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I dati pubblicati da Ispra con le prime stime per il 2018 confermano il disaccoppiamento tra crescita economica e calo di emissioni Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha pubblicato l’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra e le proiezioni al 2030, strumento utile per pianificare le misure di riduzione delle emissioni e che conferma che per l’Italia è molto probabile il raggiungimento dell’obiettivo 2020 di riduzione del 13% rispetto al 2005. Nel 2017 a fronte di una diminuzione delle emissioni dello 0.3%, il PIL è cresciuto dell’1,5. Anche i dati relativi ai primi mesi del 2018 confermano il disaccoppiamento in Italia tra la crescita economica e le emissioni di gas serra. Nel 2016 rispetto al 1990 le emissioni sono scese del 17,5% passando da 518 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, e dell’1,2% rispetto al 2015. Ispra sottolinea che tali risultati sono da attribuire prima di tutto alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili e all’aumento dell’efficienza energetica nell’industria, settore in cui le emissioni sono diminuite rispetto al 1990 del 23,9% a fronte dell’aumento della produzione di energia termoelettrica e dei consumi di energia elettrica. Per quanto riguarda l’analisi dei settori, la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti deriva dai trasporti, ambito nel quale dal 1990 c’è stata una crescita delle emissioni del 2,4%, soprattutto legate all’aumento della mobilità di merci e passeggeri. Nel settore agricolo le emissioni sono calate del 13,4% tra il 1990 e il 2016. Nel settore residenziale e servizi viceversa le emissioni tra il 1990 e il 2016, a fronte di una crescita dei consumi energetici pari al 18,3% sono aumentate dell’4,5%, a causa dell’aumento del numero degli edifici e ai fattori climatici annuali. Anche nella gestione e trattamento dei rifiuti vi è stato un aumento delle emissioni legato allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica, ma per i prossimi anni ci si aspetta un sensibile calo grazie alla raccolta differenziata. Come dicevamo è molto probabile che l’Italia riesca a raggiungere al 2020 il target di riduzione delle emissioni del 13% rispetto al 2005. Si tratta di obiettivi fissati per l’Europa dal pacchetto “Unione dell’energia” che definisce una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Le direttive definiscono i target per la riduzione delle emissioni di gas serra dei grandi impianti dei settori energetico e industriale (Ets): tali settori dovranno ridurre le emissioni del 43% (rispetto al 2005), e l’Esd (Effort Sharing Decision) che fissa gli obiettivi per i settori che non rientrano nell’Ets che dovranno ridurre le emissioni del 30% rispetto al 2005. Per ogni nazione sono fissati target vincolanti: l’Italia dovrà ridurre, rispetto al 2016, le emissioni di gas serra in questi settori di una quantità pari a circa 50 Mt di CO2 equivalente annui, che equivale alla metà delle emissioni dal trasporto stradale. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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