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In occasione dell’evento InnovAgorà, tenutosi presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, ENEA ha presentato la tecnologia che permette di ricavare energia pulita dalle acque residue dei frantoi. A cura di Fabiana Murgia Si tratta di un processo estremamente innovativo, grazie al quale si è resa possibile la valorizzazione di acque di scarto, che altrimenti non avrebbero avuto alcuna funzione utile, e una riduzione significativa dei costi di smaltimento; ne derivano vantaggi notevoli e garantiti nel pieno rispetto dell’ambiente. Il processo brevettato da ENEA risulta essere, infatti, pulito e sostenibile e sfrutta il sistema di molitura delle olive per ottenere una miscela di gas ricca di idrogeno e metano, che diviene un combustibile finalizzato alla produzione di energia elettrica o calore. In questo modo è possibile smaltire in sicurezza scarti che in caso di sversamento non controllato o autorizzato possono causare l’inquinamento di corsi d’acqua, falde e depuratori. Le fasi del processo prevedono un apposito pretrattamento grazie al quale le acque di vegetazione vengono filtrate generando un concentrato di sostanza organica, destinato a un apposito ‘reattore’ che, attraverso reazioni di reforming, produce una miscela ricca di idrogeno, metano e altri gas. L’affidabilità del processo è stata dimostrata mediante prove di laboratorio e collaborazioni con l’Università di Tor Vergata, con la quale è stato possibile effettuare l’analisi tecnico-economica per garantire l’applicabilità della tecnologia anche ad aziende di piccola-media taglia, che lavorano con frantoi caratterizzati da una capacità di molitura di 2-3 ton/h. Nei casi di aziende di piccola-media taglia si registrerebbe un tempo di ritorno di circa 3-5 anni valutando un investimento di circa 100-150 mila euro; una cifra certo significativa, ma che “verrebbe ripagata dai costi evitati per lo smaltimento delle acque di vegetazione mediante spargimento sui terreni agricoli che si aggirano fra i 5 e 15 euro la tonnellata”, come ha ben evidenziato Silvano Tosti, responsabile del laboratorio ENEA di “Tecnologie nucleari” e autore del brevetto. Lavorare in questa direzione vuol dire, quindi, risparmiare sui costi di smaltimento e incentivare la sostenibilità dei processi produttivi; se si considera, inoltre, la possibilità di operare secondo un processo ciclico chiuso, ossia utilizzando le sanse, i gas prodotti e i recuperi termici delle apparecchiature, per produrre l’energia necessaria al processo, è facile rendersi conto che la percentuale di risparmio diviene estremamente significativa. Nel corso dell’evento Silvano Tosti ha spiegato che “utilizzando un reattore a membrana è possibile separare direttamente idrogeno ultra puro e ottenere rese molto elevate: prove di laboratorio hanno permesso di produrre circa 18 m3 di idrogeno da 1 m3 di acqua di vegetazione”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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