Sfide e opportunità per le imprese Energy

L’Energy Innovation Report tratta il tema dell’innovazione nelle imprese del settore dell’energia, offrendo un quadro esaustivo della situazione che le imprese Energy si trovano oggi ad affrontare per mantenere e rinnovare la propria competitività sui mercati. L’84% delle energy utility analizzate si dicono preparate ad affrontare la sfida della transizione energetica ma lamentano le molte barriere all’innovazione

Sfide e opportunità per le imprese Energy 1

Indice degli argomenti:

Oggi viene presentata in modalità online la terza edizione dell’Energy innovation Report, primo Studio di questo genere pubblicato in Italia che offre una visione d’insieme dello stato dell’arte dell’innovazione nel settore Energy, considerando il contesto internazionale, anche alla luce della crisi pandemica. Il Report dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano approfondisce l’attenzione verso i temi della transizione energetica ed energia sostenibile nei principali piani e misure di rilancio economico a livello nazionale, europeo ed internazionale. Imprese e cittadini stanno ripensando  le proprie modalità di approvvigionamento e consumo energetico in ottica di sostenibilità, dando un forte impulso alle utility dell’energia ad innovare i propri prodotti, servizi e modelli di business. Il rapporto esplora gli  investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S), le strategie di innovazione adottate dalle imprese Energy, delineando tendenze, esempi e best practice che possano orientare e guidare le decisioni delle imprese e dei manager.

Vi proponiamo in anteprima i principali risultati del Rapporto, invitandovi ad iscrivervi alla presentazione odierna.
I partecipanti potranno scaricare una copia in pdf della 3a edizione dell’Energy innovation Report 2021.

A fondo pagina il PDF con l’Executive Summary completo.


La ricerca si articola in quattro capitoli, a partire da un’analisi delle energy utility operanti in Italia dal punto di vista delle strategie, strutture e processi avviati per guidare l’innovazione (Capitolo 1).
Il Capitolo 2 estende l’analisi alla prospettiva esterna, analizzando gli ecosistemi imprenditoriali e le startup emergenti nel mondo dell’energia, per tracciare i principali trend tecnologici emergenti e i modelli di business che stanno attirando i maggiori investimenti da parte delle imprese più consolidate nel settore. Tali analisi sono completatati da due novità inedite nell’Energy Innovation Report: gli Energy Innovation Essentials (Capitolo 3), una guida pratica per supportare le energy utility nella gestione di processi di collaborazione e open innovation all’interno degli ecosistemi imprenditoriali, e infine, nel Capitolo 4, una mappatura aggiornata delle principali tipologie di finanziamenti, incentivi e programmi a supporto dell’innovazione delle imprese energy.

Innovazione e transizione energetica: la prospettiva delle energy utility

Il primo capitolo dell’Energy innovation Report 2021 pone l’attenzione sulle strategie, le strutture organizzative e i processi che le imprese energy – in particolare le utility attive nel mercato italiano – adottano per gestire l’innovazione, con particolare riferimento agli ambiti tecnologici più rilevanti per la sfida della transizione energetica.

L’analisi si basa su dati primari (50 risposte ottenute da una popolazione di oltre 200 utility) raccolti attraverso un questionario che ha coinvolto le utility attive nel mercato italiano, misurandone le principali dimensioni della capacità di innovare (e innovarsi). L’analisi tocca anche temi di Open Innovation, con un focus sulla capacità delle imprese di attingere e contribuire a idee e progetti innovativi al di fuori dei confini aziendali.

L’84% delle energy utility analizzate si dichiarano preparate ad affrontare la sfida della transizione energetica. Le utility vedono nella transizione energetica un’opportunità di crescita con caratteristiche differenti in base alle caratteristiche aziendali: mentre le utility medio-piccole puntano ad accedere a nuove categorie di clienti nei mercati già serviti, e quindi di incrementare la propria marginalità, le grandi utility puntano spesso ad entrare in mercati completamente nuovi.

La gran parte delle utility riconosce all’innovazione il ruolo di strumento fondamentale per affrontare la sfida della transizione energetica. Tuttavia, le utility riconoscono molte barriere all’innovazione, dalla mancanza di risorse interne, sia in termini di competenze sia legate alle risorse finanziarie, alla difficoltà di promuovere cambiamenti significativi nella cultura organizzativa e nel modello di business.

Dove si concentra l’attività di innovazione delle energy utility?

Le energy utility che dichiarano di voler sviluppare innovazione nei prossimi anni si dicono motivate ad innovare principalmente il portafoglio di prodotti/servizi e i modelli di business, mentre cala l’attenzione all’innovazione dei processi interni. Nel 64% dei casi le utility prevedono che l’impatto delle attività e dei processi di innovazione si realizzerà soprattutto su aree di business periferiche al core business, quali Energy Efficiency, Smart Mobility, Smart Building e Smart City, settori che nel corso del tempo riscontrano una sempre maggiore rilevanza nelle value proposition delle utility.

