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Indice degli argomenti: Il Piano di ripresa post coronavirus Costi previsti e crescita sostenibile La ripresa post covid deve essere il più sostenibile e resiliente possibile. Ne è convinta l’IEA – International Energy Agency – che nel Report appena pubblicato “The Sustainable Recovery Plan“, realizzato in collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale, sottolinea l’importanza di affrontare immediatamente le questioni fondamentali della recessione globale e dell’aumento della disoccupazione -tenendo conto della sfida di costruire sistemi energetici più puliti e sicuri. Le scelte odierne dei responsabili politici, si legge nel Rapporto, daranno forma alle infrastrutture economiche ed energetiche per i prossimi decenni e influenzeranno la possibilità di raggiungere gli obiettivi a lungo termine in materia di energia e clima. Il Piano di ripresa sostenibile dell’AIE mostra che i governi hanno oggi un’opportunità unica per stimolare la crescita economica, creare milioni di nuovi posti di lavoro e limitare le emissioni globali di gas serra. La pandemia ha creato una crisi per le economie e i mercati energetici senza precedenti, con un aumento della disoccupazione che nella seconda parte dell’anno potrebbe coinvolgere 300 milioni di persone; le previsioni dicono inoltre che gli investimenti energetici globali si ridurranno del 20%. La tenuta del settore energetico nei mesi di lockdown è stata importantissima: senza l’accesso a un’elettricità affidabile e a prezzi accessibili, le misure di blocco introdotte dai governi per affrontare l’emergenza sanitaria avrebbero comportato danni economici assai maggiori. Per rispondere alla crisi, i governi finora hanno annunciato misure per un valore di circa 9 mila miliardi di dollari, concentrandosi principalmente sul soccorso finanziario ed economico d’emergenza per prevenire una crisi ancora più profonda. I piani di ripresa a più lungo termine includono anche l’energia considerando il ruolo da protagonista che è destinata a svolgere. Il Piano di ripresa post coronavirus Il “Sustainable Recovery Plan” dell’IEA propone le azioni che si dovrebbero intraprendere dal 2021 al 2023, con una serie di misure da attuare in diversi settori chiave: elettricità, trasporti, industria, edifici, carburanti e tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. Il piano tiene conto dei target nazionali e internazionali per una crescita a lungo termine, e ha tre obiettivi principali: stimolare la crescita economica, creare posti di lavoro e costruire sistemi energetici più resistenti e più puliti. Le politiche e gli investimenti mirati per ogni settore chiave: accelerare la diffusione di fonti di energia elettrica a basse emissioni di carbonio, a partire da eolico e fotovoltaico, e l’espansione e la modernizzazione delle reti elettriche; aumentare la diffusione di trasporti più efficienti ed elettrici e treni ad alta velocità; migliorare l’efficienza energetica degli edifici e degli elettrodomestici; migliorare l’efficienza delle attrezzature utilizzate in settori come quello manifatturiero, alimentare e tessile; rendere la produzione e l’uso di combustibili più sostenibili; promuovere l’innovazione in settori cruciali come l’idrogeno, le batterie, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio e i piccoli reattori nucleari modulari. I pacchetti di ripresa economica offrono un’opportunità unica per mettere il settore energetico su un percorso più sostenibile. Rispetto alla crisi del 2008-09, i costi delle tecnologie leader nel settore dell’energia pulita come l’eolico e il solare fotovoltaico sono molto più bassi, e alcune tecnologie emergenti come le batterie e l’idrogeno stanno rapidamente crescendo. Le emissioni globali di CO2 si sono stabilizzate nel 2019 e quest’anno sono destinate a un calo record che, anche se per la maggior parte è legato alle misure restrittive a causa del COVID-19, offre una base da cui partire per limitare le emissioni. Costi previsti e crescita sostenibile Il piano di ripresa sostenibile dell’IEA, attraverso una valutazione dettagliata di oltre 30 misure specifiche di politica energetica da realizzare nei prossimi tre anni, dimostra che è possibile stimolare contemporaneamente la crescita economica, creare milioni di posti di lavoro e ridurre le emissioni. L’investimento richiesto a livello globale è di circa 1 trilione di dollari USA all’anno nei prossimi tre anni, ovvero lo 0,7% del PIL mondiale. Se attuato potrebbe garantire la crescita economica globale dell’1,1% all’anno; la crescita annuale dei Paesi in via di sviluppo aumenterebbe di circa 1,3 punti percentuali e porterebbe il PIL mondiale nel 2023 a un aumento del 3,5%. Ci sarebbero inoltre importanti benefici per l’economia globale perché gli investimenti in nuove infrastrutture, come le reti elettriche, gli edifici e le industrie più efficienti dal punto di vista energetico, migliorerebbero la produttività complessiva sia dei lavoratori che del capitale. Le misure accelererebbero anche il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile: circa 420 milioni di persone avrebbero accesso a soluzioni di cucina pulita nei Paesi a basso reddito e quasi 270 milioni di persone avrebbero accesso all’elettricità. L’effetto sull’occupazione sarebbe significativo, con la creazione di circa 9 milioni di posti di lavoro all’anno nei prossimi tre anni. L’analisi dell’IEA segnala che nel 2019 l’industria energetica ha impiegato circa 40 milioni di persone in tutto il mondo; 3 milioni di questi posti di lavoro sono andati perduti o sono a rischio a causa degli impatti della crisi Covid-19, e altri 3 milioni sono a rischio in settori correlati come i veicoli, gli edifici e l’industria. Anche il settore energetico globale diventerebbe più resistente, rendendo i Paesi più preparati alle crisi future. Gli investimenti nel potenziamento e nella digitalizzazione delle reti elettriche, nell’ammodernamento degli impianti idroelettrici e nel miglioramento dell’efficienza energetica aumenterebbero la sicurezza dell’elettricità riducendo il rischio di interruzioni, aumentando la flessibilità, diminuendo le perdite e contribuendo all’integrazione di quote maggiori di energie rinnovabili variabili come l’eolico e il solare fotovoltaico. Come risultato del Piano di Recupero Sostenibile, nel 2023 le emissioni annuali di gas serra legate all’energia diminuirebbero di 4,5 miliardi e mezzo di tonnellate rispetto a quanto accadrebbe senza il Piano, assicurando inoltre crescita economica, aumento dei posti di lavoro, verso il raggiungimento degli obiettivi climatici a lungo termine, compreso l’accordo di Parigi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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