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Entro domani sera dovrebbe esserci un testo definitivo di accordo per il clima e il contenimento del riscaldamento globale, su cui ancora i negoziatori non hanno trovato un’intesa, a 2 o 1,5 gradi. Ci sarebbe così il tempo di arrivare a un voto della plenaria venerdì, dopo un’adeguata revisione giuridica. La speranza è che, al di là degli interessi dei singoli paesi, ci sia una vera cooperazione tra i governi per arrivare a una visione comune ambiziosa, efficace ed equa, che permetta di salvare il Pianeta, e garantire un sostegno finanziario ai paesi più poveri. Intanto nei giorni scorsi è stato presentato dai delegati dei circa duecento paesi presenti alla COP 21 di Parigi, un documento di 48 pagine con una bozza di accordo, su cui i Ministri stanno lavorando. Rimangono vari nodi da sciogliere tra cui il contenimento del riscaldamento globale a 2° o 1,5°, il problema dei finanziamenti, e su come recuperare i 100 miliardi di dollari all’anno, fino al 2020, la previsione di una data di avvio della revisione periodica degli impegni e la possibile transizione verso un’economia decarbonizzata e basata sulla produzione unicamente da energia rinnovabile. Il commissario europeo per l’Energia e l’azione climatica, Miguel Arias Canete, commentando la bozza di accordo ha sottolineato: “Tutti i grossi nodi politici restano irrisolti, e saranno risolti dai ministri. Non siamo venuti per un accordo debole vogliamo un accordo ambizioso, equo e durevole, che ci metta su un percorso di basse emissioni e sostenibilità ambientale. E’ l’unico accettabile. Il mondo ci sta guardando, finiamo il lavoro”. Il ministro dell’Ambiente lussemburghese, Carole Dieschbourg, in rappresentanza della presidenza di turno dell’Unione Europea fa intendere che si deve ancora molto lavorare sulla bozza di accordo per arrivare a un vero compromesso che, su alcuni temi, “Viene bloccato da un gruppo limitato di Paesi, e noi speriamo che sarà sbloccato nei prossimi giorni. In quest’ottica, l’Ue ha lavorato come ‘costruttore di ponti’ tra le diverse posizioni, e continua a lavorare intensamente con tutti i suoi partner. Ma i ponti devono essere costruiti su fondamenta solide, e sulla fiducia da entrambe le parti”. L’onorevole Ermete Realacci, presente a Parigi per rappresentare la Camera dei deputati al meeting interparlamentare della Conferenza Onu per il Clima ha affermato: “La sfida della Cop21 non è soltanto una sfida ambientale. È anche una sfida economica, geopolitica e tecnologica, legata alle disuguaglianze sociali. Limitare l’uso dei combustibili fossili in favore di fonti rinnovabili e risparmio energetico ha l’importante ruolo politico di dare maggior libertà all’Occidente. Significa ridurre l’uso di quelle risorse per il cui controllo nascono guerre e movimenti terroristici”. Sandeep Chamling Rai, a capo della delegazione del WWF ha osservato: “Per lo meno i negoziatori hanno convenuto che nell’accordo dovrà essere presente un obiettivo chiaro e globale in termini di politiche di adattamento. Noi chiediamo che esso sia collegato all’indicazione di 1,5 gradi centigradi come massimo accettabile in termini di crescita della temperatura, visto che già con un solo grado si stanno verificando effetti devastanti, soprattutto per le comunità più vulnerabili. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che per molte persone si tratta di una questione di sopravvivenza”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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