Dove si concentra l’attività di innovazione delle energy utility

Quali impatti genera l’innovazione nelle energy utility?

Le utility analizzate si dicono confidenti che l’introduzione di nuovi prodotti/servizi abbia determinato impatti positivi per il business.

Strategia e organizzazione per l’innovazione

Nonostante le energy utility si dicano pronte ad affrontare la transizione energetica, solo poche hanno definito una chiara direzione strategica per l’innovazione. Tra le utility che valutano l’innovazione tra le proprie principali priorità strategiche, il 75% ha una strategia per innovazione che affronta la transizione energetica, e nel 40% dei casi questa risulta formalizzata. Tra le altre utility, solo il 20% delle utility hanno definito una strategia per l’innovazione, formalizzata o meno. Nel 40% dei casi esse non hanno pianificato né una strategia né dei progetti di innovazione riconoscibili.

Tra le utility che ritengono l’innovazione una delle principali priorità strategiche per affrontare la transizione energetica, il 75% di esse ha dedicato un budget all’innovazione, ed emerge una generale tendenza ad aumentare tale budget nel prossimo futuro. Si evince, inoltre, la chiara tendenza da parte delle utility italiane a non creare business unit dedicate a gestire i processi di innovazione, ma di affidarne il controllo a unità organizzative già esistenti, o al limite a sviluppare task force multifunzionali. Infatti, solo il 36% del campione di utility ha creato una B.U dedicata alla gestione dell’innovazione.

Emerge infine un importante limite all’innovazione nelle utility italiane, legate alla poca attenzione al tema della misura e del monitoraggio delle performance dei processi di innovazione.

La diffusione del paradigma della Open Innovation

Il 76% del campione di utility ritiene che per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica dovrà sviluppare nuove competenze e tecnologie. L’adozione di pratiche di Open innovation potrebbe minimizzare i tempi e i costi relativi al processo di generazione di questa conoscenza. Attualmente sono utilizzate dal 48% del campione di utility analizzato, un numero in crescita rispetto agli anni precedenti.

Permangono, tuttavia, anche le barriere riscontrate nelle edizioni precedenti dell’analisi, in particolare:

  • l’assenza di una struttura organizzativa interna in grado di presidiare i progetti di Open Innovation
  • la difficoltà nell’identificare i partner con cui sviluppare progetti di Open Innovation,
  • l’assenza di una cultura aziendale pronta a recepire le pratiche dell’Open Innovation e gli spunti di innovazione provenienti dall’esterno dell’organizzazione.

La crescente adozione di pratiche di Open Innovation è sostenuta anche dalla percezione generale, condivisa dalle imprese che le hanno sperimentate, che tali pratiche offrano opportunità tangibili derivanti:

    • Dall’aumento della capacità di identificare e sfruttare nuove opportunità di business

  • Dall’acquisizione di risorse e conoscenze non disponibili all’interno dell’azienda
  • Dall’opportunità di anticipare possibili minacce esterne o discontinuità tecnologiche

Acquisizioni, Corporate Venture Capital (CVC), e Startup indipendenti del mondo energy

Passando alla prospettiva esterna, l’analisi dell’Energy Innovation Report 2021 si concentra poi sugli ecosistemi imprenditoriali e sulle startup rilevanti alla transizione energetica, raccogliendo gli ultimi trend in termini di acquisizioni di startup energy, investimenti di CVC da parte delle energy utility, e principali startup indipendenti.

L’analisi delle acquisizioni di startup innovative nel mondo Energy nel triennio 2018-2020 ha permesso di evidenziare un calo significativo del numero di acquisizioni nel 2020, che toccano quota 9 rispetto ai 43 del 2019. Ciò evidenzia che la complicata situazione di crisi globale legata alla pandemia COVID-19 ha avuto un impatto negativo notevole sulle acquisizioni di startup afferenti al mondo Energy.

La segmentazione per ambiti tecnologici ha permesso di evidenziare una netta prevalenza dell’ambito Smart Mobility, confermando il trend di crescita evidenziato negli ultimi anni, grazie ad una crescente concentrazione dei principali player nel settore dello sharing mobility. Rilevanti risultano anche gli ambiti Energy Storage, Renewable Energy e Smart Building che costituiscono rispettivamente il 15%, il 12% e il 10% delle acquisizioni. Si evidenzia anche una crescita di interesse verso startup attive in ambito Hydrogen.

Focalizzando l’attenzione sugli ambiti tecnologici delle imprese acquirenti, classificati in prima battuta come «Energy» e «Non Energy», si osserva che la grande maggioranza delle acquisizioni di startup Energy sia stata effettuata da altre imprese del settore Energy. Tuttavia, nel 2020 si osserva una netta inversione di tendenza, con oltre il 75% delle acquisizioni da parte di imprese «non Energy».

