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A cura di:La Redazione Si è appena conclusa la seconda fase di ricerca triennale del progetto di ricerca sull’agrivoltaico “Innovative Solar Practices Integrated with Rural Economies and Ecosystems” (InSPIRE) guidato dal National Renewable Energy Laboratory (NREL) e finanziato dall’Ufficio per le Tecnologie dell’Energia Solare del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Nella prima fase, InSPIRE ha cercato di quantificare i benefici dell’agrivoltaico studiando alcune best practice che riguardano qualsiasi uso doppio dei terreni su cui sono installati i pannelli fotovoltaici, che garantiscano benefici ecologici o agricoli. Ciò può significare il pascolo di bestiame o pecore, la coltivazione di piante autoctone che favoriscono l’impollinazione o la fornitura di servizi ecosistemici e il ripristino di terreni degradati. Nella seconda fase di InSPIRE, il NREL e le organizzazioni partner hanno condotto ricerche sul campo nel settore dell’agrivoltaico in tutti gli Stati Uniti per comprendere che cosa davvero renda un progetto agrivoltaico di successo. La risposta è molto semplice: alla base del buon rendimento ci sono le partnership: l’agro-voltaico – spiega Jordan Macknick, ricercatore principale del progetto InSPIRE – non è necessariamente più costoso dello sviluppo solare tradizionale, ma può essere più complesso. Un progetto agrovoltaico di successo richiede che due o più gruppi che spesso hanno priorità molto diverse – l’agricoltore o il gestore del territorio e lo sviluppatore solare – trovino una soluzione che vada bene per entrambi. Anche l’accettazione della comunità locale è importante. Negli Usa i progetti agrivoltaici stanno aumentando in maniera importante: si prevede che entro il 2050 le installazioni fotovoltaiche richiederanno tra i 4 e i 10 milioni di acri di terreno, in parte destinate a progetti agrovoltaici. I fattori di successo: le “cinque C” dell’Agrivoltaico Il progetto InSPIRE ha individuato cinque elementi centrali che portano al successo dell’agrivoltaico, riassunti come “le cinque C”. Bisogna infatti considerare che si tratta di un’infrastruttura che rimarrà nel terreno per 25 anni, quindi è necessario che tutto sia studiato per assicurarne il successo rispetto all’uso previsto. Clima, suolo e condizioni ambientali: queste ultime devono essere adatte sia alla produzione di energia fotovoltaica che alle colture o alla copertura del suolo. Configurazioni, tecnologie solari e design: La scelta della tecnologia solare, la disposizione del sito e altre infrastrutture sono molto importanti e per esempio possono incidere sulla quantità di luce che raggiunge i pannelli solari o sulla possibilità di far passare un trattore, se necessario, sotto i pannelli. Selezione delle colture e dei metodi di coltivazione: i progetti agrovoltaici devono selezionare colture o coperture del terreno che prosperino sotto i pannelli nel clima locale e che siano redditizie nei mercati locali. Compatibilità e flessibilità: Il fotovoltaico deve essere progettato in modo da soddisfare le esigenze di tutti i partner coinvolti: i proprietari di impianti solari, gli operatori del settore e gli agricoltori. Collaborazione e partnership tra i gruppi Il grafico illustra le le “cinque C”. Fonte @Nrel In questo processo è molto importante anche il ruolo dei ricercatori e sviluppatori del settore agro-voltaico che devono confrontarsi con tutti gli altri soggetti. Gli impatti dell’agrivoltaico sul deflusso dell’acqua Il progetto complementare a InSPIRE, Photovoltaic Stormwater Management Research and Testing (PV-SMaRT), analizza l’impatto che gli impianti solari possono avere sul deflusso dell’acqua. Attualmente molte normative locali richiedono l’installazione di grandi bacini di drenaggio, simili a quelli studiati nei parcheggi. In realtà il terreno e la vegetazione sotto i pannelli possono assorbire molta più acqua di una superficie pavimentata e possono svolgere un ruolo importante nel ridurre l’erosione. In particolare il progetto sta conducendo una ricerca in cinque siti per misurare come avviene il deflusso dell’acqua presso gli impianti solari, considerando anche l’impatto delle tecniche di costruzione e della vegetazione. Questa ricerca potrebbe aiutare i governi a stabilire nuove norme che richiedano bacini di drenaggio più piccoli per i futuri impianti solari. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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