Indagine sulla certificazione energetica degli edifici

Certificazione ed efficienza energetica in edilizia, un’indagine TEP e Altroconsumo

Negli ultimi anni in Italia si è assistito ad un vero e proprio “boom” del tema dell’efficienza energetica degli edifici e più nello specifico della certificazione energetica. Alla base di questa diffusione c’è certamente il cambiamento sostanziale della normativa, avvenuto dal 2005 in poi con l’emanazione dell’impianto normativo di recepimento della Direttiva 02/91 sull’efficienza energetica in edilizia. In questo contesto la certificazione energetica ha un ruolo fondamentale, perché è lo strumento che consente all’utente finale di conoscere la prestazione energetica dell’immobile che conduce o che sta per acquistare. O almeno questa dovrebbe essere la sua funzione principale. Ma la certificazione energetica ha davvero questa funzione, o viene vissuta semplicemente come una “pratica da sbrigare”? E soprattutto, nella grande moltitudine di offerte su questo servizio, molto variegata anche in termini di costi, vengono date agli utenti informazioni corrette e complete ad un prezzo congruo? Per cercare di rispondere a queste domande la società TEP- Tecnologia e Progetto- ha eseguito un’indagine in collaborazione con Altroconsumo, inviando un questionario a circa 200 persone che negli ultimi anni hanno fatto eseguire una certificazione energetica sul loro alloggio. Sui risultati di questo questionario si sono poi fatti degli approfondimenti a vari livelli. Innanzitutto si sono raccolte e sintetizzate le risposte. Quindi, per una parte delle certificazioni oggetto dei questionari si è analizzata l’intera documentazione consegnata all’utente (certificato, ma anche disegni, eventuale relazione ecc..). Infine, in una dozzina di casi e per gli utenti che si sono resi disponibili, si è proceduto a compiere un sopralluogo nell’edificio e a “rifare” la certificazione energetica, per confrontare i risultati con quelli ottenuti dal certificatore.
Nell’articolo seguente si riassumono i risultati dell’indagine compiuta.

Il questionario
In base al questionario inviato a 200 intervistati è stato possibile ricavare dati significativi soprattutto sulle modalità e sui costi della certificazione in diverse zone di Italia e per i diversi scopi dell’attestato.
Le domande del questionario riguardavano la descrizione dell’edificio in oggetto, il costo della certificazione, il motivo della richiesta di attestato, la tipologia di impianto, il comportamento tenuto dal certificatore ( se ha fatto il sopralluogo, che documentazione ha richiesto, quale documentazione ha prodotto e consegnato alla fine del lavoro, ecc…). Ad ogni risposta si è attribuito un punteggio, calcolato in base alla congruità tra prezzo richiesto e lavoro svolto in ciascun caso. La congruità del prezzo è stata valutata sulla base di diversi aspetti (grandezza e complessità del sistema edificio-impianto, effettuazione del sopralluogo) rispetto ad un prezzo -base ritenuto equo. Da notare che la sproporzione prezzo/servizio è stata valutata sia per prezzi ritenuti troppo alti che per quelli ritenuti troppo bassi (costi troppo bassi possono indurre a non eseguire verifiche basilari e fondare tutto su dati storici e database ).In questo modo è stato possibile capire quanto i vari prezzi richiesti fossero proporzionati al servizio reso. Si è ragionato anche in base allo scopo per il quale era stata richiesta la certificazione (compravendita, locazione, ristrutturazione), per verificare la congruità prezzo/servizio nei vari casi e l’esistenza di eventuali differenze. I risultati sono stati riassunti nei grafici seguenti.

Grafico 1 : Valutazione generale 
Indagine sulla certificazione energetica degli edifici 1

Il mercato delle certificazioni energetiche è caratterizzato da una oscillazione amplissima dei prezzi richiesti, anche a parità di servizio. Pertanto non è facile dare una valutazione di “congruità del prezzo”. Si è cercato di utilizzare criteri il più possibile oggettivi, tuttavia la grande dispersione dei dati ha fatto sì che ci fossero numerosi scostamenti. A questo si deve l’apparentemente molto alto numero di casi in cui il prezzo appare sproporzionato.
Nella metà circa dei casi analizzati il prezzo richiesto risulta proporzionato al servizio reso.

