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Eventi meteorologici estremi, temperature in aumento, crisi energetica, conflitti geopolitici: la 27esima Conferenza delle Parti si è svolta in un momento storico segnato da profondi cambiamenti. Il grido di allarme della Terra ha reso ancora più impellente la necessità di intensificare gli sforzi per proteggere il nostro futuro. Lo stesso Antonio Guterres, Segretario delle Nazioni Unite, nel suo discorso di apertura per la COP27 ha scelto di esprimersi senza mezzi termini rimarcando la gravità della situazione globale. “Siamo su un’autostrada verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore”, ha dichiarato Guterres. I Governi sono chiamati alla collaborazione per accelerare il passo verso la transizione energetica e cercare di scongiurare il rischio di una catastrofe climatica, scenario dal quale nessun Paese è escluso. L’impegno governativo verso un futuro net zero passa attraverso la normativa europea FIT for 55 sul clima il cui obiettivo è di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030. Un obiettivo ambizioso che si potrà ottenere rafforzando l’innovazione, e sviluppando nuove tecnologie per la decarbonizzazione. Alla normativa si aggiunge il RepowerUE: il piano della Commissione Europea per l’indipendenza dall’uso dei combustibili fossili russi punta a incrementare il goal 2023 individuato dell’UE per le energie rinnovabili dall’attuale 40% al 45%, la produzione di biometano da 18 mld mc a 35mld mc e l’utilizzo dell’idrogeno ( 20 mln di ton/a). Eni: il percorso verso la decarbonizzazione passa attraverso un modello olistico Il passaggio a processi produttivi e di generazione elettrica in grado di contenere a zero le emissioni nette di carbonio è il presupposto per il raggiungimento degli obiettivi climatici in grado di ridurre la crescita media della temperatura globale. Politica, economia e società lavorano insieme per perseguire la decarbonizzazione e lo fanno attraverso l’adozione di misure di sostenibilità efficaci che limitino/mitighino il più possibile i futuri consumi di combustibili fossili. Per avanzare verso un futuro low carbon è necessario un solido impegno anche da parte delle aziende, in particolare dai player del settore energetico. Il focus sull’innovazione come motore della transizione energetica guida le azioni di Eni, che vuole diventare leader della transizione energetica. La strategia messa in campo da Eni per accelerare il processo di decarbonizzazione adotta un approccio olistico e tecnologicamente neutro, facendo leva su tecnologie, esperienza, attività di ricerca e sviluppo e una rete di collaborazioni che alimentano un ecosistema virtuoso. L’obiettivo della multinazionale è prevedere un assetto orientato alla creazione di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale e economico in un’ottica di Just Transition. La necessità di coniugare Innovazione e sostenibilità ha sollecitato Eni a istituire la funzione Sustainable B2B, nell’alveo della Direzione Generale Energy Evolution. La missione della nuova unità è quella di scaricare a terra il grande potenziale tecnologico e commerciale di cui l’azienda si è dotata. L’obiettivo di Sustainable B2B è di rendere percorribile il processo di transizione energetica mettendo a fattor comune l’offerta delle linee di business Eni proponendo un’interlocuzione unica al mercato. Si parte dalle esigenze dei partner, si analizzano le dimensioni emissive e poi si costruiscono insieme curve per raggiungere il Net zero con soluzioni ad hoc, che ottimizzano i costi e l’allocazione delle risorse disponibili. Il portafoglio di soluzioni che Eni sta sviluppando, pone al centro i biocarburanti, la fornitura di energia elettrica prodotta fonti rinnovabili, servizi alle persone e alle vetture per la mobilità sostenibile urbana e soluzioni per bonifiche e per la gestione dell’acqua in linea con i valori dell’economia circolare. Ma non è finita qui, un’energy tech company innovativa come Eni sta sviluppando anche soluzioni all’avanguardia. Ne sono l’esempio la tecnologia per la cattura della CO2 (CCUS), la fusione a