Bonus Ristrutturazioni, chi detrae le rate residue in caso di vendita

In vista della Dichiarazione dei redditi, ecco come indicare le rate residue del bonus Ristrutturazioni dopo la vendita dell’immobile oggetto degli interventi.

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Bonus Ristrutturazioni, chi detrae le rate residue in caso di vendita

Il Bonus Ristrutturazioni, confermato per tutto il 2025 dalla Legge di Bilancio, consente di detrarre il 50% delle spese sostenute per i lavori di manutenzione straordinaria. Questo vale unicamente per le prime case, mentre per le seconde l’aliquota è scesa al 36%

Ma cosa succede in caso di vendita dell’immobile prima che siano state recuperate tutte le rate del bonus?

Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate è più volte intervenuta per chiarire questo punto, ovvero la gestione del diritto alla detrazione in caso di trasferimento di proprietà. Ecco come funziona, quando non si perdono le detrazioni e le ultime decisioni dell’Agenzia delle Entrate.

Bonus Ristrutturazioni, chi detrae le rate residue in caso di vendita

Quando un immobile oggetto di lavori di recupero edilizio viene venduto prima della conclusione del periodo di fruizione delle detrazioni (10 anni), la regola generale prevede che il diritto a beneficiare delle quote residue passi all’acquirente.

Bonus Ristrutturazioni, chi detrae le rate residue in caso di vendita

Così prevede l’articolo 16-bis, comma 8, del Testo unico delle imposte sui redditi (DPR 917/1986).
Quindi, a meno che le parti non si accordino diversamente, il bonus Ristrutturazioni segue automaticamente la proprietà dell’immobile.

Vuol dire che, salvo diversi accordi, sarà il nuovo proprietario a detrarre le rate residue negli anni successivi.

Come mantenere il bonus ristrutturazioni dopo la vendita

Come detto, la regola generale vuole che le rate residue del bonus Ristrutturazioni e degli altri bonus casa, possano essere recuperate dal nuovo proprietario.

Invece, per mantenere la detrazione fiscale dopo aver venduto l’immobile è necessario formalizzare un accordo scritto con l’acquirente.

Come mantenere il bonus ristrutturazioni dopo la vendita di un immobile

Le modalità di questo accordo sono state specificate dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 7/2021: non è obbligatorio inserire l’accordo direttamente nell’atto notarile di vendita, basta redigere una scrittura privata autenticata fin dal momento del rogito.

Come stabilire chi ha diritto alla detrazione

Dal punto di vista fiscale, per determinare a chi spettano le detrazioni delle rate, si fa riferimento alla proprietà dell’immobile al 31 dicembre dell’anno di riferimento.

Se alla fine dell’anno l’immobile risulta ancora intestato al venditore, sarà quest’ultimo a detrarre la quota annuale. Al contrario, se il trasferimento è già stato perfezionato, il diritto spetta al nuovo acquirente, a meno che le parti non abbiano pattuito diversamente.

Che succede in caso di trasferimento di quote immobiliari

La vendita di una quota dell’immobile non comporta automaticamente il trasferimento del diritto alla detrazione. Le rate del bonus si trasferiscono al nuovo proprietario se, a seguito della cessione, diventa il proprietario esclusivo del bene.

FAQ: Bonus Ristrutturazioni, chi detrae le rate residue in caso di vendita

Chi detrae le spese di ristrutturazione in caso di vendita?

In caso di vendita dell’immobile oggetto dei lavori di ristrutturazione le eventuali rate residue della detrazione fiscale si trasferiscono automaticamente all’acquirente. Il trasferimento non è automatico soltanto se le parti pattuiscono diversamente.

Come mantenere le detrazioni fiscali dopo la vendita di un immobile?

I vantaggi fiscali offerti dal bonus Ristrutturazioni e dagli altri bonus casa sono legati alla titolarità dell’immobile. Il vecchio proprietario mantiene le detrazioni fiscali dopo la vendita soltanto se raggiunge un accordo con il compratore.

Quando si perde il diritto alla detrazione ristrutturazione?

Il beneficio della detrazione fiscale si perde a partire dall’anno successivo a quello in cui l’immobile non è più adibito ad abitazione principale. Unica eccezione è il caso in cui il cambio di residenza è dovuto a esigenze lavorative.

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