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assoRinnovabili si schiera contro l’ipotesi di un decreto “spalma incentivi”, provvedimento retroattivo e obbligatorio ipotizzato dal Mise, che andrebbe a ridurre ingiustificatamente la profittabilità degli impianti fotovoltaici attraverso una variazione unilaterale dei contratti in essere tra Stato e imprese. assoRinnovabili ha avviato con il Mise un tavolo di confronto in cui si stanno analizzando diverse soluzioni alternative che consentirebbero al Governo di perseguire il condivisibile obiettivo di ulteriore riduzione del costo finale dell’energia elettrica per le PMI senza mettere in ginocchio il settore. L’Associazione, che rappresenta oltre 500 imprese attive in Italia e all’estero nella produzione di energia rinnovabile, in un comunicato evidenzia quali sarebbero i “risultati disastrosi” che tale provvedimento genererebbe: il Governo avrà un pessimo ritorno d’immagine e di credibilità poiché verrebbero minati i principi dello stato di diritto e della Costituzione; il Governo avrà un’importante battuta d’arresto nel riposizionamento dell’Italia nell’Unione Europea, che in più occasioni si è espressa sulla necessità di evitare norme simili; gli investitori, che hanno fatto affidamento su contratti certi firmati con un’azienda dello Stato Italiano (GSE), congeleranno tutti i progetti di sviluppo in Italia e il piano infrastrutturale verrà boicottato; il sistema del credito avrà forti sofferenze e rallenterà la ripresa economica del Paese; la stragrande maggioranza degli operatori fallirà, con seri impatti occupazionali e gravi impatti anche sul sistema bancario; lo Stato perderà importanti entrate fiscali per un valore pari a oltre 600 milioni di eurol’associazione che rappresenta oltre 500 imprese attive in Italia e all’estero nella produzione di energia rinnovabile per oltre 20.000 MW installati “Già solo l’intenzione del Governo – dichiara Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili – sta provocando forti contraccolpi nel sistema creditizio che di fatto ha “congelato” i nuovi finanziamenti, paralizzando il settore con ripercussioni occupazionali ingenti per i circa 100.000 addetti del fotovoltaico, ma anche per le casse dello Stato, che potrebbero rinunciare a entrate fiscali per oltre 600 milioni di euro. A livello Paese, l’enorme impatto negativo vanificherebbe gli auspicati marginali benefici sulle Piccole e Medie Imprese (PMI)”. “Peraltro – continua Re Rebaudengo – l’obiettivo del Governo di ridurre le bollette elettriche è già stato ottenuto proprio grazie alle fonti rinnovabili, che nell’ultimo anno e mezzo hanno fatto diminuire il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso da 70 a 45 €/MWh per un risparmio complessivo compreso tra 7 e 8 miliardi di euro. Ricordo inoltre che il settore fotovoltaico è già stato penalizzato da interventi regolatori retroattivi che avranno un impatto di oltre 1 miliardo di Euro all’anno. Questo Governo a parole si dice favorevole alla green economy, ma alla prova dei fatti si sta dimostrando fortemente incoerente. Mi auguro che prima delle prossime elezioni europee venga espresso un orientamento chiaro e duraturo”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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