confinamento magnetico, oltre a nuovi vettori energetici alternativi come l’idrogeno che nel futuro più prossimo avrà un ruolo centrale nella decarbonizzazione dei settori industriali. Innovazione e mobilità sostenibile: le soluzioni di Eni La ricerca di Eni si declina anche nel campo della mobilità sostenibile. Il player dell’energia si è concentrato nel breve su tre macro temi che includono “prodotti e servizi per una mobilità sostenibile”, “accesso all’energia e all’efficientamento energetico” e non ultimo il tema della “rigenerazione urbana”. Il primo punto evidenziato tra le macro direzioni nell’offerta Eni riguarda tutte le forme di trasporto privilegiando soluzioni low carbon, con vettori energetici avanzati e completamente rinnovabili. Le circa 5.500 stazioni di servizio europee, che afferisco al perimetro di Eni per il tramite della neocostituita Eni Sustainable Mobility, si stanno trasformando sempre più in “mobility hub” la cui erogazione di servizi è progettata per facilitare la vita delle persone. Ricordiamo che Eni è stata una delle prime imprese ad aver offerto lo sharing mobility con Enjoy, progetto che ora si arricchisce grazie alle city car 100% elettriche XEV YOYO, dotate con l’innovativo battery swapping. La mobilità sostenibile viene supportata da Eni grazie all’accesso ad una rete di 10.000 punti di ricarica Plenitude + Be Charge, la cui presenza in Italia ed Europa verrà triplicata nel 2030 fino a raggiungere ben 35.000 punti di ricarica per le vetture elettriche. Per quanto riguarda il tema “accesso all’energia ed efficientamento energetico”, Eni grazie a Plenitude, propone soluzioni che vanno da una proposta commerciale tradizionale, passando per le diagnosi energetiche emissive e soluzioni rinnovabili aggregabili in comunità energetiche. L’impegno di Eni per la rigenerazione urbana si esplica attraverso le attività portate vanti da Eni Rewind che con azioni che vanno dalle bonifiche alla riqualificazione ambientale, pone particolare attenzione a tutte le matrici ambientali con focus sul risparmio delle risorse e sulla riduzione di anidride carbonica. Anche il tema del recupero degli scarti e dei rifiuti è affrontato con responsabilità ed impegno diventando una leva strategica nella transizione verso un’energia decarbonizzata e sempre più sostenibile. Ne è un esempio tangibile Versalis, la società del Gruppo impegnata nella chimica sostenibile che ad oggi può annoverare diversi progetti per il recupero delle plastiche e per la produzione di prodotti bio come Invix®, Sunpower® e il bioetanolo “advanced” realizzato da biomassa Balance®. Rimanendo in tema di mobilità sostenibile, Eni ha evidenziato come l’idrogeno sarà il punto focale in questo percorso di transizione green. L’idrogeno low carbon rappresenta, infatti, un’opzione dal grande potenziale per il comparto automotive, ma rappresenta soprattutto un asset strategico nei settori dei trasporti hard to abate (come il trasporto stradale pesante). Il progetto Eni a Mestre Venezia ne è l’esempio: qui si trova la prima stazione per il rifornimento di vetture a idrogeno, iniziativa a cui si andrà ad aggiungere una seconda a San Donato Milanese e molte altre a venire. Sono inoltre in programma anche dei progetti per la produzione di idrogeno verde in JV con Enel greenPower a Gela e Taranto. Uno sguardo al futuro Eni guarda verso il domani e punta sulla fusione a confinamento magnetico: per arrivare a controllare la continuità della fusione in un impianto per la produzione energetica, l’impresa si sta adoperando per studiare la tecnologia del confinamento magnetico la quale impiega campi magnetici potentissimi per gestire il plasma in cui avviene la fusione. Eni collabora con i principali centri di ricerca per accelerare il processo di maturazione della fusione: obiettivo di Eni è di disporre di una tecnologia per alimentare le centrali elettriche che potranno soddisfare il fabbisogno energetico di grandi centri urbani mantenendo al tempo stesso un elevato standard di sostenibilità Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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