Minacce ai sistemi idrici europei a causa del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico sta accelerando la pressione sui sistemi idrici europei, con impatti significativi sulla qualità e disponibilità delle risorse idriche. Senza un’azione immediata e coordinata per ridurre il consumo idrico e migliorare la gestione delle risorse, la sicurezza dell’acqua in Europa sarà messa sempre più a rischio.

Minacce ai sistemi idrici europei a causa del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico, l’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche, rappresentano una delle maggiori minacce alla resilienza dei sistemi idrici europei. Il quadro delineato dal Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) “Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience” evidenzia quanto i laghi, i fiumi, le acque costiere e le falde acquifere sotterranee siano sotto pressione.

L’Europa rischia di non raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle normative UE sulla qualità delle acque, con impatti devastanti non solo sull’ambiente, ma anche sull’agricoltura e sull’industria, settori che dipendono fortemente dall’acqua.
L’adozione di migliori pratiche di gestione idrica diventa, quindi, essenziale per garantire una risorsa tanto preziosa quanto vulnerabile, in modo da rispondere alla crisi climatica in corso e prepararsi per il futuro.

Impatti del cambiamento climatico sui sistemi idrici in Europa

L’effetto del cambiamento climatico sui sistemi idrici si manifesta in diversi modi, peggiorando problemi preesistenti e introducendone di nuovi. Tra i fattori principali che incidono sulla qualità e quantità dell’acqua in Europa il Rapporto evidenzia l’aumento delle temperature, che intensifica l’evaporazione, e la modifica dei modelli di precipitazione. Fenomeni estremi come siccità prolungate e piogge torrenziali stanno diventando sempre più frequenti, alterando il ciclo idrico naturale e mettendo sotto stress gli ecosistemi acquatici.

Secondo il rapporto solo il 37% dei corpi idrici superficiali in Europa ha raggiunto uno stato ecologico “buono” o “elevato”. Le conseguenze di questo stato di salute precario sono molteplici: il degrado degli habitat, la riduzione della biodiversità e la crescente scarsità di acqua potabile.

Migliore la situazione delle acque sotterranee, una delle principali fonti di approvvigionamento idrico per l’agricoltura e per il consumo umano, con il 91% che mantiene un buono stato quantitativo. Tuttavia, rimangono sfide significative legate all’inquinamento, in particolare da pesticidi e nutrienti.

“L’Europa non è sulla buona strada per migliorare lo stato di salute delle sue acque,” avverte Leena Ylä-Mononen, direttrice esecutiva dell’EEA. “Dobbiamo intensificare i nostri sforzi per ripristinare la qualità dei nostri fiumi, laghi e riserve idriche sotterranee, assicurando che questa risorsa vitale sia resiliente e sicura per le generazioni future”.

La scadenza fissata dalla Direttiva quadro sulle acque (WFD) dell’UE per raggiungere un buono stato delle acque superficiali e sotterranee è al più tardi il 2027. Al ritmo dei progressi attuali, questa scadenza non sarà rispettata.

Agricoltura, inquinamento e cattiva gestione delle risorse: tre grandi sfide

Uno dei settori più colpiti e, al contempo, uno dei principali responsabili dello stress idrico in Europa è l’agricoltura. L’uso intensivo dell’acqua per l’irrigazione e l’applicazione massiva di nutrienti e pesticidi contribuiscono all’inquinamento delle falde acquifere e alla degradazione degli ecosistemi fluviali. Con l’aggravarsi degli effetti del cambiamento climatico, la domanda di acqua per l’agricoltura è destinata a crescere, creando un ciclo di dipendenza sempre più insostenibile.

Il rapporto dell’EEA sottolinea come l’inquinamento chimico, derivante anche da altre fonti, come le emissioni industriali e la produzione di energia a carbone, stia compromettendo la qualità delle acque europee. Nonostante gli sforzi di molti Stati membri per contenere il deterioramento delle risorse idriche, i miglioramenti sono limitati. L’inquinamento diffuso e la presenza di sostanze tossiche, come metalli pesanti e residui di pesticidi, minacciano non solo la fauna acquatica, ma anche la qualità dell’acqua potabile.

Inoltre, una cattiva gestione delle risorse idriche, con l’assenza di politiche efficaci per il risparmio idrico e il miglioramento dell’efficienza, contribuisce a peggiorare la situazione. Per affrontare questa crisi, è indispensabile introdurre nuove pratiche agricole sostenibili e una governance più rigorosa dell’uso dell’acqua, non solo a livello di singole nazioni, ma attraverso un coordinamento europeo.

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