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Indice degli argomenti Toggle COP28, occasione di svolta per il Pianeta?L’analisi di BloombergNEF sui progressi Analisi ONU dei Piani Nazionali per il ClimaLe emissioni di gas serra continuano ad aumentareCOP28: gli eurodeputati chiedono che tutti i paesi rafforzino i propri impegni sul climaStop ai sussidi ai combustibili fossili La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, meglio conosciuta come COP28, è in programma dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Questo evento rappresenta un momento fondamentale per valutare i progressi nell’attuazione dell’Accordo di Parigi e per delineare il futuro degli sforzi globali nella lotta al cambiamento climatico e rafforzare le ambizioni dei Paesi. Ieri i deputati del Parlamento europeo, con 462 voti favorevoli, 134 contrari e 30 astensioni, hanno adottato una risoluzione non vincolante con gli obiettivi dell’UE che saranno presentati dalla delegazione che parteciperà all’importante appuntamento. Il PE chiede di stoppare tutte le sovvenzioni, dirette e indirette ai combustibili fossili, limitando anche gli investimenti per la loro estrazione “a livello nazionale, dell’UE e globale, il più presto possibile ed entro il 2025“. Per quanto riguarda le rinnovabili la risoluzione chiede di triplicare le energie green e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Il Parlamento si raccomanda che i singoli Paesi aumentino i propri impegni per il clima, la tutela della biodiversità e i finanziamenti, anche internazionali. 16/11/23 COP28, occasione di svolta per il Pianeta? La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP28, si svolgerà dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 a Dubai (Emirati Arabi Uniti) e farà il punto sui progressi nell’attuazione della COP24 di Parigi. Si tratta del primo vero banco di prova dell’accordo sul clima di Parigi, adottato con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a un più ambizioso limite di 1,5°C. Per l’occasione infatti verrà presentato il primo Global Stocktake previsto dall’Accordo di Parigi ogni 5 anni (art. 14), che rappresenta un momento cruciale per fare il punto sui progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo sui cambiamenti climatici e aumentare l’ambizione collettiva in materia di azione e sostegno al clima. Sappiamo già che non siamo sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C e che è richiesto un maggiore impegno per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Un recente Rapporto dell’UNEP segnala che continuando nel percorso attuale, i Governi nel 2030 produrranno circa il 110% in più di combustibili fossili rispetto a quanto sarebbe compatibile con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C, e il 69% in più rispetto a quanto sarebbe compatibile con 2°C. Ciò nonostante 151 Paesi si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero e le ultime previsioni suggeriscono che la domanda globale di carbone, petrolio e gas raggiungerà il picco in questo decennio. Ma non solo. Secondo gli scienziati, il luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato e molto probabilmente il più caldo degli ultimi 120.000 anni. In realtà l’intero anno è sulla buona strada per diventare il più caldo mai registrato, con temperature di circa 1,4°C al di sopra delle medie preindustriali. In tutto il mondo, ondate di calore mortali, siccità, incendi, tempeste e inondazioni stanno costando vite e mezzi di sussistenza, rendendo evidente che il cambiamento climatico indotto dall’uomo è un’emergenza senza precedenti. Le emissioni globali di anidride carbonica – di cui quasi il 90% proviene da combustibili fossili – sono salite a livelli record nel 2021-2022. La speranza è che le parti riescano a concordare raccomandazioni coraggiose che spingano i governi ad accelerare i propri piani sul clima, superando le attuali divisioni sui finanziamenti ai paesi in via di sviluppo, a sostegno del loro percorso di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, sull’eliminazione dei combustibili fossili e impegnandosi a triplicare le energie rinnovabili. Purtroppo è probabile che, ancora una volta, non si arriverà alla decisione di eliminare gradualmente i combustibili fossili, optando invece per una riduzione graduale (che, tradotto, significa troppo poco…). “I governi stanno letteralmente raddoppiando la produzione di combustibili fossili e questo significa un doppio problema per le persone e per il pianeta”, ha dichiarato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Non possiamo affrontare la catastrofe climatica senza considerare la sua causa principale: la dipendenza dai combustibili fossili. La COP28 deve inviare un chiaro segnale che l’era dei combustibili fossili è finita, che la sua fine è inevitabile. Abbiamo bisogno di impegni credibili per incrementare le energie rinnovabili, eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare l’efficienza energetica, garantendo al contempo una transizione giusta ed equa”. L’analisi di BloombergNEF sui progressi Secondo l’analisi di BloombergNEF, il vertice delle Nazioni Unite dovrebbe ottenere un punteggio di appena 3,6 su 10 per quanto riguarda i progressi compiuti in 10 aree cruciali per la realizzazione degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In particolare emerge che sono solo 3 i membri del G20 con obiettivi di emissioni per il 2030 in linea con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°, il che significa che è richiesto un forte impegno da parte di tutti i Paesi, con una visione d’insieme e non legata alla singola Nazione. E’ per esempio indispensabile, secondo il BNEF, che vengano finalmente sbloccati 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima per i paesi più poveri, previsti inizialmente entro il 2020. Analisi ONU dei Piani Nazionali per il Clima Il nuovo Rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico conferma che, nonostante l’aumento degli sforzi da parte di alcuni Paesi, i piani climatici nazionali (NDC) sono del tutto insufficienti per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C e raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. L’Analisi ricorda quali sono le azioni chiave per rispettare l’Accordo di