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Il 19 e 20 aprile Roma, presso Palazzo Rospigliosi, ha ospitato la Seconda Conferenza nazionale sulle rinnovabili termiche, organizzata da Amici della Terra, in collaborazione con Coldiretti, AIEL, FIRE e REF e pensata per promuovere le rinnovabili termiche, risorsa che permetterebbe di arrivare facilmente al raggiungimento degli obiettivi del 20-20-20 imposti dalla comunità europea per il 2020, in un contesto di accelerazione degli interventi di efficienza e risparmio energetico. Attraverso l'illustrazione di oltre 50 casi studio, il primo giorno della Conferenza ha contribuito alla diffusione della conoscenza delle principali tecnologie a rinnovabili termiche, evidenziando il loro potenziale applicativo, la loro convenienza economica, i benefici per gli utenti e gli ulteriori benefici per la collettività. Un'intera sessione di casi studio è stata dedicata all'agricoltura, per il suo ruolo chiave nel favorire uno sviluppo delle energie rinnovabili basato sul recupero e valorizzazione energetica dei residui agricoli, piuttosto che sulla diffusione incontrollata di impianti industriali incompatibili con le caratteristiche del territorio agricolo e del paesaggio nazionale.La seconda giornata è stata invece dedicata alle novità introdotte dal nuovo decreto legislativo di recepimento della direttiva sulle fonti rinnovabili, con particolare riferimento alle rinnovabili termiche e all'efficienza energetica. In particolare, si voleva sollecitare un dibattito pubblico sui benefici per la collettività, sugli oneri di incentivazione e sul rapporto costo/efficacia delle diverse opzioni di sviluppo basate sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica.Le principali associazioni delle rinnovabili termiche hanno illustrato le loro proposte per i meccanismi di incentivazione che saranno oggetto dei Decreti attuativi da varare nei prossimi mesi. Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra, dichiara: "Al centro del dibattito della Conferenza sono gli incentivi per le rinnovabili termiche e per gli interventi di efficienza energetica necessari per realizzare gli obiettivi al 2020 di rinnovabili e di risparmio energetico dell'Italia. In particolare, il contenimento della domanda di energia, qualunque sia la modalità per soddisfarla, è diventato prioritario nel nuovo scenario energetico mondiale emergente dopo il disastro nucleare in Giappone. Ci troviamo tuttavia in una situazione paradossale dove, su tavoli separati col governo, l'industria del fotovoltaico chiede sacrifici ai consumatori per i prossimi 25 anni dell'ordine di 116 miliardi, cioè quasi 2000 euro per abitante, per realizzare installazioni energetiche principalmente di tipo speculativo, a bassa intensità occupazionale e con un impatto sulla qualità del paesaggio. La seconda Conferenza nazionale sulle rinnovabili termiche ha invece evidenziato che sono a portata di mano alternative tecnologiche in campo energetico che possono offrire opportunità di un reale sviluppo per l'economia italiana, basate sulle rinnovabili termiche e sull'efficienza energetica, settori in cui l'industria italiana presenta posizioni di primato". Alla conferenza sono intervenuti, tra gli altri, rappresentanti di: Ministero dello Sviluppo Economico; Ministero dell'Ambiente; Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, GSE (Gestore Servizi energetici); AEEG (Autorità per l'energia elettrica e il Gas); ENEA; FIRE (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia); RSE (Ricerca di Sistema Energetico), Confindustria, CISL; REF (Ricerche per l'economia e la finanza); COLDIRETTI; Co.AER (Associazione Costruttori di Apparecchiature ed Impianti Aeraulici); Assolterm (Associazione italiana solare termico); Fiper (Federazione Italiana di Produttori di Energia da fonte Rinnovabile); UGI (Unione Geotermica Italiana), FINCO (Federazione Prodotti, Impianti ed opere specialistiche per le costruzioni), Ariston; Clivet; Robur; Repower; Turboden; Wartsila; Gruppo Hera; Aermec; Tecnocasa; Palazzetti, Supersolar; Banca Intesa SanPaolo; SLO; Enama. Tra gli altri anche Tecnocasa Climatizzazione, distributore unico europeo delle Pompe di Calore a Gas (GHP) e del Microcogeneratore a gas (MCHP) prodotti da AISIN (azienda del gruppo Toyota), ha preso parte alla 2° Conferenza sulle Rinnovabili Termiche. La Conferenza ha richiamato fortemente il legislatore ad un piano di incentivi dedicato alle apparecchiature riconducibili al settore delle rinnovabili termiche, fra queste apparecchiature rientrano certamente anche le Pompe di Calore a Gas AISIN le quali, oltre ad un utilizzo ottimale dell'energia primaria di metano o GPL ed al recupero del calore dal circuito di raffreddamento del motore, possono contare sull'aria come fonte rinnovabile. Infatti le pompe di calore "estraggono" dall'aria stessa l'energia che poi vanno a cedere agli ambienti da climatizzare. In questo modo, come riconosciuto dalla Direttiva Europea 2009/28/CE (RES), anche queste