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L’Associazione Nazionale Costruttori Edili, nel corso di un’audizione sul Documento di Economia e Finanza 2016 presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, in generale ha valutato positivamente i contenuti del DEF, temendo però che gli investimenti poossano subire un rallentamento dalla immediata entrata in vigore delle nuove regole sugli appalti e dalla lentezza nella spesa delle risorse stanziate dalla UE. L’Ance caldeggia la costituzione di una “task force” che monitori regolarmente l’andamento degli investimenti e il rispetto delle condizioni di accesso alla clausola europea degli stessi, pari allo 0,3% del PIL, ovvero a circa 5 miliardi di euro, occasione di rilancio per l’economia del paese. L’associazione dei Costruttori edili intervenendo sul tema degli incentivi, si è detta assolutamente contraria a eventuali riduzioni che il Governo voglia portare a termine – ‘tax expenditure’- eliminando o rivedendo quelli non più giustificati sulla base delle mutate esigenze sociali ed economiche. La “tax expenditure”, infatti, deve fondarsi su una selezione accurata dei regimi agevolativi oggetto d’intervento, con assoluta tutela di quelli legati a “beni a valenza sociale” quali la casa e la sua riqualificazione anche in termini energetici. In particolare le detrazioni per il recupero delle abitazioni e per la riqualificazione energetica degli edifici come sappiamo in questi anni hanno svolto un ruolo centrale per l’edilizia e, a parere dell’ANCE, dovrebbero essere confermate nei livelli vigenti sino al 31 dicembre 2016, ovvero detrazione del 50% per il recupero edifizio e del 65% per la riqualificazione energetica, quantomeno limitatamente agli interventi più incisivi che comportino un effettivo miglioramento dell’efficienza energetica. In relazione al Piano Nazionale di Riforma l’ANCE consiglia di integrare una serie di politiche mirate alla riqualificazione del territorio, tematica centrale per la crescita economica del paese, partendo dalle proposte formalizzate dalla stessa associazione dei costruttori edili: – Incentivare gli interventi di “sostituzione edilizia“, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici, riconoscendo il “Bonus edilizia” con la detrazione del 50% delle spese sostenute per realizzare l’intervento sino ad un massimo di 96.000 euro, limitatamente però a quegli incrementi funzionali al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, così come previsti dalla legislazione regionale; – Agevolare la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate. Per queste operazioni, dovrebbe essere garantito un regime di tassazione agevolata a favore dell’impresa che si rendesse disponibile ad acquistare, in permuta, l’abitazione usata del compratore, a condizione di riqualificarla e reimmetterla sul mercato, entro 5 anni dall’acquisto, con caratteristiche energetiche decisamente migliorate rispetto alla situazione preesistente; – Prorogare sino al 2019 la detrazione lrpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalle legge di Stabilità 2016. Difatti, la limitazione agli acquisti effettuati solo nel 2016 ne restringe fortemente l’efficacia come strumento in grado di indirizzare la domanda verso l’acquisto di abl1azioni di nuova generazione, con effetti positivi sulla riqualificazione del tessuto urbano e sulla qualità dell’abitare; – Incentivare processi più complessi di riqualificazione del territorio, prevedendo un regime fiscale premiale (registro e ipo-catastali in misura fissa, pari a 200 euro ciascuna) per il trasferimento di immobili (aree o fabbricati) a favore delle imprese che intendano utilizzare gli immobili acquistati per la realizzazione, o riqualificazione, di edifici ad elevati standard energetici. Fonte Ance Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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