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La Cina ha confermato che non intende introdurre alcuna tariffa punitiva sulle importazioni dall’Unione Europea di silicio policristallino. Questo é il frutto di una intesa tra il ministro dell’economia tedesco Philipp Rösler e il suo collega cinese Gao Hucheng. Questo accordo é piuttosto significativo in quanto rappresenta il primo passo verso una possibile soluzione della controversia tra Unione Europea e Cina ed avente ad oggetto il settore fotovoltaico. La diatriba aveva avuto inizio in seguito all’introduzione da parte della Unione Europea di alcuni dazi antidumping provvisori sui moduli di produzione cinese, messi in atto sotto forma di tariffe preventive dell’11,8% ma aumentabili fino a un massimo del 67% a partire dal 5 agosto prossimo. In molti temevano una possibile ritorsione da parte del Governo cinese attraverso l’adozione di una contromisura similare. Ed in effetti per mesi la Cina aveva ventilato la possibilità di introdurre dazi sul poli-silicio di provenienza europea, misure però che non erano mai state attuate e che i produttori europei temevano, vista la crisi che intacca il settore. L’accordo giunge in porto grazie all’intervento del governo tedesco il quale é maggiormente esposto al rischio di una riduzione delle esportazioni, considerato che la Germania é il principale esportatore di silicio policristallino verso la Cina. Tuttavia va ricordato che la Cina non si é dichiarata disponibile a non immettere dazi su tutti i moduli europei, ma si é limitata a circoscrivere la sua manovra a quelli di origine tedesca. Non verranno pertanto avvantaggiati da tale accordo i produttori di quei paesi che appoggiano le misure restrittive addottate nei confronti dei prodotti cinesi. Sembra peraltro che il procedimento percorso per la definizione di questo accordo potrà essere applicato anche in altri ambiti: per esempio paesi come Francia e Italia che spingono per il mantenimento dei dazi verso i prodotti cinesi, potrebbero vedere a loro volta sottoposti a dazio i prodotti delle rispettive aziende, anche se operanti in settori completamente diversi rispetto quelli sottoposti a dazio. Se da un lato dunque, anche con tanti distinguo, si profila una possibile soluzione nei difficili rapporti in tema di fotovoltaico tra Cina e Unione Europea, nuovi problemi sorgono sul fronte indiano. Bloomerg infatti riporta come l’India stia considerando di ampliare la sua indagine sull’antidumping ai pannelli fotovoltaici provenienti da Giappone ed Europa. Già il Governo indiano si era mosso in tal senso con i prodotti provenienti da Cina, Stati Uniti, Taiwan e Malesia che saranno sottoposti a dazio, ma ora spinta dalle pressioni delle imprese locali Indosolar, Jupiter e Websol, sta accusando un poco tutti di vendere sottocosto causando un danno pari al doppio del valore del fotovoltaico importato nel periodo gennaio 2011 – giugno 2012. La posizione indiana é piuttosto preoccupante in quanto, come si evince dal periodo preso in analisi che ha inizio nel 2011, si parla di dazi retroattivi e non solo di nuove imposte future. Per avere certezze in merito tuttavia dovremo attendere il 2 agosto, data nella quale il Governo indiano risponderà alle parti chiamate in causa. Contributo scritto da www.pvcompare.net Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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