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Presentata dal ministro dello Sviluppo economico la bozza della nuova SEN, strategia energetica nazionale, che punta su energie rinnovabili, sostegno alle auto elettriche e uscita anticipata dal carbone. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e quello dell’ambiente Gian Luca Galletti hanno presentato a Montecitorio, presso le commissioni riunite Ambiente-Attività produttive, le linee guida della Strategia energetica nazionale, che tra i punti più importanti e con l’obiettivo di rispettare gli accordi di Parigi sul clima, prevede la progressiva decarbonizzazione entro il 2025-2030, quindi anticipata di almeno 10 anni, la fine degli incentivi al fotovoltaico sostituiti a un sistema di contratti di lungo periodo, il sostegno alle rinnovabili e alle auto elettriche o ibride. Il Ministro Calenda ha sottolineato che l’uscita anticipata dal carbone e la chiusura delle vecchie centrali costerà circa 3 miliardi di euro, considerando anche la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione dei vecchi. “Rispetto allo scenario base e dovrà essere affrontato il tema delle tempistiche autorizzative per nuove centrali e nuove infrastrutture”. Per quanto riguarda le rinnovabili, Calenda ha ricordato che l’Italia ha già raggiunto il target 2020 e che l’obiettivo è di arrivare entro il 2030 al 27% della quota di rinnovabili sul consumo di energia. Per il fotovoltaico l’intenzione del governo è quella di togliere gli incentivi diretti inserendo “contratti a lungo termine soprattutto per i grandi impianti mediante gara competitiva per garantire un segnale di prezzo per un certo numero di anni”. Per i piccoli impianti invece si punta sull’autoconsumo. Per quanto riguarda l’eolico è necessario promuovere la realizzazione di nuovi impianti e il repowering di quelli esistenti semplificando l’iter burocratico e considerando l’impatto sul paesaggio. Calenda ha insistito sulla necessità di intervenire sul parco auto con l’obiettivo di sostenere la crescita delle auto ibride ed elettriche, lo sviluppo di infrastrutture dedicate, “è possibile pensare all’introduzione di incentivi dedicati al rinnovo del parco veicolare proporzionali al livello di miglioramento di emissioni ed efficienza energetica”. Infine il Ministro Calenda ha toccato anche il tema degli ecobonus per gli interventi di riqualificazione degli edifici, sottolinenando che l’intenzione è quella di introdurre un “Fondo di garanzia per l’eco-prestito, misure specifiche per la riqualificazione edilizia ed efficienza energetica anche nel social housing, per prevenire la povertà energetica”. La fase di consultazione della SEN inizierà tra una settimana e durerà 30 giorni. Ricordiamo che a questo documento faranno riferimento le politiche energetiche e climatiche dell’Italia dal 2020 al 2030. Tra le prime reazioni Greenpeace in un comunicato sottolinea di apprezzare quanto annunciato oggi dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda in tema di fuoriuscita dal carbone. “Ovviamente c’è una notevole differenza tra chiudere l’ultima centrale a carbone nel 2025 o nel 2030. Calenda dice inoltre che uscire dal carbone costerà tre miliardi di euro. Questa stima include i risparmi che il nostro Paese avrebbe dal mancato import di carbone, i benefici sanitari, climatici ed economici che verranno dall’azzeramento delle emissioni? L’Agenzia Europea per l’Ambiente, pochi anni fa, stimava in oltre 500 milioni l’anno gli impatti del solo impianto di Brindisi: qualcosa ci dice che all’Italia converrebbe uscire dal carbone anche dal punto di vista economico” dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Greenpeace è piuttosto critica rispetto allo scenario per le rinnovabili che non è ambizioso e non in linea con gli obiettivi internazionali di salvaguardia del clima. “Quando parla di ‘promozione dell’autoconsumo’ Calenda dovrebbe avere l’onestà di una premessa: ricordare cioè che a oggi in Italia ogni forma di autoconsumo e scambio peer to peer di elettricità, ovvero quanto si sta sperimentando ovunque nel mondo, è fortemente scoraggiata dalla burocrazia o impedita dalle norme. Speriamo anche su questo punto alle parole seguano i fatti” prosegue Boraschi. L’Italia finora ha fatto ben poco in tema di rinnovabili, visto che il raggiungimento degli obiettivi delle rinnovabili al 2020 è dovuto in larga parte alla correzione di errori statistici. Con maggiori ambizioni, e senza le politiche antirinnovabili degli ultimi governi, i nostri risultati sarebbero stati certamente migliori”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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