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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Comunità energetiche per smart city e carbon neutral Comunità energetiche e digitalizzazione: il ruolo di ENEA e le piattaforme Piattaforme IoT e blockchain a supporto delle Comunità energetiche Comunità energetiche e digitalizzazione sono elementi connessi e in grado di contribuire alla transizione energetica. Perché per far funzionare le prime è necessaria la seconda. Lo ha messo in evidenza ENEA in un convegno sullo sviluppo e futuro delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Esse possono avere un ruolo focale nel determinare un profondo cambiamento nei comportamenti e nella partecipazione dei cittadini alla rigenerazione urbana. «Se vogliamo far funzionare le CER occorrono infrastrutture e piattaforme digitali che consentano a chi è inserito ma anche a chi vorrebbe inserirsi, di capire e di vedere i reali benefici», ha affermato Federico Testa, presidente dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. I benefici sono diversi, anche di tipo economico. Come ha spiegato il senatore Gianni Pietro Girotto, presidente della Commissione Industria e Commercio al Senato, «i risparmi attesi per i membri della Comunità energetica si attestino tra il 20-25% in bolletta oltre ai vantaggi nazionali. Perché quante più CER si costruiscono, tanto più si fa autoconsumo e quindi diminuiscono gli sbilanciamenti della rete elettrica, che costano miliardi e che vengono pagati da tutti». Ha ricordato anche come negli ultimi tempi siano nate diverse iniziative di Comunità energetiche, dal Piemonte alla prossima a Napoli. In questo caso il progetto, promosso da Legambiente con il sostegno della Fondazione Famiglia di Maria, vedrà quali principali beneficiari 40 famiglie del quartiere di San Giovanni a Teduccio, e sarà realizzata grazie al supporto della Fondazione con il Sud. È un progetto, questo, di aiuto anche per ridurre la povertà energetica, fenomeno che colpisce In Italia più di due milioni di famiglie. Le CER sono nate anche per ridurre la fuel poverty. Comunità energetiche per smart city e carbon neutral Comunità energetiche e digitalizzazione sono parti integranti delle smart city, tema anche questo molto caldo come ha ricordato Anna Lisa Boni, Rapporteur del Mission Board ‘Climate-Neutral and Smart Cities’ e che vede le città elemento di fulcro per centrare l’obiettivo della carbon neutrality al 2050. Proprio l’UE, attraverso la Commissione Europea, sta promuovendo la missione per sostenere e promuovere 100 città europee nella loro trasformazione sistemica verso la neutralità climatica entro il 2030 e che siano hub ed esempi per le altre città nel centrare gli obiettivi. Ma per riuscire a contare su questo obiettivo è fondamentale partire dalle fonti rinnovabili. Su questo sono basate le CER il cui primo elemento fondante è quello dell’energia condivisa, come ha ricordato Davide Di Giuseppe, responsabile della funzione Autoconsumo e Comunità energetiche del GSE, parlando del meccanismo di incentivazione. Su Comunità energetiche e digitalizzazione riguarda il convegno ENEA Comunità energetiche e digitalizzazione: il ruolo di ENEA e le piattaforme A proposito di Comunità energetiche e digitalizzazione, il ruolo di ENEA è strategico, ha spiegato il Responsabile della Divisione Smart Energy, Mauro Annunziato, descrivendo caratteristiche e vantaggi delle piattaforme digitali abilitanti per lo sviluppo delle economie locali. Tali piattaforme saranno importanti per le CER, la cui vita è alquanto recente e devono mettere a punto modelli di riferimento che riguardano: policy, incentivi (nazionali e regionali) e principi giuridici. A questi vanno aggiunte le tecnologie: fonti rinnovabili, ma anche sensoristica e piattaforme ICT su cui lavora ENEA. Le comunità energetiche si stanno creando, ma occorre fare rete e pensare a favorire la convergenza delle CER in un modello di Smart Energy Community, più vasto numericamente e territorialmente parlando. Intanto però occorre favorire lo sviluppo delle Comunità energetiche. Per