apparecchiature rientrano fra quelle che utilizzano una fonte rinnovabile. I dati del settore delle rinnovabili termiche.Quello delle rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento è il nuovo macro-settore delle rinnovabili voluto dalla direttiva europea 2009/28/CE, che si aggiunge ai settori pre-esistenti delle rinnovabili per la produzione di elettricità e dei biocarburanti per i trasporti. In attesa che il sistema statistico delle fonti rinnovabili gestito dal GSE sia esteso anche a quelle termiche, i dati ufficiali al momento disponibili si basano su stime. Il Piano nazionale per le fonti rinnovabili (PAN 2010), stima che le rinnovabili termiche abbiano contribuito nel 2009 per 3,4 Mtep ai consumi finali lordi di energia dell'Italia con un contributo del 34% rispetto al totale delle rinnovabili (rinnovabili elettriche 5,4 Mtep, biocarburanti 1,0 Mtep). La Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia ritiene che questo dato sia sottostimato per almeno 5 Mtep (a causa dell'autoconsumo di legna da ardere) e che l'Italia dovrà necessariamente correggere questa sottostima nei prossimi anni, così come hanno già fatto Germania e Francia: tenuto conto di un incremento di 0,5 Mtep fra il 2009 e il 2010, l'attuale stima dei consumi delle rinnovabili termiche nel 2010 è di 9,5 Mtep, di cui 7,9 Mtep per le biomasse, 1,3 Mtep per le pompe di calore, 0,23 Mtep per la geotermia e 0,11 Mtep per il solare termico. Il consumo di energia rinnovabile per il riscaldamento nel 2010 è pertanto oltre il doppio di quello riportato dal PAN (3,9 Mtep) e inficia la credibilità dell'obiettivo indicato per le rinnovabili termiche (10,5 Mtep), che sarebbe praticamente già raggiunto. Discrepanze ancora maggiori risultano dal confronto fra gli obiettivi del PAN nei singoli settori delle rinnovabili termiche (solare, pompe di calore, biomasse e geotermia usi diretti) e le valutazioni di potenziale degli operatori: le associazioni delle rinnovabili termiche partecipanti alla Seconda Conferenza Nazionale ritengono praticabile e conveniente per l'Italia un potenziale termico al 2020 di 19,6 Mtep, pari al 91% dell'obiettivo nazionale di produzione interna da fonti rinnovabili (21,5 Mtep). Queste valutazioni comportano che l'incidenza attuale delle rinnovabili termiche sui consumi energetici per usi di riscaldamento /raffrescamento sia già del 16% (2010) e può raggiungere il 32% nel 2020. Anche se non si dispongono di dati sistematici di dettaglio nei singoli settori di consumo per riscaldamento/raffrescamento (terziario, residenziale, industria e agricoltura), si può ritenere che questa incidenza potrebbe essere relativamente maggiore nel settore del terziario (forte penetrazione delle pompe di calore), nella media nel settore residenziale, mentre è inferiore -e con un potenziale ancora da valutare- nell'industria. L'agricoltura, invece, attraverso il recupero energetico dei residui delle proprie attività e dei reflui zootecnici, e la crescita delle attività forestali, è il primo settore che può ambire all'autosufficienza energetica mediante rinnovabili nei consumi per riscaldamento/raffrescamento.Il raggiungimento di 19 Mtep di rinnovabili termiche a partire dalla situazione effettiva attuale (praticamente un "raddoppio" in dieci anni) richiederebbe un tasso annuo di incremento dell'energia termica prodotta da fonti rinnovabili del 7,5% l'anno. In virtù degli obblighi di consumo di rinnovabili termiche per i nuovi edifici e le grandi ristrutturazioni, introdotti dal Dlgs n. 28 del 3 marzo 2011, e delle prerogative delle tecnologie di offrire -in maniera diversa a seconda dei casi- bassi costi d'esercizio o elevati risparmi energetici direttamente fruibili dagli investitori, gli oneri di incentivazione delle rinnovabili termiche potrebbero essere assai più contenuti rispetto alle rinnovabili elettriche.Dato che nel 2020 i restanti due terzi dei consumi per riscaldamento dovranno essere ancora soddisfatti mediante combustibili fossili, è necessario che lo sviluppo delle rinnovabili termiche sia accompagnato da interventi di efficienza e risparmio energetico negli edifici e nell'industria: anch'essi devono essere inseriti nella valutazione del fabbisogno di incentivi. Alla luce del dlgs 28/2011, che prevede una promozione dell'efficienza energetica e delle rinnovabili termiche secondo una logica di integrazione degli interventi, il raggiungimento degli obiettivi al 2020 di risparmio energetico e di rinnovabili dell'Italia appare oggi più a portata di mano, ma solo una regia di Governo basata su una rigorosa analisi costi benefici di tutte le opzioni di sviluppo oggi in discussione, rinnovabili elettriche incluse, potrà ottimizzare i ritorni di valore aggiunto e occupazionali nei diversi settori della nostra industria e creare opportunità per uno sviluppo davvero sostenibile della nostra agricoltura, baluardo delle qualità del nostro territorio. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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