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A cura di:La Redazione E’ arrivato l’ok della Commissione europea al decreto italiano di incentivazione alla diffusione delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo di energia. Sono 5,7 i miliardi di euro messi a disposizione in parte attraverso il Recovery and Resilience Facility (“RRF”) a sostegno della produzione e dell’autoconsumo di elettricità rinnovabile, coerentemente con gli obiettivi del Green Deal europeo. E molto soddisfatto il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che sottolinea “Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia”. Il ruolo delle CER, continua il Ministro, diventerà centrale per il futuro energetico nazionale nell’ambito della strategia a sostegno delle rinnovabili e dell’autoconsumo, in cui i cittadini potranno divenire prosumer, “pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”, con enormi benefici economici e sociali. Per realizzare la CER i gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi, che decidono di unirsi per autoprodurre energia da rinnovabili, dovranno siglare un atto costitutivo del sodalizio, in cui sia chiara l’attenzione ai benefici ambientali, economici e sociali per i membri. Poi dovranno scegliere la zona in cui realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili e identificare altri utenti connessi alla stessa cabina primaria. Il GSE, soggetto gestore della misura, potrà accertare in maniera preliminare l’ammissibilità dei soggetti in modo da assicurare la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete, si potrà renderlo operativo e chiedere l’incentivo al GSE. Ricordiamo che il GSE ha recentemente pubblicato la mappa delle cabine primarie, che aiuta a identificare i potenziali membri delle Comunità energetiche. La Commissione Europea ha sottolineato gli aspetti positivi del Decreto: Il regime agevola lo sviluppo di alcune attività economiche, in particolare la produzione di energia elettrica rinnovabile. La misura è necessaria e appropriata perché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi ambientali europei e nazionali. Inoltre, è proporzionata, visto che si limita al minimo indispensabile. In particolare, l’aiuto è concesso ai piccoli impianti e non supera il deficit di finanziamento. L’aiuto ha un effetto incentivante, in quanto gli impianti rinnovabili sovvenzionati non sarebbero finanziariamente sostenibili senza il sostegno pubblico. L’aiuto produce effetti positivi, in particolare sull’ambiente, in linea con il Green Deal europeo. Decreto CER, le 2 misure previste Sono due le misure importanti previste dal Decreto Comunità Energetiche: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto a vantaggio di tutte le tecnologie rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico, dall’idroelettrico alle biomasse. La potenza nominale dei singoli impianti deve essere di massimo 1 MW. La tariffa incentivante sarà riconosciuta a tutte le CER realizzate in Italia in base alla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili, con una potenza massima agevolabile di 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027. I contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento saranno invece destinati agli interventi realizzati nei comuni sotto i cinquemila abitanti, sia per la costituzione di nuovi impianti che per potenziamento di quelli esistenti. Per l’ampiamento di impianti esistenti è previsto un finanziamento di 2,2 miliardi di euro del PNRR, con l’obiettivo di arrivare a una potenza complessiva di almeno 2 GW fino al 30 giugno 2026 e una produzione indicativa di almeno 2.500 GW l’ora ogni anno. Il contributo a fondo perduto è inoltre cumulabile con l’incentivo in tariffa. Il Governo si aspetta la realizzazione di più di 15.000 CER. Tanta la soddisfazione espressa da più voci. Veronica Pitea, Presidente di ACEPER (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili) parla delle CER come di una delle più belle iniziative energetiche viste finora e sottolinea che gli aspetti positivi garantiti dal decreto sono diversi, oltre a quelli ambientali “perché permettono finalmente anche a chi non ha spazio ma magari ha grossi consumi di diventare green”, ci sono infatti quelli sociali, aiutando a “ricreare un clima di condivisione e di networking”. Ora l’auspicio è che si sblocchino velocemente i decreti attuativi e “speriamo che si aprano velocemente dei tavoli di lavoro che ci possano permettere di creare il clima giusto anche a livello normativo, per poter trasformare questa grossa opportunità in qualcosa di reale”. Bene anche per il Presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli, che auspica “una rapida pubblicazione del decreto affinché le CER possano essere rapidamente operative e far imboccare al nostro Paese, anche grazie al grande interesse fino ad ora dimostrato da tutti, la direzione di una decarbonizzazione”. Piattelli sottolinea che la sola differenza rispetto alla bozza riguarda “il limite che impone un tetto ai benefici per le imprese in caso di superamento di determinate soglie di condivisione dell’energia”. In questo caso infatti i benefici economici conseguenti potranno essere destinati solo a favore di membri o soci delle CER e non alle imprese, “o per finalità sociali aventi ricadute sui territori ove sono ubicati gli impianti”. Secondo il Coordinamento FREE bisognerebbe monitorare lo sviluppo delle CER nelle aree metropolitane. L’Associazione fa in particolare riferimento al criterio geografico limitato all’appartenenza della stessa cabina primaria di consumatori che fanno parte della CER e degli impianti di produzione e segnala che “pur riconoscendone una logica di ottimizzazione del carico sulle reti, l’applicazione nelle grandi città potrebbe trovare qualche difficoltà per le poche superfici a disposizione per la realizzazione degli impianti di produzione”. Per le aree metropolitane, per le quali il ruolo delle CER potrebbe essere molto importante, si potrebbe pensare di allargare il perimetro delle cabine primarie anche a zone “limitrofe alle città per inglobare, zone industriali e artigianali con maggiori superfici a disposizione”. 24/02/24 Decreto Comunità Energetiche, inviata la bozza alla Commissione Europea Il MASE ha inviato alla CE la bozza di Decreto che incentiva la diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha inviato alla Commissione europea la bozza di decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, che entrerà in vigore solo dopo l’approvazione dell’Europa. In una nota il Ministro Pichetto ha spiegato che, dopo la consultazione pubblica, il testo, che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, è stato rivisto e rafforzato considerando gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, l’autonomia energetica e il contenimento dei costi: “Il decreto pone le CER al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. Se sapremo svilupparle come sistema Paese le Comunità Energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale”. Il ministro Picchetto in un’intervista ha ricordato che oggi i 2/3 dell’energia in Italia provengono da fonte fossile e solo 1/3 da rinnovabili “vogliamo ribaltare questo rapporto”. Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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