questo ENEA propone una strategia basata sulla realizzazione di un’infrastruttura digitale di supporto dedicato. Il suo scopo è supportare sia le singole comunità energetiche sia realtà più strutturate, oppure sostenere un Comune che voglia favorire la loro nascita e persino le Regioni che intendano farlo. Inoltre serve a mettere in atto standard e parametri qualificati, confrontabili tra di loro. «Questo framework comprende servizi (sotto forma di piattaforma Local Energy Communities) e un back end per la gestione dei dati, permettendo l’interoperabilità», ha specificato Annunziato. Piattaforme IoT e blockchain a supporto delle Comunità energetiche Il primo di questi servizi è RECON. È uno strumento che consente di effettuare analisi preliminari di tipo energetico, economico e finanziario in ambito residenziale. Sulla base di semplici informazioni come consumi elettrici, caratteristiche degli impianti e alcuni parametri legati all’investimento, RECON è in grado di stimare resa energetica, impatto ambientale, autoconsumo e condivisione dell’energia nelle CER e di calcolare i flussi di cassa e i principali indicatori economici e finanziari, partendo dai propri dati. RECON può già annoverare tra gli utilizzatori ACER Reggio Emilia e il Comune di Magliano Alpi – una delle prime Comunità energetiche rinnovabili in Italia «Reso disponibile due settimane fa, ha riscontrato un successo lusinghiero: si contano infatti 250 utenti e sono già stati avviati circa 200 progetti di CER». Oltre a questo, sempre in tema di Comunità energetiche e digitalizzazione sono state avviate quest’anno due piattaforme IoT: Dhomus e CRUISE, la prima per dare supposto al singolo cittadino in modo da renderlo più consapevole e per il risparmio energetico, la seconda valida come cruscotto per la gestione di una comunità energetica. La logica dietro a queste piattaforme è che i dati delle singole abitazioni confluiscano in una piattaforma in modalità Internet of Things su cui vanno svolte delle analisi. Le strategie di monitoraggio sono preziose per analizzare i consumi, ma potrebbero essere veicolate in modo più rapido e accessibile tramite modalità machine-to-machine. L’ultima infrastruttura su cui si sta lavorando, con previsione di avviarla nel 2022 è la Local Token Economy, una piattaforma di scambio beni e servizi basata su token e in logica blockchain. «Essa permette di recuperare valore economico rimettendo in circolazione nella comunità beni, conoscenze e spazi inutilizzati, in ottica di sharing economy. Inoltre realizza la sharing community attraverso una economia locale basata su token che vengono scambiati con beni e servizi». Ma come funziona? Sulla piattaforma sono pubblicati servizi o scambi che diversi cittadini (fornitori) sono disposti a fare, eventualmente in accordo con una parte interessata. Tramite app il cittadino, quale fruitore, richiede quel servizio e inoltra la richiesta. Se la richiesta è approvata dal fornitore si attiva uno smart contract, sulla piattaforma blockchain. Si svolge il servizio e al termine l’app invia il messaggio di chiusura contratto. A quel punto un tot di token vengono spostati dal wallet fruitore a quello del fornitore. L’aspetto interessante è che la gestione della piattaforma è totalmente in mano alla comunità. Esempi di iniziative remunerate in token, da parte delle CER, possono essere sotto forma di supporto allo sviluppo della rete di comunità energetiche o alla installazione di smart home o a remunerare chi aiuta altri ad accedere alla riqualificazione in chiave Superbonus 110%. Infine, si lavora anche su altre due infrastrutture: Living Lab, social per la condivisione di progetti di comunità, e Micro Grids quale simulatore di interventi di micro grid nella comunità. Tutte queste soluzioni servono, ma il presupposto è creare la rete, che coinvolga e trovi supporto nelle stesse CER, ma anche nelle banche e istituti finanziari, nei facilitatori, nel GSE, oltre che nella PA sotto forma di Comuni e Regioni. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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