Decreto Pnrr 2 in Gazzetta Ufficiale: le novità su rinnovabili, ambiente ed efficientamento energetico 04/07/2022
Dopo aver superato il carbone e il nucleare, le rinnovabili sono sulla strada per diventare la fonte di energia più importante in UE, coerentemente con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al 2050. Lo rileva l’Eurostat che, a partire dalle statistiche annuali, segnala che nel 2020, anche se il petrolio (34,5%) e il gas naturale (23,7%) sono state ancora le fonti di combustibile più importanti nel mix energetico dell’UE , la quota delle energie rinnovabili ha continuato a crescere, superando il carbone e il nucleare. In particolare si registra per il quinto anno consecutivo il calo del carbone che segna un -18,3% rispetto al 2019 (-40% rispetto al 2015). La sua quota nel mix di approvvigionamento energetico è passata dal 25,7% del 1990 al 10% circa del 2020. Anche il petrolio e i prodotti petroliferi (esclusi i biocarburanti miscelati) sono diminuiti del 12,6% nel 2020, raggiungendo il livello più basso dal 1990. In questo caso in termini di consumo l’impatto delle restrizioni legate al COVID-19, in particolare sui trasporti, è stato più evidente rispetto ad altre fonti. In calo anche il gas naturale ma in percentuale minore (-2,4%). Nel 2020 raggiunto l’obiettivo del 2020 per le energie rinnovabili nei trasporti Nel 2020 è stato raggiunto l’obiettivo del 10% per la quota di energia rinnovabile (compresi i biocarburanti liquidi, il biometano e l’elettricità “verde”) utilizzata nei trasporti, coerentemente con la direttiva rinnovabili 2009/28/CE. I dati di Eurostat mostrano che la quota media di energia da fonti rinnovabili nei trasporti è aumentata dall’1,6% nel 2004 al 10,2% nel 2020, superando di 0,2 punti percentuali il target. Per quanto riguarda i singoli paesi, 12, tra cui l’Italia, hanno superato l’obiettivo. Medaglia d’oro alla Svezia con il 31,9%, seguita da Finlandia (13,4%), Paesi Bassi e Lussemburgo (entrambi 12,6%). In fondo alla classifica si posizionano Grecia (5,3%) e Lituania (5,5%). Tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione di Francia, rimasta stabile, e Finlandia (-0,9%), hanno registrato un aumento della quota di energie rinnovabili nei trasporti rispetto al 2019. 21/1/22 Rinnovabili in UE: nel 2020 coprono il 22% dei consumi Lo scorso anno nell’UE le energie rinnovabili hanno coperto il 22% dei consumi, superando del 2% l’obiettivo del 20% fissato per il 2020. Nei trasporti la percentuale ha raggiunto il 10,2%. Il bollettino annuale di Eurostat Indice degli argomenti: Elettricità da rinnovabili: eolico, idrico e solare Un quinto dell’energia utilizzata per il riscaldamento e il raffreddamento da fonti rinnovabili Rinnovabili nei trasporti al 10,2% Nel 2020, la quota di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia, nell’Unione europea, ha raggiunto il 22%, il 2% in più rispetto all’obiettivo del 20% fissato per il 2020. E’ quanto emerge dal Bollettino pubblicato dall’Eurostat, Ufficio Statisctico dell’Unione Europea. Nel 2019 tale percentuale era al 19,7, il 17,5% nel 2017, il 17,0% del 2016 ed è più che raddoppiata rispetto al 2004 (9,6%), il primo anno per il quale sono disponibili i dati. Come sappiamo uno dei principali obiettivi dell’European Green Deal – il pacchetto di misure che dovrebbe garantire una transizione verde sostenibile – è che l’Europa diventi il primo continente al mondo neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. Una quota crescente di energie green non solo è necessaria per decarbonizzare la nostra economia e migliorare la sicurezza energetica, ma garantisce importanti vantaggi al Vecchio continente, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra, la diversificazione degli approvvigionamenti energetici e la diminuzione della dipendenza dai combustibili fossili (in particolare petrolio e gas), stimolando inoltre lo sviluppo di tecnologie innovative, crescita economica e occupazione. Le statistiche dell’Eurostat considerano la quota di energia da fonti rinnovabili nel complesso e in tre settori (elettricità, riscaldamento/raffreddamento e trasporti) nell’Unione Europea. Le fonti di energia rinnovabile includono l’energia eolica, l’energia solare (termica, fotovoltaica e concentrata), l’energia idroelettrica, l’energia mareomotrice, l’energia geotermica, il calore ambientale catturato dalle pompe di calore, i biocarburanti e la parte rinnovabile dei rifiuti. Percentuale di energie rinnovabili nel consumo finale lordo di energia rispetto agli obiettivi fissati al 2020 – Fonte Eurostat Come si vede dalla figura l’UE nel suo complesso ha raggiunto i propri obiettivi per il 2020, anche se alcuni Stati membri dovranno aumentare i propri sforzi per soddisfare i due obiettivi principali: la quota complessiva di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia e la percentuale di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. Questa crescita e il raggiungimento del target sono stati sostenuti dagli obblighi giuridicamente