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Indice degli argomenti Toggle Comunità energetiche per l’industria: l’obiettivo è incentivare il fotovoltaicoI piani della società e la finalità di porre le basi per future CERL’idea delle CER e le potenzialità del fotovoltaico Avviare comunità energetiche per l’industria può essere di aiuto alle aziende in due modi: risparmiare sui prezzi dell’energia correnti e attuare la transizione energetica. Il primo obiettivo è certamente il più sentito dalle aziende, alle prese con bollette alte e prezzi variabili. Solo considerando le imprese del terziario, secondo l’Osservatorio Confcommercio Energia, nonostante gli interventi del Governo, per il 2023, la spesa energetica complessiva risulterà superiore del 35% rispetto ai livelli pre-crisi. Negli ultimi tre anni i costi energetici di elettricità e gas per le imprese del terziario di mercato sono fortemente aumentati passando dai 13,4 miliardi del 2019, ai 18,6 del 2021 fino ai 32,9 miliardi del 2022. Dall’altro, c’è la necessità – a livello nazionale – di aumentare notevolmente il contributo di produzione energetica da fonti rinnovabili. Ecco allora che adottare formule innovative che coniughino la produzione energetica da fonti rinnovabili con l’intento di acquistare energia a prezzi più bassi, ponendo le basi per la realizzazione di CER industriali diventa un’opzione molto interessante. La formula con la quale mettere in atto questa opportunità può variare. Un esempio lo fornisce Comunità Energetiche SpA, società umbra, di proprietà al 100% del Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, FIIE sgr, primo fondo italiano che ha investito nei settori delle rinnovabili e dell’efficientamento energetico. Seppure molto giovane, ha già inaugurato il suo primo impianto fotovoltaico lo scorso maggio a Luco dei Marsi (L’Aquila) da 903 kWp e ha già terminato le fasi di cantiere di altri quattro impianti. La formula che propone, in sintesi, è semplice: realizzare impianti fotovoltaici in aree prossimali alle zone industriali locali, investendo in prima persona per la costruzione e la gestione. Alle aziende propone energia prodotta a un prezzo più basso (in misura variabile) di quello di mercato. Inoltre, la stessa azienda può decidere di far parte della comunità energetica che potrebbe essere avviata grazie alla presenza dell’impianto. Comunità energetiche per l’industria: l’obiettivo è incentivare il fotovoltaico Nata come idea di Paolo Allegretti, Ceo della società, insieme a Raffaele Mellone, socio fondatore e co-amministratore delegato del Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica (FIIE Sgr), Comunità Energetiche Spa si è posta fin da subito l’intento di creare un’impresa dedicata allo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili, legata alle Pmi. Il fotovoltaico è la tecnologia su cui si basa l’interesse della società umbra: «è una fonte che, pur intermittente, assicura grandi potenzialità anche in termini di duttilità installative, potendo essere installata dove necessario – specifica Allegretti –. Oggi è una tecnologia promettente e in grado di essere uno strumento flessibile e capace di sostenersi senza necessità di incentivi». Il nome “Comunità Energetiche” vuole mettere in evidenza la sua vocazione: essere un attore strutturato per gestire servizi energetici ad ampio spettro, contando sulla capacità di realizzare impianti chiavi in mano, anche su misura, occupandosi di ogni fase, dalla progettazione all’esecuzione e gestione fino all’assistenza sulla parte autorizzativa. È una società di servizi finalizzata alla costruzione di impianti fotovoltaici, che propone servizi dedicati alle aziende e la possibilità di usufruire dell’impianto, contando sulla possibilità di un prezzo dell’energia ottimizzato. In pratica, Comunità Energetiche SpA si assume l’onere dell’investimento iniziale finalizzato alla realizzazione dell’impianto. L’azienda che intenderà beneficiare dell’impianto può contare su un interlocutore unico. «Attraverso la formula SSPC, Sistemi Semplici di Produzione e Consumo, che permette praticamente di azzerare gli oneri di sistema, è possibile per noi fornire energia totalmente rinnovabile ad un costo molto vantaggioso per le aziende utilizzatrici. Non è un caso che questo modello di business sia