Grafico 2: scopo della certificazione
Indagine sulla certificazione energetica degli edifici 2

La maggior parte delle certificazioni viene prodotta in occasione della vendita o della locazione dell’immobile, solo in un quarto dei casi la certificazione viene fatta in conseguenza della ristrutturazione dell’edificio.

Grafico 3: Valutazione sulle certificazione effettuate per compravendita
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Grafico 4: Valutazione sulle certificazione effettuate per locazione 

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Grafico 5: Valutazione sulle certificazione effettuate per ristrutturazione

Indagine sulla certificazione energetica degli edifici 5
Risulta evidente come la percentuale di prezzi richiesti corrispondenti al servizio dato sia maggiore in caso di certificati prodotti per compravendita e locazione e come invece risulti più bassa in caso di certificati emessi per ristrutturazioni. Da qui la necessità di capire in che termini.

Grafico 6: Certificazioni effettuate per ristrutturazioni. Coerenza dei prezzi e percentuale delle certificazioni effettuate senza sopralluogo
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Il grafico 6 riporta le percentuali relative alla coerenza del prezzo in caso di certificati rilasciati in occasione della ristrutturazione dell’immobile. Il 21 % ha ricevuto una parcella più alta: questo risultato può avere due spiegazioni possibili. La prima è che in caso di ristrutturazione il certificatore si senta spinto a fare maggiori approfondimenti sulla prestazione energetica (prestazione prima/dopo l’intervento, maggiore reperibilità dei dati nel momento in cui si indaga l’involucro, ecc…) e questo porti a chiedere un maggior compenso. La seconda è l’inclusione nel compenso richiesto per la certificazione anche di una cifra in realtà richiesta per l’assistenza nel disbrigo di pratiche per detrazioni fiscali (55% o 36%). Il 30% ha pagato un prezzo più basso, fino ad arrivare a meno di 100 euro per più di 100 m2: ciò potrebbe essere giustificato dal fatto che l’attestato serviva unicamente per accedere alle detrazioni fiscali di interventi ritenuti non sostanziali. Inoltre risulta significativo il fatto che malgrado la certificazione venga fatta per interventi di ristrutturazione il 13 % non ha avuto bisogno di eseguire un sopralluogo per verificare il lavoro svolto.
Lo stesso problema è risultato anche considerando la percentuale di certificazioni effettuate senza sopralluogo sul totale di tutte le certificazioni (vedi Grafico 6) anche se la percentuale maggiore di attestati senza sopralluogo è proprio quella per ristrutturazioni.

Grafico 7: Percentuale di certificazioni effettuate con e senza sopralluogo sul totale
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Valutazione della documentazione
Il secondo livello dell’analisi ha previsto il controllo e la valutazione di 24 certificazioni pervenute in copia con materiale allegato (libretto di caldaia, certificazioni relative al generatore di calore, planimetrie dell’immobile ecc…).
Di queste certificazioni si sono valutati i seguenti aspetti:
1) Validità del certificato in termini di: conformità ad eventuali modelli obbligatori (diversi in base alla diversa località in cui si trova l’edificio e quindi alla eventuale diversa legislazione) e completezza della compilazione
2) Presenza di suggerimenti per il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio e completezza degli stessi suggerimenti in termini di valutazione del risparmio e del tempo di ritorno.
3) Coerenza dei contenuti: congruenza nei dati geometrici riguardanti l’edificio (rapporti superfici/volumi, plausibilità altezze interne ecc…), correttezza nel riportare gli indicatori di prestazione richiesti dalla normativa locale , ordine di grandezza dei risultati.
4) Coerenza rispetto all’eventuale altra documentazione inviata (corrispondenza delle caratteristiche dell’edificio e dell’impianto)
Sulle analisi effettuate è possibile fare le seguenti considerazioni di carattere generale:
– I certificati risultano abbastanza completi. Si osservano in alcuni casi delle discrepanze con altri documenti relativi all’edificio, come il libretto di caldaia.
– La documentazione presentata è molto variabile da caso a caso: si va dal solo certificato, alla documentazione completa di disegni e copia di relazione e documentazione sugli impianti.
– In tre casi i certificati risultano non conformi ai modelli previsti dalla normativa.
In soli 5 casi su 24 risultano presenti sui certificati i suggerimenti su come migliorare energeticamente l’immobile. Questa bassa percentuale risulta molto negativa dal punto di vista dell’utente finale (consumatore) perché in questo modo il certificato perde la sua funzione primaria, che è quella di aiutare l’utente a conoscere il suo edificio e migliorarlo. Infatti, una parte fondamentale del certificato è proprio quella che riguarda i suggerimenti per il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio. Questa tabella dovrebbe contenere un’ipotesi di possibili interventi e una stima del risparmio ottenibile con ciascuno e del tempo di ritorno. Il parco edilizio italiano è formato all’80% da edifici costruiti prima dell’entrata in vigore della prima normativa sul risparmio energetico (1976). Intervenire sull’esistente offre quindi straordinarie possibilità di risparmio energetico ed economico per i singoli e per la collettività. Per questo una diagnosi seria sull’edificio e una attenta analisi dei possibili interventi, dei loro costi e delle opportunità di risparmio e soprattutto una corretta e comprensibile presentazione di tutto questo da parte del tecnico certificatore all’utente finale sono certamente la strada primaria da seguire per aumentare al sensibilità sul tema e di conseguenza ottenere risultati sul piano del risparmio e della tutela ambientale.

