Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
Indice: Eolico offshore, una gara virtuosa Eolico offshore, chi corre di più nel mondo Una pala eolica lunga quanto un campo da calcio. Impressionante, vero? È con questa immagine che si può rappresentare il nuovo record per l’energia dal vento in mare. Il primato aiuta a sperare in un ruolo sempre più importante delle energie rinnovabili, che trovano nella tecnologia nuovi spunti per aumentare produzione e prestazioni. A realizzare la “turbina delle meraviglie” è Siemens Gamesa: ha fatto sapere che arriverà sul mercato nel 2022, segnalando che un prototipo dovrebbe essere pronto già quest’anno. Per il momento ha offerto numeri importanti: avrà un rotore di 193 metri di diametro e ogni pala sarà lunga 94 m, appunto quasi quanto un campo da calcio, riuscendo a sviluppare una potenza di 10 MW. Tanto per capire meglio la portata di questo impianto la stessa società ha stimato che un parco eolico offshore con venti di queste turbine coprirebbe il consumo annuale di elettricità di una città delle dimensioni di Liverpool, che conta più di mezzo milione di persone. Eolico offshore, una gara virtuosa Quando si dice alzare l’asticella: la nuova soluzione offre fino al 30% in più di produzione annuale di energia rispetto al modello che l’ha preceduta, rivela la stessa Siemens Gamesa. A dire la verità l’annuncio della società segue quello di MHI Vestas dello scorso settembre, che aveva messo in evidenza la notizia della prima turbina al mondo da 10 MW; in ogni caso l’annuncio fa comprendere bene la “gara” in atto tra colossi. Una competizione virtuosa: oggi, segnala l’Independent, tutti i parchi eolici attualmente in costruzione nel Regno Unito utilizzano turbine con una capacità di circa 7 MW. Il record attuale è detenuto da Vattenfall che ha installato un impianto da 8,8 MW presso il suo European Offshore Wind Deployment Centre (EOWDC) ad Aberdeen Bay, in acque scozzesi. L’eolico offshore nel Regno Unito prosegue la sua corsa. Lo conferma l’associazione RenewableUK, secondo cui nel 2018 sono stati aperti ufficialmente otto nuovi parchi, portando il totale annuale di nuova potenza a 2.121 MW, quasi il doppio del precedente record annuale di 1.154 MW nel 2012. La stessa segnala che tale aumento di potenza è stato raggiunto con appena il 18% in più turbine installate rispetto al 2012, sottolineando la crescita impressionante della potenza delle turbine negli ultimi anni. In una nota a fine anno ha sottolineato che: “dal 2012, la potenza media di una turbina offshore è cresciuta di oltre il 50% da 3,7 MW a 5,8 MW quest’anno”. Eolico offshore, chi corre di più nel mondo Il Regno Unito non è l’unico Paese a puntare sul “vento al largo”: in Cina, il governo ha appena autorizzato la realizzazione di 24 progetti eolici offshore nella provincia di Jiangsu. Da quanto si apprende, i progetti avranno una potenza totale di 6,7 GW e comporteranno un investimento di circa 18 miliardi di dollari, e dovrebbero essere operativi entro fine 2020. Questi impianti si aggiungeranno ai 56 già presenti nell’area, che conta già una potenza totale di 8,6 GW e mostrano come la Repubblica Popolare dia prova di credere nelle potenzialità del vento: secondo Bloomberg, nel 2018 quasi la metà degli investimenti globali (25 miliardi di dollari) nell’offshore va attribuito alla Cina, che ha stanziato 11,4 miliardi di dollari in 13 nuove centrali eoliche offshore. Quindi, quello che è il terzo Paese produttore di energia eolica offshore, dietro a Regno Unito e Germania, potrebbe presto arrivare in cima. Lo prevede BNEF – Bloomberg New Energy Finance che ha segnalato come il 2019 “sarà l’ultimo anno prima che l’Asia diventi il mercato leader dell’eolico offshore”: da qui si registrerà il 25% in più di potenza installata rispetto all’Europa nel 2020. Tutta questa gara al rialzo trova conferme in una crescita ancora più sostanziosa nei prossimi anni del mercato eolico offshore globale: secondo un report di Market Research Future esso supererà i 49,74 miliardi entro il 2023 con un CAGR stimato di circa l’11,12% nel periodo dal 2017 al 2023. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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