Dall’Università di Pisa i pannelli solari colorati in plastica riciclata

Un innovativo progetto nel mondo del fotovoltaico arriva dall’Università di Pisa: pannelli solari trasparenti e colorati realizzati in plastica riciclata. Una tecnologia sostenibile, pensata per integrarsi nelle architetture urbane e capace di ridurre drasticamente l’impatto ambientale.

Dall'Università di Pisa i pannelli solari colorati in plastica riciclata

Un team di ricercatori dell’Università di Pisa ha sviluppato pannelli solari innovativi a base di plastica riciclata. Il progetto, pubblicato sulla rivista RSC Applied Polymers e selezionato dalla Royal Society of Chemistry tra i migliori contributi agli obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile, propone un modello fotovoltaico pensato su misura per le città: integrabile, ecologico, esteticamente versatile.

Il cuore della tecnologia sono i concentratori solari luminescenti, ovvero lastre trasparenti e colorate in materiale acrilico (PMMA). Il PMMA è un polimero acrilico trasparente ottenuto da scarti plastici rigenerati attraverso un processo di riciclo chimico avanzato. In queste lastre colorate vengono inglobati fluorofori – in particolare il Lumogen F Red 305 – capaci di catturare la luce solare e reindirizzarla verso piccoli moduli fotovoltaici installati sui bordi. Il risultato è un concentratore solare luminescente (LSC) che unisce funzionalità, bellezza e sostenibilità.

Abbiamo voluto portare il solare dentro le città, rendendolo parte del paesaggio urbano senza compromessi estetici o ambientali“, spiega il professor Andrea Pucci, coordinatore del progetto.

Energia trasparente, basso impatto ambientale e design

Il fotovoltaico di nuova generazione sviluppato a Pisa si distingue prima di tutto per la sua capacità di coniugare efficienza e design. Le lastre in PMMA riciclato sono completamente trasparenti, si colorano con una palette flessibile e possono essere integrate in finestre, pensiline, serre o facciate continue. Questo consente di immaginare edifici capaci di generare energia senza rinunciare alla luce naturale, né al linguaggio architettonico.

Dall'Università di Pisa i pannelli solari colorati in plastica riciclata

Dal punto di vista tecnico, i pannelli in r-PMMA hanno dimostrato prestazioni elettriche comparabili a quelle realizzate con materiale vergine: la trasparenza supera il 93% e l’efficienza fotonica esterna raggiunge l’11%. I test di laboratorio hanno certificato l’equivalenza anche sul piano termico e meccanico, con una resistenza all’impatto e una transizione vetrosa in linea con gli standard dell’industria.

Ma l’aspetto più significativo è l’impatto ambientale. Il processo di rigenerazione del PMMA riduce le emissioni di CO₂ fino al 75% rispetto ai pannelli realizzati con plastica acrilica vergine. Inoltre, l’adozione di un monomero riciclato consente di abbattere fino a sei volte l’impatto ambientale complessivo dei concentratori solari rispetto a quello dei pannelli al silicio cui vengono accoppiati.

Durata, prestazioni e una nuova visione urbana dell’energia

Oltre alla sostenibilità, lo studio si è concentrato sulla durabilità. I pannelli in plastica riciclata, testati sia in laboratorio sia su tetti esposti al sole, hanno mostrato una leggera tendenza a degradarsi più rapidamente nel tempo rispetto ai pannelli in PMMA vergine, a causa di impurità residue come il methyl isobutyrate. Tuttavia, questo effetto è mitigabile con una maggiore purificazione dei monomeri e resta ampiamente compensato dal minor impatto ambientale del materiale.

Rappresentazione della tecnologia dei concentratori solari luminescenti (LSC) installata in una finestra
a) Rappresentazione della tecnologia dei concentratori solari luminescenti (LSC) installata in una finestra; b) un prototipo di sistemi LSC multifluoroforo installato su una pensilina per autobus; c) un LSC accoppiato a una cella fotovoltaica al silicio sotto irradiazione solare diretta- Img by RSC Applied Polymers

La tecnologia è già approdata sul campo: una prima pensilina fotovoltaica realizzata a Livorno nel 2023 dimostra le potenzialità architettoniche e funzionali del progetto, sebbene in quella versione fossero ancora utilizzati pannelli in PMMA di sintesi. Ora, con il PMMA rigenerato pienamente validato, si apre la strada a una nuova generazione di installazioni urbane autosufficienti, integrabili e rispettose dell’ambiente.

Questa visione si inserisce pienamente nelle strategie europee per la transizione energetica, offrendo uno strumento scalabile e replicabile per le città ad alta densità abitativa che necessitano di soluzioni in grado di unire esigenze tecnichee performance energetiche senza rinunciare alla qualità dello spazio urbano.

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