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A cura di: Tommaso Tetro L’Italia taglia le emissioni di CO2 del 7,7% nel 2023. Allo stesso tempo registra una forte crescita della produzione delle rinnovabili. E’ uno dei dati che emerge dal Rapporto “Transizione energetica e grandi aziende. Andamento e impatto economico in Italia e in Europa” pubblicato da Rome Business School, in cui si fa tra l’altro riferimento al fatto che “nel 2050 il mondo avrà ridotto di appena 12 miliardi in 27 anni le tonnellate di CO2 rispetto ai 37,4 miliardi richiesti per raggiungere la neutralità climatica dall’Agenzia internazionale per l’energia“. Italia in linea con target 2030 Quindi, secondo l’analisi, l’Italia è in linea con gli obiettivi europei al 2030 e dovrebbe “superare il suo obiettivo” rispetto “alla quota di utilizzo di energie rinnovabili, raggiungendo il 40,5%“. Principalmente energia idroelettrica al +40,2% rispetto a dicembre 2022, eolico in crescita del +42,1% e fotovoltaico in salita del +41,1%. Anche se la produzione elettrica italiana è stata “soddisfatta principalmente da fonti non rinnovabili”. Il settore dei trasporti continua “a contribuire in misura maggiore all’inquinamento atmosferico in Italia (27%), seguono industria (19%), settore residenziale (edifici) con il 12% e l’agricoltura (8%)”. Roma è “la capitale europea più inquinata”. Le prime otto imprese energetiche italiane (Enel, Eni, Snam, Terna, Edison, A2a, Hera, Iren) hanno registrato un aumento dei ricavi del 37,1% tra il 2018 e il 2023; poi crollati del 30,2% a fine 2023 a causa della diminuzione dei prezzi energetici. I consumi energetici italiani Le famiglie italiane nel 2023 hanno speso meno per l’elettricità e il gas rispetto all’anno precedente, con una media di circa 770 euro per l’elettricità e 863 euro per il gas (il 34% ed il 27% in meno rispetto al 2022). A livello regionale, la Sardegna ha registrato le bollette più pesanti per l’elettricità, quelle più leggere sono state in Liguria, Basilicata e Trentino-Alto Adige. Per il gas, il Trentino-Alto Adige ha pagato di più, seguito da Lombardia ed Emilia-Romagna, mentre Sicilia, Campania e Lazio hanno registrato bollette più basse. Taglio 7,7% emissioni in 2023 Nel 2023 – spiegano gli autori – l’Italia ha registrato una riduzione delle emissioni di CO2 del 7,7% grazie ad un decremento dell’intensità energetica (-3,7%), alla riduzione dei consumi di energia e ad un aumento del Prodotto interno lordo (a prezzi costanti) nonché al lieve calo della popolazione (-0,2%, contributo percentuale). Il maggior utilizzo di fonti rinnovabili ha determinato un minor inquinamento. La Francia è prima in Europa per inquinamento atmosferico da trasporti (31%); seguono Spagna (30%) e Italia (27%). In Germania è invece l’energia il settore maggiormente responsabile delle emissioni di gas serra, con il 34%. Il Piano Ue L’Unione europea punta a raggiungere la neutralità climatica al 2050 con il Piano REPowerEU, essenzialmente puntando sulla riduzione dei consumi di energia, una più ampia diversificazione nell’approvvigionamento di fonti energetiche e un’accelerazione nella produzione da rinnovabili. L’obiettivo italiano è di raggiungere una riduzione del -33,8% rispetto al 2022 e -46,9% rispetto al 1990. In Germania si prevede una riduzione del -39,8% rispetto al 2022; in Francia del -37,6% e in Spagna del -46,9%. Fonti di energia In base alle fonti di energia, nel 2022 il nucleare in Francia è stato pari al 34,9%, il 12,6% in Spagna e il 3,1% in Germania; assente in Italia. Il petrolio e i prodotti petroliferi hanno rappresentato la prima fonte energetica nei consumi nazionali di energia in Spagna (44,4%) e in Germania (35,2%); sono al secondo posto in Italia e in Francia (rispettivamente 34,9% e 31,5%). In Italia, sia pure in calo rispetto al 2021, l’energia consumata deriva per gran parte dall’utilizzo del gas naturale (38%). Le fonti fossili hanno rappresentato circa il 78% del consumo energetico in Italia e Germania nel 2022, il 70% in Spagna e il 50% in Francia. Le rinnovabili Secondo i Piani nazionali integrati dell’energia e del clima del 2023, Spagna e Italia sono in linea con gli obiettivi europei al 2030. La Spagna mira a raggiungere il 47,9% di utilizzo di rinnovabili entro il 2030, superando di 4,9 punti percentuali il target UE, mentre l’Italia dovrebbe superare il suo obiettivo del 39%, raggiungendo il 40,5%. A dicembre 2023 la richiesta di energia elettrica in Italia è stata soddisfatta per il 47,3% dalla produzione da fonti energetiche non rinnovabili, per il 34,5% da fonti energetiche rinnovabili e la restante quota dal saldo estero. Sempre a dicembre 2023 la produzione elettrica italiana da fonti rinnovabili è aumentata del 26,3% rispetto a dicembre 2022, con una particolare crescita dell’idroelettrico (+40,2% rispetto a dicembre 2022), dell’eolico (+42,1%) e del fotovoltaico (+41,1%). In particolare, il fotovoltaico ha visto un incremento più che doppio (+111%) rispetto a quello del 2022. Sfide della transizione A livello globale tra le sfide maggiori del processo di transizione ecologica – come la necessità di bloccare investimenti in nuovi progetti sulle fonti fossili – c’è quella di aumentare la produzione di energia primaria da fonti rinnovabili, passando dall’11,9% del 2022 al 71,2% nel 2050 a livello mondiale. Si tratta di quella che il rapporto definisce come “un’imponente e mai realizzata crescita” delle rinnovabili “da portare avanti al ritmo di oltre 2 punti percentuali all’anno”. In questo quadro il petrolio dovrebbe passare dal 29,6% al 7,8%, il gas naturale dal 22,9% al 5,9%, il carbone dal 26,9% al 2,8%. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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