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Indice degli argomenti Toggle 2024: un anno record per aste, costruzioni e sviluppo industrialeLe sfide da superare: finanziamenti, aste efficaci e semplificazione dei permessi Con 83 GW installati, 48 GW in costruzione e 56 GW assegnati nel solo 2024, il settore eolico offshore a livello globale sta vivendo un’accelerazione senza precedenti. A fotografare con precisione questo scenario è il Global Offshore Wind Report 2025, pubblicato dal Global Wind Energy Council (GWEC), che restituisce la mappa di un mercato in piena espansione ma anche sottoposto a pressioni macroeconomiche, ritardi nei permessi e instabilità politica in alcuni paesi chiave come gli Stati Uniti. Nonostante le difficoltà è chiaro che la rotta è tracciata: l’energia del vento in mare aperto rappresenta oggi una risposta concreta e competitiva alla domanda crescente di elettricità pulita e sicura. Secondo Rebecca Williams, Vice CEO del GWEC, “l’eolico offshore sta entrando in una nuova era. Con 83 GW installati, alimenta già 73 milioni di famiglie nel mondo e sta creando centinaia di migliaia di posti di lavoro, rilanciando intere economie costiere”. Le potenzialità sono enormi, ma è necessario un cambio di passo nelle politiche industriali, nei meccanismi di asta e nei processi autorizzativi per mantenere stabile il trend di crescita. 2024: un anno record per aste, costruzioni e sviluppo industriale Il 2024 è stato il quarto miglior anno di sempre per nuove installazioni, con 8 GW collegati alla rete (-26% rispetto all’anno precedente), e ha segnato un picco assoluto di aste aggiudicate: ben 56 GW di nuova capacità sono stati assegnati, in larga parte in Europa e Cina. Nel frattempo, 48 GW di progetti sono già in fase di costruzione e si prevede che tra il 2025 e il 2026 le aste raggiungeranno quota 100 GW a livello globale. La Cina è stata leader per il settimo anno consecutivo, seguita da Regno Unito, Taiwan (Cina), Germania e Francia, che insieme rappresentano il 94% delle nuove installazioni del 2024. Paesi come Corea del Sud, Giappone, Filippine, Brasile e Colombia si stanno posizionando per diventare nuovi hub dell’eolico marino, grazie a riforme normative e forti investimenti infrastrutturali. Il report stima che la crescita media annua del settore raggiungerà il 28% fino al 2029 e il 15% fino al 2034, portando le installazioni annuali oltre i 30 GW nel 2030 e verso i 50 GW entro il 2033. Una traiettoria che trova conferma anche nei target fissati dalla IEA, secondo cui saranno necessari oltre 2.000 GW di eolico offshore entro il 2050 per mantenere l’impegno dell’accordo di Parigi. Il valore strategico dell’eolico offshore va ben oltre l’ambito energetico. Ogni GW installato genera circa 17.500 posti di lavoro nel ciclo di vita del progetto e contribuisce con miliardi alle economie locali. In Vietnam, ad esempio, si stima un impatto economico di 60 miliardi di dollari entro il 2050. In Giappone, un singolo cluster a largo di Akita potrebbe creare oltre 34.000 posti di lavoro. Le sfide da superare: finanziamenti, aste efficaci e semplificazione dei permessi Il report sottolinea come la crescita sia oggi rallentata da diversi ostacoli: l’aumento dei tassi d’interesse e dei costi di capitale, le aste andate deserte nel Regno Unito e in Danimarca, i ritardi nelle connessioni di rete in Europa e le incertezze normative negli Stati Uniti. Tutti questi fattori hanno portato il GWEC a rivedere al ribasso del 24% le previsioni a breve termine rispetto al 2024. Per mantenere la traiettoria di crescita e sbloccare nuovi investimenti, il GWEC raccomanda di riformare radicalmente i meccanismi d’asta. Le aste devono passare da una logica di solo prezzo a una visione orientata alla realizzazione dei progetti, con un’equa distribuzione dei rischi tra investitori e governi, contratti per differenza (CFD) che tengano conto dell’inflazione, e maggiore visibilità sui volumi futuri. L’introduzione di criteri non economici, ma ben progettati, può favorire lo sviluppo locale e una filiera più resiliente. Un’altra leva fondamentale è la semplificazione delle procedure autorizzative. Oggi, in media, passano nove anni tra il permesso e la messa in funzione di un parco eolico offshore. Nuove normative in paesi come Germania e Corea del Sud stanno mostrando che sia possibile accelerare i tempi, attrarre investimenti e creare posti di lavoro qualificati. Il Global Offshore Wind Report 2025 oltre a offrire una visione chiara dello stato dell’arte del settore, delinea una roadmap precisa per affrontare le sfide e cogliere le opportunità di un mercato destinato a essere uno dei pilastri della nuova economia elettrificata. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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