione a condividere con il Governo le proprie competenze tecniche tra cui: “i nostri protocolli energetico ambientali, che possono essere una guida fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi introdotti al 2030 e al 2050“. Prima di tutto, continua Capaccioli, è necessario intervenire sul “miglioramento sismico dei nostri edifici. Aspetto non trattato da Bruxelles, ma che in Italia non possiamo fare a meno di considerare come prioritario”. I parlamentari M5s delle commissioni Attività Produttive e Ambiente di Camera e Senato in una nota sottolineano la grande opportunità offerta dalla direttiva “Case Green” dal punto di vista economico e occupazionale e perché apre la reale possibilità alla riqualificazione del nostro patrimonio edilizio verso una maggiore efficienza energetica. “Purtroppo anche questa volta il conservatorismo della destra nostrana si traduce in miopia. Altro che autorete, l’Ue oggi ha messo a segno un gol in rovesciata che porterà benefici a tutta l’Unione”. Il Presidente di Solar Heat Europe, Guglielmo Cioni, accoglie con soddisfazione la notizia dell’approvazione da parte del parlamento Europeo della direttiva EPBD che aiuterà la crescita del solare termico già presente su oltre 10 milioni di tetti in Europa: “la direttiva aiuterà a triplicarne la diffusione, sfruttando al meglio i nostri tetti per fornire calore rinnovabile, economico e sicuro alle famiglie europee“. Per l’entrata in vigore delle Direttiva si attende ora l’approvazione formale del Consiglio e la successiva pubblicazione in Gazzetta europea Scarica il testo approvato della Direttiva Case Green 9/12/2023 Direttiva Case Green, Parlamento EU, Consiglio e Commissione trovano l’accordo Eurodeputati e Consiglio UE hanno trovato un accordo sulla Direttiva Case Green (EPBD – Energy Performance of Buildings Directive): dal 2030 i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, caldaie a gas consentite fino al 2040. Obiettivo delle misure è ridurre le bollette energetiche e combattere i cambiamenti climatici, considerando che gli edifici in Europa sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra Indice degli argomenti Toggle Edifici a emissioni zero entro il 2050 e standard minimi di prestazioneRistrutturazione graduale degli edifici con le peggiori prestazioniEliminazione graduale dell’uso di combustibili fossili negli edificiEnergia solare e mobilità sostenibileDirettiva Case Green: il PE approvaRiduzione delle emissioni, rinnovabili e incentiviEliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossiliSostegno alla mobilità sostenibileI primi commenti Direttiva Case Green, Parlamento EU, Consiglio e Commissione trovano l’accordo Gli eurodeputati e la Presidenza spagnola del Consiglio hanno raggiunto giovedì 7 dicembre un accordo informale sulla Direttiva Case Green (Energy Performance of Buildings Directive). La proposta di revisione della Energy Performance of Buildings Directive, che fa parte del pacchetto “Fit for 55“, mira inoltre a far ristrutturare il maggior numero di edifici con le peggiori prestazioni e a migliorare la condivisione delle informazioni sulle prestazioni energetiche. L’accordo informale deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni. Il Comitato per l’industria, la ricerca e l’energia voterà il testo il 23 gennaio. Rispetto al testo precedente sono stati rivisti alcuni obblighi e sono state posticipate alcune scadenze, come quella della fine delle caldaie a gas. Ciarán Cuffe relatore della direttiva ha parlato di un risultato straordinario “Abbiamo creato un progetto per la transizione verso un patrimonio edilizio a emissioni zero e iniziamo il lungo viaggio verso la riduzione del 36% delle emissioni di CO2 in Europa“. Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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