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Il nuovo rapporto di Greenpeace disegna un quadro della sofferenza provocato alla Terra dall’inquinamento dell’aria per via dei combustibili fossili. E’ causa di 4,5 milioni di morti premature e costa 2.900 miliardi di dollari all’anno. Gli effetti di carbone, gas e petrolio pesano come il 3,3% del Pil mondiale. Il prezzo più caro lo paga la Cina continentale con la perdita di 900 miliardi di dollari all’anno, a seguire gli Stati Uniti e poi l’India. In Italia porta via 56mila vite umane e vale 61 miliardi di dollari. I bambini sono i più colpiti dalle malattie respiratorie derivanti dall’esposizione alle polveri sottili a cura di Tommaso Tetro Indice degli argomenti: Il quadro globale disegnato dal rapporto di Greenpeace è disarmante Le soluzioni per combattere l’inquinamento L’inquinamento dell’aria costa 2.900 miliardi di dollari all’anno. Ed è causa di 4,5 milioni di morti premature. Lo smog uccide così il Pianeta al ritmo quotidiano di 12.328 persone e 8 miliardi di dollari. Un peso per il Pianeta che in Italia porta via 56mila vite umane e fa scomparire 61 miliardi dollari tutti gli anni. A raccontare i danni della malattia della Terra è “Aria tossica: il costo dei combustibili fossili“, il nuovo rapporto messo a punto da Greenpeace southeast Asia e Crea (Centre for research on energy and clean air). Il documento – viene spiegato – è il primo tentativo di valutare il costo globale dell’inquinamento atmosferico legato ai combustibili fossili; e la prima immagine che offre parla di un impatto negativo – sia economico che sanitario, di carbone, petrolio e gas – equivalente al 3,3% del Pil mondiale. Il quadro globale disegnato dal rapporto di Greenpeace è disarmante “Circa 40mila bambini sotto i 5 anni – viene spiegato – muoiono ogni 365 giorni a causa dell’esposizione a polveri sottili, come PM 2.5, che derivano dalla ‘bruciatura’ di “combustibili fossili, soprattutto nei Paesi a più basso reddito”. E l’esposizione a PM 2.5 è associata anche a casi ictus, circa 600mila morti per infarto sono riconducibili alle polveri sottili, così come sembra ci sia un “collegamento” a circa due milioni di parti prematuri all’anno. Ogni anno circa 4 milioni di nuovi casi di asma tra bambini sono associati all’NO2” (biossido di azoto), “prodotto dai combustibili fossili nei veicoli, nelle centrali elettriche e nelle industrie; con una stima di 16 milioni di bambini nel mondo affetti da questo sintomo; le visite mediche in pronto soccorso per asma derivante da polveri sottili sono 7,7 milioni all’anno. Sono 1,8 miliardi i giorni di assenza da lavoro per malattia associati all’inquinamento dell’aria” sempre da polveri sottili, con “una perdita economica pari a circa 101 miliardi di dollari all’anno”. A pagare il prezzo più caro dell’inquinamento atmosferico sono “la Cina continentale con 900 miliardi di dollari all’anno, gli Stati Uniti con 600 miliardi di dollari all’anno e l’India con 150 miliardi di dollari all’anno”. Le soluzioni per combattere l’inquinamento “L’inquinamento atmosferico minaccia la nostra salute e la nostra economia – rileva Minwoo Son della Campagna Clean air di Greenpeace southeast Asia – causando milioni di morti premature ogni anno e aumentando i rischi di infarto, cancro ai polmoni e asma, con un costo economico di migliaia di miliardi di dollari. Le soluzioni esistono, tra queste un posto di primo piano hanno la transizione verso le energie rinnovabili e l’abbandono delle auto con motore a combustione interna. Occorre un contemporaneo cambio di paradigma della mobilità, puntando sul trasporto pubblico e su forme meno impattanti. Dobbiamo considerare il costo reale dei combustibili fossili, non soltanto per il rapido peggioramento dell’emergenza climatica, ma anche per la salute delle persone”. “È essenziale che il governo italiano – osserva Federico Spadini della campagna Trasporti di Greenpeace Italia – non faccia passi indietro sull’abbandono del carbone al 2025, come invece l’ultima versione del Piano nazionale integrato energia e clima sembrerebbe suggerire. Occorre andare con coraggio e decisione verso le energie rinnovabili, abbandonando false soluzioni come il gas fossile. E anche i grandi attori privati, come banche e assicurazioni, devono smettere di elargire finanziamenti ai combustibili fossili”. Contro l’inquinamento le soluzioni a disposizioni possono diventare anche opportunità economiche, oltre a essere efficaci prima di tutto nella lotta ai cambiamenti climatici. Secondo lo studio dell’Agenzia Usa per la protezione dell’ambiente – viene fatto presente nel rapporto – per ogni dollaro investito nel ‘Clean air act’ si genera un guadagno di 30 dollari. E’ necessaria “una transizione verso un sistema di trasporti pubblico, efficiente, a emissioni zero, e una mobilità condivisa ed elettrica”. Un modo con cui i governi potrebbero offrire una risposta concreta sarebbe per esempio quella di indicare una data di stop alle vendite di mezzi a motore a combustione interna, mettendo sempre di più in disparte l’auto privata. Infine le energie rinnovabili al posto dei combustibili fossili; la chiusura delle vecchie centrali sarebbe un cambio di scenario che per esempio porterebbe benefici sanitari maggiori del valore dell’elettricità generata da quelle stesse centrali, tanto da essere in grado di ridurre quasi di due terzi le morti premature globali collegate all’inquinamento dell’aria. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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