Gli investimenti di Corporate Venture Capital (CVC) delle energy utility

Il Corporate Venture Capital (CVC) è un fenomeno in forte diffusione, che rappresenta una leva strategica sempre più adottata da imprese mature, di medio-grandi dimensioni, per accedere a nuove idee, competenze e tecnologie altrimenti difficili da sviluppare internamente, secondo i principi del modello dell’Open Innovation.

Questa edizione del report analizza tutti gli investimenti di CVC effettuati da utility europee, statunitensi e israeliane attive nei settori dell’energia elettrica, del gas oppure considerate multi-utility (ovvero imprese attive non solo nel mondo gas e/o elettricità, ma anche nella gestione rifiuti e/o acqua) nel periodo dal 2018 al 2020, con particolare attenzione all’anno 2020 per evidenziare l’impatto della pandemia Covid-19 sugli investimenti CVC delle utility in realtà innovative come le startup. Tale selezione ha portato all’analisi di 40 utility che hanno investito in 159 imprese target, per un totale di 188 deal.

Nel 2020 il numero di deal di Corporate Venture Capital è sceso significativamente a quota 43 rispetto ai 78 del 2019. Tuttavia, il volume di investimenti si è confermato sui livelli del 2019, attestandosi sugli 857 milioni di dollari. Si nota quindi un netto aumento del valore medio degli investimenti (quasi 20 milioni di dollari contro i 14,7 del 2018 e gli 11,1 del 2019).

Emerge la tendenza delle utility ad effettuare investimenti (deal) congiuntamente con enti finanziari (78% dei deal) e ad investire principalmente in ambiti che non fanno parte del core business per l’utility, con l’obiettivo di rafforzare e rivoluzionare il proprio business. Si conferma così la visione delle utility secondo cui le maggiori innovazioni si origineranno al di fuori del business core.

Le principali startup innovative indipendenti attive nel mondo Energy

L’analisi delle principali startup innovative attive nel mondo Energy ha visto un campione di analisi pari a 699 startup, di cui il 52,4% localizzate in Europa, il 44,6% negli Stati Uniti e il 3% in Israele. Analizzando il numero di startup attive all’interno del contesto europeo, l’Italia si posiziona all’ottavo posto con 16 startup, preceduta da Israele (21), Spagna (25), Olanda (29), Svezia (31), Francia (44), Regno Unito (62) e Germania (70).

Si osserva una forte preponderanza di startup attive nello Smart Mobility (277 startup, quasi 40% del campione), in crescita nel 2020 e caratterizzato da una forte presenza di soluzioni legate all’autonomous driving (91 startup) e allo sharing mobility (75 startup). Si sottolinea poi una buona copertura degli ambiti Renewable Energy, Energy Storage e Smart Building che comprendono rispettivamente 84 startup (12% del campione), 83 startup (12% del campione) e 76 startup (11% del campione).  Gli ambiti Renewable Energy e Hydrogen sono quelli che vedono la maggiore crescita percentuale di nuove startup nell’ultimo biennio (2019-2020). Risultano in calo nel 2020, invece, le startup attive negli ambiti Smart Grid ed Energy Efficiency.

Energy Innovation Essentials

Il terzo capitolo dell’Energy Innovation Report 2021 presenta una novità rispetto alle precedenti edizioni: esso fornisce una serie di linee guida concrete a supporto delle imprese del settore energy che intendono affrontare la sfida della transizione energetica, facendo leva sull’innovazione e le opportunità emergenti negli ecosistemi imprenditoriali.

Gli energy innovation essentials presentati nel Capitolo 4 del report presentano indicazioni relative ai seguenti 5 processi e pratiche per guidare l’innovazione delle imprese Energy.

Transizione energetica: le sfide che devono affrontare le imprese del settore energy

I finanziamenti, gli incentivi e i programmi a supporto dell’innovazione delle imprese energy

Il quarto e ultimo capitolo dell’Energy Innovation Report 2021 si focalizza sui principali strumenti di finanziamento e incentivi disponibili per supportare i processi di innovazione e di transizione energetica nelle imprese energy. Il capitolo identifica le principali tipologie di strumenti (incentivi fiscali, contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati) a disposizione delle aziende energy – ed in particolare delle utility – per accelerare la propria capacità innovativa, presentandone un’analisi di dettaglio. Sono stati considerati, in particolare, 3 ambiti di applicazione:

I finanziamenti a supporto dell'innovazione delle imprese energy

L’analisi raccoglie le caratteristiche di strumenti e incentivi sia a livello europeo che italiano, considerando tre categorie principali, quali incentivi fiscali, contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, che possono essere erogati a livello nazionale o europeo.


Energy innovation Report 2021

Giovedì 8 luglio  ore 9.30

Scarica l’Executive Summary della 11 edizione dell’Energy innovation Report 2021

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