Sopralluoghi
Per rendere maggiormente affidabili le valutazioni precedenti e per una valutazione quantitativa della bontà delle certificazioni realizzate e sono stati eseguiti una serie di sopralluoghi (12) presso le abitazioni di candidati che si sono resi disponibili per la verifica dei dati geometrici dell’edificio e per il rilievo visivo e strumentale (indagini termografiche, indagine spessore e stratigrafia delle vetrate) delle caratteristiche termiche delle strutture opache e trasparenti dell’involucro e delle caratteristiche degli impianti termici (generazione, regolazione, distribuzione ed emissione).

Località verificate
Le indagini condotte sono state effettuate su edifici per i quali è stato effettivamente redatto un attestato di certificazione energetica. Per una maggiore rappresentatività dell’indagine si sono voluti distribuire, per quanto possibile, i sopralluoghi sul territorio nazionali. Ne sono stati compiuti 8 al nord 4 al centro e 1 al sud.
Modalità di indagine
Per poter effettuare la certificazione energetica di ogni unità immobiliare si sono svolte le principali attività relative al processo di certificazione energetica di un edificio:
– raccolta dati disponibili della committenza (planimetria, prospetti, relazione legge 10/91, relazioni tecniche, libretto di impianto, schede tecniche prodotti, ecc…)
– realizzazione di un sopralluogo per la conferma e l’acquisizione delle caratteristiche geometriche e termiche del sistema edificio-impianto
– indagini termografiche per valutazioni della tipologia costruttiva e per individuazione dei ponti termici e indagini con spessimetro per valutare caratteristica delle parti vetrate
– conferma e acquisizione dei dati di caldaia e libretto di impianto e raccolta dati per modellazione impianto per quanto riguarda: emissione (tipo di corpi scaldanti), regolazione (di zona? valvole termostatiche? climatica?) e distribuzione (i tubi sono isolati?)
– modellazione edificio e implementazione in software per la certificazione energetica (software Cened per Regione Lombardia, software Bestclass TS validato dal CTI per il resto del territorio nazionale) di tutto il sistema edificio impianto

L’uso della strumentazione di indagine
In generale l’impiego della strumentazione di misura non è obbligatorio, ma è consigliabile. Poter infatti stabilire con certezza la stratigrafia di una parte vetrata consente di determinare con maggiore accuratezza il valore della trasmittanza della parte vetrata. Disporre di immagini termografiche consente di avere indicazioni più precise sulle caratteristiche costruttive dell’edificio e sugli eventuali punti deboli (ponti termici).

Criteri di valutazione degli attestati
Una volta realizzato il sopralluogo, per ogni caso è stata eseguita la procedura per la valutazione dell’attestato di certificazione energetica.
I parametri oggetto di valutazione sono suddivisi in quattro categorie che rappresentano le diverse fasi di raccolta dati ed elaborazione e hanno quindi un significato differente (Vedi tabella)

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Il confronto è stato eseguito sulla base della modellazione nelle categorie descritte. Vi sono risultati parziali per ogni tipologia di categoria e risultati conclusivi sull’intero processo di certificazione energetica.
Risultati del confronto per la raccolta dati geometrici e per la modellazione della zona termica
Dai risultati del confronto emerge che l’approccio dei certificatori alla modellazione della zona termica è molto ben fatto; dall’analisi emerge che la preparazione tecnica sul significato della certificazione energetica è idonea e che non sono state fatte valutazioni inadeguate o con errori grossolani dettati da impreparazione professionale o “invenzione”. I certificatori hanno per la maggior parte effettuato il sopralluogo.

