Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
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Sarà testato in quattro siti reali il modello sviluppato da Eurac Research per recuperare calore di scarto dalle attività produttive: nuovo progetto Life4HeatRecovery sul recupero del calore di scarto per teleriscaldamento e raffrescamento. Gli esperti di energie rinnovabili di Eurac Research hanno testato in questi ultimi tre anni nell’Energy Exchange Lab del NOI Techpark la possibilità di realizzare impianti di teleriscaldamento che lavorano a bassa temperatura, con molti vantaggi rispetto alle reti di teleriscaldamento tradizionali che lavorano ad alta temperatura. Nei sistemi testati da Eurac Research è infatti possibile utilizzare molte più fonti di calore e integrare nella rete sia il calore di scarto delle industrie, che quello proveniente per esempio dagli impianti di refrigerazione dei supermercati o dalle sale server dei grandi uffici, che non viene più rilasciato in atmosfera. Inoltre la dispersione di calore attraverso i tubi è inferiore, si possono utilizzare tubi più economici e le attività produttive possono smaltire il calore prodotto senza sostenere costi aggiuntivi. Roberto Fedrizzi, responsabile del progetto Eurac, spiega che i modelli di teleriscaldamento a bassa temperatura distribuiscono calore a 10-30 gradi centigradi, molti meno rispetto ai 70-90 gradi di una rete tradizionale. Anche se per il loro utilizzo è necessario installare pompe di calore, in questo modo è possibile ampliare e di molto le fonti utilizzabili, con vantaggi sia a livello ambientale che economico. “Il calore di scarto disponibile dalle attività produttive distribuite sul territorio urbano, ad esempio supermercati, non viene più rilasciato nell’atmosfera e le attività produttive possono risparmiare i costi legati al suo smaltimento, addirittura potrebbero vendere calore alla rete”. A questo punto inizia una nuova fase della ricerca e la soluzione di teleriscaldamento a bassa temperatura verrà testata in quattro siti reali con diverse caratteristiche. Tra le fonti di calore di scarto prese in considerazione ci sono un’acciaieria ad Ospitaletto, vicino a Brescia (30 °C), le condotte di scarico delle acque bianche della città di Wüstenrot, in Germania (temperatura media annua di circa 15 gradi), una fabbrica di detergenti ad Heerlen, in Olanda (40 gradi) e un ospedale a Rotterdam (30 gradi). Il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Life+, progetto Life4HeatRecovery, è coordinato da Eurac Research, sarà sviluppato da un consorzio formato da dieci attori pubblici e privati, fra cui gestori di rete, consulenti energetici e ricercatori. Il direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research Wolfram Sparber, spiega che non si possono sostituire del tutto gli impianti tradizionali ma le reti di teleriscaldamento a bassa temperatura possono completarli, e cambia il modello di business: “i clienti prendono e danno calore in base alle loro necessità, diventano parte attiva della rete. Per poter replicare le soluzioni studiate lavoriamo anche a modelli di investimento e gestione”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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