Parigi, a partire dalle emissioni di gas serra che devono essere ridotte del 43% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2019. Anche in caso di attuazione degli ultimi piani climatici disponibili, infatti, considerando gli attuali impegni, l’aumento previsto delle emissioni è di circa l’8,8%, ovvero un piccolo miglioramento rispetto al 10,6% previsto dal Rapporto del 2022. Il Segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, Simon Stiell, ha commentato che è necessario che i Governi facciano passi avanti coraggiosi alla COP28 di Dubai, concordando azioni più incisive e iniziando a realizzarle concretamente. L’ONU ha analizzato in particolare gli NDC di 195 Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi, presentati fino al 25 settembre 2023. I dati dicono che per quanto le emissioni non aumenteranno più dal 2030 (anno in cui sarà raggiunto il picco), rispetto ai livelli del 2019, tuttavia la tendenza al ribasso sarà eccessivamente lenta rispetto a quanto richiesto in questo decennio. Un secondo rapporto delle Nazioni Unite sulle strategie di sviluppo delle emissioni a lungo termine, ha esaminato i piani dei Paesi per la transizione verso emissioni nette zero entro o intorno alla metà del secolo. Il rapporto indica che nel 2050 le emissioni di gas serra di questi Paesi potrebbero essere inferiori di circa il 63% rispetto al 2019, se tutte le strategie a lungo termine venissero attuate in tempo. L’organismo delle Nazioni Unite che si occupa di cambiamenti climatici afferma inoltre che le emissioni globali di gas serra devono diminuire del 45% entro la fine di questo decennio rispetto ai livelli del 2010, per raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Le emissioni di gas serra continuano ad aumentare Un recente Rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) segnala che emissioni di gas serra hanno raggiunto un livello record nel 2022 e “non si intravede la fine della tendenza all’aumento“. Lo scorso anno, le concentrazioni medie globali del più importante gas serra – l’anidride carbonica (CO2) – hanno superato del 50% quelle dell’era preindustriale, e per il 2023 si prevede un’ulteriore crescita. Anche le concentrazioni di metano sono aumentate e i livelli di protossido di azoto, il terzo gas più presente in atmosfera, dal 2021 al 2022 hanno registrato il più alto aumento annuale di sempre. Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM ha commentato che “L’attuale traiettoria ci mette sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi entro la fine di questo secolo”. La conseguenza è che i Paesi sperimenteranno condizioni meteorologiche sempre più estreme, tra cui caldo intenso e precipitazioni, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, riscaldamento e acidificazione degli oceani, con un aumento esponenziale dei costi socioeconomici e ambientali. L’OMM ha spiegato che poco meno della metà delle emissioni di CO2 rimane nell’atmosfera, mentre oltre un quarto viene assorbito dagli oceani e poco meno del 30% dagli “ecosistemi terrestri” come le foreste. Finché continueranno ad esserci le emissioni, la CO2 si accumulerà nell’atmosfera, provocando un aumento della temperatura globale. Inoltre l’OMM ricorda che considerando la lunga vita della CO2, il livello di temperatura osservato persisterà per diversi decenni anche se le emissioni saranno rapidamente ridotte a zero. COP28: gli eurodeputati chiedono che tutti i paesi rafforzino i propri impegni sul clima In vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP28, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato una risoluzione (con 56 voti a favore, 9 contrari e un’astensione) con le richieste di azione per i vari paesi. La risoluzione sarà sottoposta al voto dell’Assemblea generale durante la sessione plenaria del 20-23 novembre. La risoluzione invita i Paesi sviluppati, tra cui l’UE e i suoi Stati membri, a garantire il raggiungimento dell’obiettivo annuale di finanziamento per il clima di 100 miliardi di dollari nel 2023 e a lavorare su un obiettivo post-2025 che vada oltre questo importo. I deputati chiedono inoltre che la COP28 renda operativo il fondo per le perdite e i danni, uno dei pochi successi della COP27, prevedendo un maggiore contributo da parte dei maggiori emettitori. Stop ai sussidi ai combustibili fossili Considerando che i combustibili fossili sono i maggiori responsabili del cambiamento climatico e del 75% di tutte le emissioni di gas serra, la risoluzione chiede di porre fine a tutti i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili, sia a livello europeo che nazionale, “il prima possibile e al più tardi entro il 2025”, incoraggiando tutti i Governi ad agire in questa direzione “osservando che nel 2022 è stato speso a livello globale il più alto importo mai registrato (oltre 900 miliardi di euro) per i sussidi ai combustibili fossili”. Alla COP28, gli eurodeputati sosterranno l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, l’eliminazione dei combustibili fossili il prima possibile e di tutti i nuovi investimenti nella loro estrazione. Inoltre gli eurodeputati ricordano l’importanza di proteggere, conservare e ripristinare la biodiversità, temi interconnessi con gli Obiettivi di Parigi. La risoluzione chiede infine di intensificare gli sforzi a livello globale in diversi settori: combattere l’inquinamento da plastica, affrontare l’impatto climatico e ambientale dell’industria tessile, ridurre ulteriormente le emissioni di metano, quelle del trasporto marittimo e aereo internazionale, l’agricoltura e la difesa. La COP28 a Dubai è più di un semplice incontro annuale; è un punto di svolta per il futuro del nostro pianeta. È un’occasione per i leader mondiali e per tutti gli attori coinvolti di dimostrare un impegno concreto verso la salvaguardia del clima. La speranza è che questo evento porti a decisioni audaci e a un rinnovato senso di urgenza nella lotta contro i cambiamenti climatici, guidando il mondo verso un futuro più sostenibile e resiliente. Noi di Infobuildenergia.it cercheremo di aggiornarvi su progressi e decisioni prese durante i 12 giorni della Conferenza. si prevede un ulteriore aumento. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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