Descrizione delle strutture trasparenti, opache, esposizione e confini della zona termica
Il parametro di confronto è stato il parametro ETH, indice di fabbisogno energetico involucro invernale che è frutto della combinazione delle superfici disperdenti individuate, delle trasmittanze termiche U [W/m²K] attribuite alle superfici trasparenti e opache e dell’esposizione all’irraggiamento solare più o meno ombreggiato. Il certificatore nei casi di edifici esistenti ipotizza i valori di U sulla base dello spessore delle parete, della tipologia costruttiva e dell’epoca di costruzione (trovando eventualmente coerenze con la documentazione tecnica disponibile).
Dai risultati del confronto emerge che la determinazione delle caratteristiche termofisiche dell’edificio è un punto sul quale possono esserci divergenze significative da operatore ad operatore. Generalmente per un edificio esistente non è univoca la determinazione delle trasmittanze (soprattutto delle strutture opache pareti e coperture). Si possono fare in particolare alcune considerazioni:
– i certificatori possono valutare, in accordo con la procedura di calcolo, caratteristiche termo fisiche molto differenti
– sarebbe consigliabile l’impiego di strumentazione di misura che possa rendere il dato maggiormente affinato (per le strutture trasparenti e per quelle opache)
– la formazione professionale (ing., arch., per. ind. o geom.) non è indice della capacità maggiore o meno di analizzare l’edificio per la certificazione energetica

Descrizione dell’impianto: generazione, distribuzione, regolazione ed emissione
Per la maggior parte degli edifici studiati l’impianto è relativamente semplice da modellizzare: è necessario infatti individuare le caratteristiche del generatore che sono indicate nella targa, nelle schede tecniche e nel libretto di caldaia. Il valore della potenza nominale al focolare è un buon indicatore della corretta lettura del generatore.
Il sistema impiantistico messo in relazione all’edificio modellizzato comporta la definizione del rendimento globale medio stagionale.
I risultati mostrano una modellizzazione dell’impianto sostanzialmente corretta. Essa non è infatti soggetta a particolare discrezionalità da parte dei certificatori grazie alla presenza di documentazione cartacea (libretto di caldaia e schede tecniche) e alla possibile analisi sull’impianto e sulla targa

Bilancio complessivo
Il risultato che unisce la valutazione geometrica e termica sull’involucro e la modellazione dell’impianto è il valore di classificazione energetica del EPH, ovvero dell’indice di fabbisogno energetico primario invernale.
I risultati del confronto sull’indice di prestazione energetica per il fabbisogno di energia primaria risentono delle discrepanze emerse principalmente a causa delle scelte discrezionali relative al grado di isolamento delle strutture opache e trasparenti. E’ possibile fare le seguenti considerazioni conclusive :
– i certificatori possono valutare, in accordo con la procedura di calcolo, caratteristiche termo fisiche molto differenti che si ripercuotono sul calcolo complessivo del fabbisogno energetico primario
– è consigliabile quindi l’impiego di strumentazione di misura che possa rendere il dato maggiormente affinato (per le strutture trasparente e per quelle opache) poiché per la parte di modellazione impiantistica la discrezionalità è maggiormente impedita
– la discrepanza riscontrata non è un indice di calcoli di certificazione eseguiti in modo inadeguato quanto piuttosto di una discrezionalità elevata su alcuni parametri che condizionano il calcolo del fabbisogno.
– per quanto riguarda la parte dell’attestato dedicata alla diagnosi, solo in un caso è stata compilata ma non spiegata alla committenza e in praticamente tutti gli altri casi la scelta di non compilarla non è giustificata dall’assenza di possibili segnalazioni utili. La compilazione della parte di diagnosi è probabilmente vista dal certificatore come una parte non rilevante ai fini dell’incarico. La non rilevanza è attestata anche dall’assenza di spiegazioni dell’attestato da parte del certificatore alla committenza.
– i sopralluoghi hanno mostrato come a fronte di attività svolte nel rispetto delle procedure e con buon risultati dal punto di vista della professionalità degli operatori sia invece insufficiente il rapporto committenza-certificatore per quanto riguarda lo scopo generale dello strumento della certificazione energetica: sensibilizzazione al problema dei consumi energetici e buone regole per ridurli con interventi di riqualificazione energetica.

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