Impegni di Parigi: è già troppo tardi. Andare oltre o riscaldamento globale di 2,5-2,9°C

Pubblicato dall’UN Environment Programme (UNEP) l’EmissionsGap Report che segnala che, considerando l’aumento record delle temperature e delle emissioni di gas serra, gli attuali impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi non sono sufficienti  a rispettare l’obiettivo di limitare ben al di sotto di 2°C il riscaldamento medio globale: il mondo è sulla buona strada per un aumento delle temperature in questo secolo di 2,5-2,9°C al di sopra dei livelli preindustriali

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Impegni di Parigi: è già troppo tardi. Andare oltre o riscaldamento globale di 2,5-2,9°C

In attesa della COP28 che permetterà di valutare i progressi compiuti a livello globale nell’attuazione dell’Accordo di Parigi, l’ultimo Emissions Gap Report pubblicato nei giorni scorsi dall’UN Environment Programme (UNEP), ci dice che siamo già andati oltre Parigi e, considerando il continuo aumento di temperature, emissioni di gas serra e di eventi meteorologici estremi, a livello globale siamo sulla buona strada per una crescita delle temperature, entro la fine del secolo, di 2,5-2,9°C al di sopra dei livelli preindustriali. Ma solo in caso di piena attuazione degli impegni previsti dai Contributi Nazionali Determinati (NDC), se gli sforzi di mitigazione previsti dalle politiche attuali continueranno ai livelli odierni il riscaldamento globale arriverà almeno a 3°C.

E’ necessario accelerare la transizione prevedendo tagli alle emissioni di gas serra al 2030 del 28% per un percorso di 2°C e del 42% per un percorso coerente con 1,5°C. Ciò faciliterà l’impostazione di obiettivi più ambiziosi per il 2035 nell’ambito dei Contributi determinati a livello nazionale (NDC) e aumenterà le possibilità di realizzare gli impegni per raggiungere le emissioni nette zero, che ora coprono circa l’80% delle emissioni globali.

Antònio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, mantiene un cauto ottimismo sulla possibilità di rispettare il target di 1,5 gradi, purché “siano eliminati i combustibili fossili e ci sia una transizione giusta ed equa verso le energie rinnovabili“.

Al momento nessuno dei Paesi del G20 sta riducendo le emissioni a un ritmo coerente con i propri obiettivi di azzeramento. Anche nello scenario più ottimistico, la probabilità di limitare il riscaldamento a 1,5°C è solo del 14%.

Alcuni record allarmanti

Quest’anno, fino all’inizio di ottobre sono stati registrati 86 giorni con temperature superiori di 1,5°C ai livelli preindustriali. Settembre è stato il mese più caldo mai registrato, con temperature medie globali maggiori di 1,8°C rispetto ai livelli preindustriali.

Inoltre le emissioni globali di gas serra sono aumentate dell’1,2% dal 2021 al 2022, raggiungendo un nuovo record di 57,4 gigatonnellate di biossido di carbonio equivalente. Le emissioni di gas serra nel G20 sono cresciute dell’1,2% nel 2022. L’andamento delle emissioni riflette i modelli globali di disuguaglianza.

Alcuni progressi ci sono stati, ma non bastano

I progressi politici compiuti dalla firma dell’Accordo di Parigi nel 2015 hanno ridotto il divario tra le emissioni previste dalle politiche allora adottate e la piena attuazione degli NDC: al momento dell’adozione dell’Accordo, si prevedeva che le emissioni di gas serra nel 2030, sulla base delle politiche in vigore, sarebbero aumentate del 16%. Oggi l’aumento previsto è del 3%.

Il Rapporto invita tutte le nazioni a investire nello sviluppo economico a basse emissioni di carbonio, con particolare attenzione alla transizione energetica. Ancora una volta emerge inoltre la necessità che i paesi ad alto reddito e ad alte emissioni intraprendano azioni più ambiziose e concrete a sostegno finanziario e tecnico ai Paesi in via di sviluppo.

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