in costante incremento. Noi realizziamo l’investimento, la progettazione e la costruzione dell’impianto mentre all’utilizzatore non resta che sottoscrivere con Comunità Energetiche un semplice contratto di fornitura di energia e servizi garantendosi così un prezzo dell’energia più stabile, competitivo e fortemente scontato rispetto al prelievo da rete». Ma il nome dell’azienda è anche legato all’opportunità di porre le basi per creare comunità energetiche per l’industria. «Ora non resta da attendere e capire quali saranno i chiarimenti normativi circa lo sviluppo delle CER», sottolinea il CEO. A maggio la SpA umbra ha allacciato, a Luco dei Marsi, il suo primo impianto fotovoltaico, di 903 kWp, frutto di un lavoro di gruppo che ha combinato competenze e impegno di tutto il team che conta su sviluppatori, progettisti civili ed elettrici, construction manager e personale amministrativo. «Abbiamo lavorato con convinzione al progetto Comunità Energetiche SpA e, con l’allaccio dell’impianto denominato Luco 1, compiamo il primo passo di un percorso lungo e articolato che vedrà, nel corso del 2023, circa 20 MWp di nuove installazioni». I piani della società e la finalità di porre le basi per future CER Lo stesso Allegretti rivela che sono previsti per il mese di giugno connessioni di altri quattro impianti per una potenza totale di circa 4MWp. Sono posti su terreni prettamente industriali dove già sarebbe possibile realizzare comunità energetiche rinnovabili. Gli impianti sostanzialmente pronti – il cantiere è terminato e l’allaccio completato, in attesa del collaudo – sono in Molise (San Martino in Pensilis, impianto da 900 kWp circa), a Celleno (Lazio, 950 kWp), ad Avezzano (Abruzzo, 850 kWp) e l’impianto Luco 2 (in prossimità di Luco 1, sempre in Abruzzo). Tra giugno e settembre sono inoltre previste aperture di nuovi cantieri per oltre 14 MWp. «La nostra idea è realizzare impianti in area industriale e aggregare soggetti industriali di prossimità oppure sotto la stessa cabina primaria. A questo proposito, abbiamo fatto parecchie interlocuzioni con piccole e medie imprese, facendo loro presente l’opportunità di risparmiare dal 15% al 30%, a seconda della formula scelta, sull’energia prodotta. Inoltre, possono contare sull’opportunità di non dover sostenere l’investimento iniziale né occuparsi della gestione, di cui ci occupiamo noi». L’idea delle CER e le potenzialità del fotovoltaico L’amministratore delegato segnala, inoltre, che è ben presente la costituzione – in un futuro quanto più prossimo – delle CER. «Nel frattempo stiamo ragionando in una logica di sistemi di vendita diretta dell’energia. A questo proposito abbiamo un modello con uno schema contrattuale dedicato, diverso dalla logica ESCo, ma vantaggioso per il contraente». L’obiettivo della società è proseguire a realizzare impianti di taglia contenuta, come quello di Luco dei Marsi, partendo da 500 kWp fino a 1,5 MWp, sempre legati all’opportunità di vendere “energia in prossimità” quindi in un’area industriale (definita buffer zone, o zona tampone) comunque prossimale ai potenziali investitori. Costruito l’impianto, la società propone servizi di vendita dell’energia con una formula reciprocamente vantaggiosa. Oltre al fotovoltaico, sono considerate anche soluzioni di storage e digitali per la gestione e il monitoraggio. La sfida che persegue la società è quella di «far entrare il fotovoltaico nella fase di maturità, dopo quella “adolescenziale” vissuta con il gli incentivi del conto Energia – sottolinea Alessandro Marsilio, Direttore Energia di Comunità Energetiche –. La maturità oggi non solo è a livello tecnologico, ma anche di mercato». Oggi non c’è più un unico modo per rendere sostenibile un investimento, ma si può contare su molteplici componenti, tra le quali la condivisione dell’energia proprio nelle comunità energetiche. «Noi crediamo che le comunità energetiche possono essere il primo esempio di servizi di rete prodotti dal fotovoltaico: le CER possono contare su incentivi che vanno considerati più come compensazioni che la comunità energetica garantisce alla rete di distribuzione, evitando la congestione, grazie al meccanismo di produzione e consumo immediato». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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