vincolanti fissati dalla Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Anche la pandemia COVID-19 che tra i vari effetti ha provocato una diminuzione del consumo di combustibili fossili, soprattutto nei trasporti, ha probabilmente avuto un ruolo. Per quanto riguarda i singoli paesi medaglia d’oro alla Svezia, con il 60% dei consumi coperti da rinnovabili, seguita da Finlandia (44%), Lettonia (42%). Maglia nera a Malta (11%), Lussemburgo con il 12% e Belgio (13%). Dai dati preliminari forniti dall’Italia risulta che il consumo da rinnovabili nel 2020 sia stato del 20,4% (la quota prevista per il nostro paese era del 17%). Dal 2004 la quota delle fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia è aumentata significativamente in tutti gli Stati membri. Francia: obiettivo non raggiunto Per tutti gli Stati membri sono definiti precisi obiettivi nazionali che tengono conto dei diversi punti di partenza, del potenziale delle energie rinnovabili e dei risultati economici. Gli Stati membri che hanno superato significativamente i propri obiettivi per il 2020 sono stati Svezia, Croazia (entrambi +11 punti percentuali) e Bulgaria (+7 pp). La Francia non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo (-3,9 pp). La Polonia, grazie alla revisione dei dati sul consumo finale di energia da biomassa solida è riuscita a raggiungere l’obiettivo. Alcuni paesi hanno utilizzato regimi di sostegno e “statistical transfers” per raggiungere l’obiettivo, si tratta di accordi tra Stati membri per trasferire una determinata quantità di energia da fonti rinnovabili da uno Stato membro a un altro. Da eolico e idro la maggior parte dell’elettricità rinnovabile, il solare è la fonte di energia che cresce più rapidamente Nel 2020, la quota di energia da fonti rinnovabili nell’elettricità è stata del 37,5% nell’UE-27, in aumento rispetto al 34,1% del 2019. L’energia eolica e idroelettrica hanno rappresentato più di due terzi dell’elettricità totale prodotta da fonti rinnovabili (con percentuali del 36 e 33%). Un terzo dell’elettricità prodotta proviene dall’energia solare (14%), dai biocarburanti solidi (8 %) e da altre fonti rinnovabili (8%). L’energia solare è la fonte in più rapida crescita: nel 2008 rappresentava l’1 %, ed è passata da soli 7,4 TWh nel 2008 a 144,2 TWh nel 2020. Tra i 27 Stati membri, oltre il 70% dell’elettricità consumata nel 2020 è stata prodotta da fonti rinnovabili in Austria (78,2%) e in Svezia (74,5%). Il consumo di elettricità da fonti rinnovabili è stato alto anche in Danimarca (65,3%), Portogallo (58%) e Lettonia (53,4%). All’altro estremo della scala, la quota di elettricità da fonti rinnovabili è stata pari o inferiore al 15% a Malta (9,5%), Ungheria (11,9%), Cipro (12,0%), Lussemburgo (13,9%) e Repubblica Ceca (14,8%). In Italia è stata pari al 39%. I paesi dell’EFTA, Norvegia e Islanda, hanno prodotto più elettricità da fonti rinnovabili di quanta ne abbiano consumata nel 2020, portando quindi ad una quota superiore al 100%. Un quinto dell’energia utilizzata per il riscaldamento e il raffreddamento da fonti rinnovabili Nel 2020, la quota di energia da fonti rinnovabili nel riscaldamento e nel raffreddamento ha rappresentato il 23,1% del consumo totale nell’UE-27, in aumento rispetto all’11,7% del 2004. A questa crescita hanno contribuito gli sviluppi nel settore industriale, nei servizi e nelle famiglie. Si tiene conto dell’energia termica aerotermica, geotermica e idrotermale catturata dalle pompe di calore per il riscaldamento. La percentuale coperta dalle rinnovabili è stata più della metà in Svezia (66,4%), Estonia (57,9%), Finlandia (57,6%) e Lettonia (57,1%). Gli Stati membri dell’UE-27 con una quota di energia da fonti rinnovabili nel riscaldamento e nel raffreddamento inferiore al 10% sono l’Irlanda (6,3%), i Paesi Bassi (8,1%) e il Belgio (8,4%). Rinnovabili nei trasporti al 10,2% L’UE ha fissato un obiettivo comune del 10% per la quota di energia rinnovabile nei trasporti, compresi i biocarburanti liquidi, l’idrogeno, il biometano, l’elettricità “verde”, ecc. La quota media di energia da fonti rinnovabili nei trasporti è aumentata dall’1,6% nel 2004 al 10,2% nel 2020, raggiungendo così l’obiettivo dell’UE. Tra i 27 Stati membri dell’UE-27, la quota di energia rinnovabile nel consumo di carburante per i trasporti passa da un massimo del 31,9% in Svezia, 13,4% in Finlandia e 12,6% nei Paesi Bassi e Lussemburgo fino al 5,3% in Grecia, 5,5% Lituania, Polonia e Croazia (entrambi 6,6%). Anche la Norvegia, paese dell’EFTA, ha registrato una quota elevata di energia rinnovabile nel consumo di carburante per i trasporti (28,7%). Nel 2020, tutti gli Stati membri dell’UE, ad eccezione di Francia e Finlandia, hanno registrato un aumento della quota media di energia da fonti rinnovabili nei trasporti rispetto al 2019, con i maggiori aumenti osservati per Estonia (+5,9 %), Lussemburgo (+4,9%), Belgio (+4,2%) e Cipro (+4,1%). Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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